(di Riccardo di Genova) Mi capita spesso di visitare antichi borghi medievali della nostra Bella Italia e, oltre alle bellezze di questi luoghi, a volte nascosti o addirittura sconosciuti, mi colpisce la presenza di antiche botteghe artigiane che costituiscono il vero e proprio fiore all’occhiello dell’economia di quei luoghi. Sono tanti gli esempi che potrei fare, ma su tutti vorrei raccontarvi di una mia recente visita a Volterra, famosa per l’alabastro e per la meravigliosa produzione di sculture e oggettistica d’arredo, dove ho avuto la possibilità di scambiare qualche parola con un vecchio “mastro” alle prese, in diretta, con la raspatura, eseguita rigorosamente a mano, di uno splendido cane lupo in alabastro bianco. Ebbene, invitato a seguire da vicino la lavorazione e a fare eventuali domande, gli chiedevo se c’era un sufficiente ricambio generazionale per mantenere viva l’arte e la tradizione del luogo e lui, con un aria di leggera frustrazione, mi fa: “Cosa vuole, si è provato ad andare nelle scuole, far venire i ragazzi qui in laboratorio, ma è difficile trovare chi, davvero, mostra interesse in questo lavoro… sa, oggi i figlioli… l’è tutti tecnologici e qui ci si impolvera le mani…!”. Risposta amara, direi, che capiterà senz’altro di sentire anche altrove, a prescindere dal fatto che l’artigiano sia un fabbro, un conciatore, un falegname, un soffiatore di vetro… i tempi moderni, si sa, ci portano verso un progresso (o “regresso”?) sempre più frenetico, e la febbre da produzione per favorire i consumi e attivare il volano del profitto che arricchisce le grandi multinazionali del pianeta, finisce per uccidere attività più “umili” dal punto di vista finanziario, ma certamente più nobile, creative, geniali e uniche! Già nel 1936 (!) Charlie Chaplin con il suo geniale “Tempi moderni” aveva intuito quello che sarebbe successo nei decenni a seguire… oggi, a 80 anni di distanza, possiamo ben dire che robotica e tecnologia (che pure hanno prodotto enormi vantaggi in campo medico) finiranno per eliminare l’apporto dell’uomo, eliminando non soltanto l’artigianato ma anche semplicemente posti di lavoro, accrescendo ulteriormente la disoccupazione. Non sono un tecnico e non sono certo io a poter dare la soluzione a questo stato di cose… di fatto questa è la situazione: oggi, per motivi di “budget aziendale”, funzioni che possono essere facilmente svolte da macchine e far risparmiare uno stipendio, vengono assegnate alla tecnologia… persino la semplice figura della centralinista, il cui unico esemplare rimasto è la famosa Signora Cecioni (Franca Valeri) protagonista delle puntate serali di Techetechetè! Alzi la mano che non si è alterato nel vano tentativo di contattare un operatore in carne e ossa per risolvere un problema tecnico o amministrativo con uno dei tanti fornitori di utenze, uffici o enti pubblici: una follia! Telefonate lunghissime, con temi di attesa biblici, e poi l’altrettanto folle roulette dei numeri da digitare, senza avere neanche la certezza di trovare, tra le opzioni, quella che ci riguarda, con il risultato che, nella remota ipotesi di riuscire a imbattersi in un “umano”, lo stesso verrà aggredito verbalmente, causa sfinimento precedentemente accumulato! Personalmente in queste situazioni vado in bestia, ma più si va avanti e più sarà peggio: immagino che tra un po’, magari al ristorante, non troveremo più il cameriere che prende gli ordini, bensì un apparecchio sul tavolo su cui “digitare 1 per gli antipasti, 2 per i primi (“per i primi di carne digiti 1, per i primi di pesce digiti 2”), 3 per i secondi (“per i secondi di carne digiti 1, per i secondi di pesce digiti 2”), 4 per i contorni, 5 per il dessert, 6 per il caffè, 7 per l’ammazzacaffè e 8 per chiedere il conto e 9 per riascoltare il menù, senza avere la possibilità - magari - di ordinare una pizza o un primo senza glutine, visto che mancano le relative opzioni! Per ora è solo una “boutade”, ma non credo che da qui a breve sia poi tanto remota come possibilità… intanto con questo sistema snervante, l’utente si arrende per sfinimento e a volte, piuttosto che perdere ore o giorni, magari per farsi spiegare da un “numero verde” cosa sono quei € 5.00 in più sulla bolletta, lascia correre di fronte a una telefonata inutile che ne può costare anche 8.00! A RIDATECE LA CECIONI!...
UNA MACCHINA PUÒ FARE IL LAVORO DI CINQUANTA UOMINI ORDINARI, MA NESSUNA MACCHINA PUÒ FARE IL LAVORO DI UN UOMO STRAORDINARIO.”
(Elbert Green Hubbard)

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