Marzo 2019

STORIE

TRA PASSATO E PRESENTE: UN VIAGGIO NELLA MERAVIGLIOSA TERRA DI SANTA FILIPPA MARERI E IL SUO MONASTERO.

storia

(di Simo.Vu.) S. Filippa Mareri patrona del Cicolano è la prima santa del Secondo Ordine Francescano, quello delle Clarisse, una figura che ha abbracciato con fervore la carità e lo stile di vita del poverello di Assisi. Il titolo di Santa compare la prima volta in una Bolla di Innocenzo IV emanata nel 1247, dopo appena dieci anni dalla sua morte. Accanto all'attività spirituale ispirata a San Francesco, la sua opera è stata basata sul servizio ai poveri e all'apostolato. Nonostante sia trascorso tanto tempo, S.Filippa Mareri è restata legata all'intero territorio del Cicolano divenendone Patrona nello scorso mese di Febbraio.  La vita della Santa viene ogni anno ricordata dalla popolazione, insieme al sacrificio affrontato pur di costruire un Monastero capace di accogliere e distribuire le cure necessarie gratuitamente ai malati.

È interessante quindi addentrarsi nella storia di questo convento e della sua travagliata distruzione negli anni '40 per riempire il bacino di quello che da lì a poco sarà il lago Salto.
Filippa Mareri faceva parte di una nobile e potente famiglia di Petrella, ma ebbe con i genitori divergenze di vedute tali da decidere di fare vita eremitica per molti anni insieme a delle sorelle costruendo così lo scheletro del gruppo che costituirà il Monastero. Una volta riappacificatasi con la propria famiglia, la Santa utilizzerà gran parte della sua dote e dei suoi averi per erigere un grande monastero dove poter mettere in pratica gli insegnamenti Francescani sentiti tanto nel Cicolano quanto nel Reatino. Così nel corso del 1200 il Monastero diviene faro e rifugio per la vita dei tanti contadini della zona. Si può affermare che il convento sin dalle sue origini ebbe un ruolo chiave nella vita quotidiana della popolazione e soprattutto sulla loro salute, fungendo da ricovero per i malati dei borghi circostanti. Ruolo che il convento mantenne nel corso dei secoli resistendo a guerre e carestie. Intanto però il prestigio della famiglia Mareri andava lentamente scemando tanto che tutti i possedimenti passarono sotto il controllo dei Barberini.

L’affezione per il monastero da parte della comunità invece non venne mai meno come testimoniano i tanti lasciti da parte delle potenti famiglie della zona direttamente nella disponibilità delle suore. Una vicinanza spirituale che emergerà con tutta la sua forza negli anni ‘30 e ‘40 del ‘900 quando si decise di demolire il monastero per riempire la vallata di acqua costruendo così un impianto idroelettrico con annessa diga. Ecco che il lago artificiale sommerse così l’antico borgo abitato come pure il convento. Fu un grande colpo per la comunità della zona vedere distrutto il proprio punto di riferimento religioso,  sommosse anche violente scoppiarono tra la popolazione con la distruzione dell’intero cantiere per la ricostruzione della Chiesa e del convento annesso. Gli animi vennero riportati alla calma solo dall’intervento del vescovo di Rieti che mediò tra le parti e permise la definitiva ricostruzione del monastero. All’inaugurazione non venne invitata nessuna autorità civile segno della rottura tra la comunità e le autorità. Le diverse Badesse avvicendatesi nel corso degli anni hanno portato il nuovo Convento ad essere di nuovo punto vitale della comunità del nuovo paese di Borgo San Pietro e dei paesi circostanti. Sicuramente la creazione del Museo interno al convento funge da mezzo per conoscere la storia e le antiche usanze del luogo. Vi si trovano oggi numerose opere d’arte e antichi farmaci utilizzati nei primi anni di vita  come anche testimonianze scritte (lettere, telegrammi) che raccontano la vita delle Monache. Il Monastero continua ad essere un importante centro spirituale, sociale e culturale grazie alla presenza di un bellissimo teatro sede di importanti convegni e non di rado ancora oggi molti devoti arrivano davanti all'altare dove è collocata la tomba della Santa per esprimerle riconoscenza e gratitudine. Nel Museo vengono custoditi alcuni dipinti del più grande pittore surrealista italiano, Giorgio De Chirico (1888 – 1978), il quale in nome degli ottimi rapporti con le suore li donò al Monastero. Di particolare interesse storico-artistico la Crocifissione e l’autoritratto.

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