a cura di Riccardo DI GENOVA

Novembre 2022

IL PROFESSOR ARISTIDE

UN UOMO LO SI COMPRENDE MEGLIO DAGLI OCCHI CHE NON DALLE PAROLE

società

di Riccardo Di Genova - Non so a voi, ma a me è capitato spesso di intervenire in qualche discussione virtuale sui social network e ricevere, poi, commenti, frasi e osservazioni anche esagerate e magari anche stizzite, solo per il semplice fatto di aver scritto qualcosa di getto in una conversazione nella quale, mancando sguardi e toni, è facilissimo (pur non avendone l’intenzione, ben inteso!) creare equivoci, o essere vittima di antipatici malintesi. Se quindi, da una parte, è bello poter instaurare un dibattito on-line, anche con 8-10 persone, scavalcando il problema del tempo e delle distanze, è pur vero che esprimersi senza la necessaria chiarezza data dalla “viva comunicazione umana”, può creare problemi. Brutta storia se il malinteso genera involontari rancori; meglio, certamente, se l’equivoco provocato dalla sterile comunicazione epistolare (quale di fatto è la chat) sfocia in situazioni ilari e innocue come quella che mi accingo a riportare. Un modo divertente, stavolta, per commentare l’aforisma del mese e suscitare, almeno per qualche minuto, qualche sana risata, in un momento in cui c’è effettivamente poco da ridere!

Una famiglia inglese in vacanza in Germania, durante una delle sue passeggiate, notò una graziosa casetta in mezzo al verde e subito sorse il desiderio di prenderla in affitto per le vacanze dell’anno seguente. Saputo che il proprietario era un Pastore Protestante, si mise in contatto con lui e fu subito stipulato il contratto d’affitto. Di ritorno in Inghilterra, però, il capofamiglia si ricordò che nella sommaria visita fatta alla casetta, non si era accertato se questa fosse munita di W.C. e, coerente con la pignoleria anglosassone, inviò al Pastore una lettera del seguente tenore: “Egregio Signore, nella visista fatta alla casetta da voi affittata, non abbiamo fatto caso al W.C., vogliate perciò darci assicurazioni in merito quanto prima. Grazie e distinti saluti”. Il postino consegnò la lettera alla perpetua del Pastore, momentaneamente assente, la quale si prese arbitrariamente la briga di rispondre al suo posto, pur non essendo molto ferrata nella lingua inglese; così, non comprendendo l’abbreviazione W.C. e pensando che il signore si riferisse alla Walles Chapel, rispose in questo modo: “Egregio Signore, rispondo alla sua richiesta d’informazioni comunicandole che ciò che vi interessa si trova a 5 miglia dalla casetta da voi affitata. Certo è un po’ scomoda per chi ci va sovente; chi poi avesse l’abitudine di trattenervisi a lungo, sarà bene che si porti da mangiare, in modo da poter stare sul posto tutto il giorno. Si può raggiungere a piedi, in bicicletta e anche in macchina, ma è consigliabile andarci per tempo per non rischiare di rimanere fuori e per non disturbare gli altri. Nel locale c’è posto per 40 persone a sedere e 100 in piedi, e c’è l’aria condizionata per evitare i cattivi odori. I bambini siedono sulle ginocchia dei genitori e tutti cantano in coro. All’ingresso vengono consegnati dei foglietti e chi giungesse in ritardo, potrà servirsi di quelli dei vicini. Terminata la funzione, i fogli devono essere riconsegnati all’uscita, in modo che possano essere riutilizzati le volte successive. All’interno sono installati dei potenti amplificatori in modo che la funzione possa essere seguita anche da coloro che non hanno potuto trovare posto nel locale. Tutto quello che si raccoglie viene poi distribuito ai poveri. Un fotografo, molto bravo, scatta ogni tanto delle pregevoli fotografie riproducendo gli atteggiamenti migliori degli intervenuti, in modo che tutti possano ammirare bene queste persone assorte nell’esercizio della funzione.

Distinti saluti”.

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