a cura di M. Antonietta Dionisi - Eccolo, il nuovo anno già saldamente insediato nel mio laboratorio, spesso più sotto forma di pianificazione che non di creazione. Non è uno stare alla finestra a vedere cosa accade, bensì una smania di “diversità” non prettamente legata a questo momento terribile che sembra non finire mai. Mi guardo intorno e mi sento come dentro un vestito stretto, dopo tanti anni nello stesso luogo si sente la necessità di rimodulare il tutto, ridisegnare spazi, reimparare nuove impostazioni di materiali, riduzione di alcuni settori ed ampliamento di altri, secondo un’analisi di mercato che comporta il coraggio di lasciar andare alcune cose a cui magari si è affezionati a favore di altre dettate da esigenze più redditizie. Dopo tanto tempo che io e mia figlia condividiamo  lo spazio operativo spostando una le cose dell’altra e intralciandoci spesso, è giunto il tempo di creare due cose distinte, anche in vista di una ripresa (spero presto) dei corsi senza limitazioni di spazio. In tutto ciò, bisogna mettere in conto anche qualche “piano B” che permetta all’occorrenza di trovare eventuali vie d’uscita difronte a situazioni di stallo, e non abbassare le saracinesche come tantissimi intorno a me. Sento la mia pentola bollire, la tenacia schiaffeggiarmi per qualche cenno di cedimento, sarà un anno nuovo davvero e mi metterò in gioco anche offrendo il mio laboratorio e la mia passione come attrazione all’interno di itinerari turistici, ma il tutto sarà coronato da un altro evento che per ora rimane segreto, con la prossima uscita ve lo svelerò e lì mi sentirete veramente carica. Con questo stato d’animo stavolta la faccio breve e non vi tedio ulteriormente, però un grande “in bocca al lupo” me lo faccio proprio di cuore e come si conviene mi rispondo anche “viva il lupo”: quel lupo che da piccola sentivo ululare nei boschi intorno alla mia casa in montagna tra cumuli di neve e che nella mia fantasia di bambina mi faceva meno spavento del canto della civetta.

(da Format Gen-Feb 2022)