a cura di Massimo Palozzi

Luglio 2023

IL DOMENICALE

TURISMO A OSTACOLI

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di Massimo Palozzi - Alle volte sembra di stare su Scherzi a parte. Mercoledì l’organizzazione ha ufficializzato il concerto di Al Bano in apertura della dodicesima edizione della Fiera mondiale campionaria del peperoncino che si svolgerà in città dal 30 agosto al 3 settembre. Un bel colpo per una manifestazione dedicata quest’anno a Nazareno Strampelli e che sta assumendo una rinomanza crescente anche per il suo importante ritorno in termini economici e di indotto.

È difficile fare una graduatoria degli eventi di maggior richiamo turistico nel Reatino, ma di sicuro la Fiera del peperoncino rappresenta la punta di diamante, almeno per un turismo di massa. Considerando poi che non stiamo parlando di luoghi ad altissimo tasso di offerta vacanziera, ci si aspetterebbe che la kermesse più piccante dell’anno venga segnalata con la dovuta attenzione dai mezzi istituzionali creati apposta per veicolare questo tipo di iniziative.

Accade invece che sul sito della Regione visitlazio.com, rilanciato martedì in pompa magna con tanto di claim in italiano e inglese, digitando nel campo ricerca la parola “Rieti” escano soltanto notizie di appuntamenti già passati e comunque fermi al mese di luglio che finisce domani. Come ad esempio la Festa del Sole con il Palio della Tinozza svoltosi due domeniche fa, presentato con questo annuncio futuribile: “Tutto pronto a Rieti per il festival più atteso dell’anno”. Quando si dice la tempestività.

Il bello, si fa per dire, è che nemmeno una parola viene dedicata alla Fiera, in quanto il sito è sostanzialmente alimentato dai comunicati stampa che vanno accumulandosi uno di seguito all’altro. Solo digitando la parola “peperoncino” esce la notizia del concerto di Al Bano. Chiaro però che se un utente inserisce come parola chiave “peperoncino” è perché è già a conoscenza della rassegna. Si tratta insomma della certificazione del mancato raggiungimento dell’obiettivo principale di uno strumento di promozione turistica, che è per l’appunto quello di patrocinare e incentivare il “prodotto turismo” e non semplicemente di informare il lettore sugli eventi in cartellone.

Le lacune della piattaforma regionale non sono peraltro le uniche. L’infelicissima rotatoria sulla Salaria a Borgo Santa Maria continua a mostrare tutti i suoi limiti concettuali e realizzativi. La rotonda seguita infatti a colpire implacabile i poveri disgraziati che negli ultimi bollenti fine settimana hanno deciso di raggiungere le località montane e lacustri della provincia, rimanendo poi inesorabilmente imbottigliati sulla via del ritorno verso Roma dopo aver già patito l’assurda chiusura di una delle canne delle tribolatissime gallerie a San Giovanni Reatino.

Se questa è promozione turistica, pare evidente che i tanti sforzi profusi per allestire degnamente le celebrazioni per l’ottavo centenario del Presepio di Greccio e della Regola composta da San Francesco a Fonte Colombo sono destinati a scontrarsi con una dura realtà. Questo a prescindere dal valore delle personalità investite del compito preparatorio e dalla buona volontà dei vari soggetti coinvolti nella mission.

Duole dirlo ma nemmeno la calorosa lettera di benvenuto diffusa sempre mercoledì dal vescovo Vito Piccinonna a turisti e pellegrini in vacanza dalle nostre parti riuscirà ad ottenere esiti clamorosi, pur potendola annoverare come uno dei picchi del marketing territoriale della stagione in corso. “Vi accogliamo in questa terra ricca di bellezze naturali, culturali e spirituali” ha scritto il presule, riepilogando poi con la precisione di una brochure ben fatta le cose da vedere: “La Valle Santa, con i suoi luoghi e la sua storia millenaria, attrae numerosi visitatori da tutto il mondo. Camminando lungo i sentieri che sono stati percorsi anche da San Francesco, respirerete l’aria pura delle montagne, ascolterete il suono dei ruscelli che scorrono, l’incanto dei laghi e dei fiumi”.

E ancora: “La città di Rieti, con il suo centro storico, vi sorprenderà con la sua ricca storia e le sue testimonianze artistiche. Non mancate di raggiungere i diversi Comuni come anche i piccoli borghi. In ognuno di essi assaporerete l’autenticità, le tradizioni e un’accoglienza genuina”.

Del resto i numeri snocciolati proprio nel comunicato di lancio del sito regionale parlano chiaro. Dal 2019 al 2023 soprattutto la Capitale ha conosciuto un vero e proprio boom di presenze. Passata l’emergenza Covid, a Roma i turisti sono aumentati del 49,43%. Molto bene pure Frosinone, con un lusinghiero +31,45%, e Viterbo, che ha segnato un balzo del 22,07%. Maluccio invece Latina, ferma al suo deludente +5,04%. Fanalino di coda proprio Rieti con un misero aumento del 4,36%, corrispondente ad appena 907 persone extra sull’intero comprensorio provinciale (21.724 rispetto alle 20.817 di quattro anni fa).

Per quanto impietosi, i dati non sorprendono e in fondo ha ragione chi denuncia la perdurante inadeguatezza di strategie a supporto di eventi, ad esempio quelli musicali, destinati ad un pubblico ampio. Da anni, ormai, nel capoluogo l’area dedicata ai concerti è piazza Mazzini, uno spazio decisamente inadatto per questo tipo di spettacoli sia per dimensioni sia per ubicazione sia per il rispetto che andrebbe portato al contesto storico-architettonico (e perché no, anche ai residenti che investendo in questi quartieri ne mantengono pregio e vitalità).

Invece uno dei salotti del cuore antico di Rieti è ridotto a quinta per manifestazioni di dubbia compatibilità con l’ambito in cui sono costrette a svolgersi, mentre infrastrutture sicuramente più idonee, come lo stadio di calcio o i palazzetti dello sport, vivono croniche carenze che nel tempo li hanno resi spesso inutilizzabili persino per le loro finalità primarie.

Con ogni probabilità nemmeno il Parco della musica da realizzare entro tre anni all’ex mattatoio di Foro Boario servirà a risolvere il problema. Giovedì il progetto è stato illustrato nei dettagli. In buona sostanza si tratta di un teatro da 500 posti più altri mille all’aperto, pensato per affiancarsi al Flavio Vespasiano che ha grosso modo la stessa capienza. Nonostante l’oggettiva rilevanza dell’opera, l’articolazione strutturale e il numero di spettatori ospitabili circoscrivono inevitabilmente la tipologia di esibizioni, tagliando fuori i grandi eventi.

Resta poi da capire come il Parco della musica saprà inserirsi in un contesto ambientale ora piuttosto trascurato, vista l’ambizione di farne un polo culturale attrattivo per melomani e appassionati d’arte in genere, e al contempo il fulcro attorno al quale sviluppare quella parte di periferia.

 

30-07-2023

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