a cura di Massimo PALOZZI

Novembre 2022

POLVERI SOTTILI

TERREMOTO, LA DIFFICILE VERITÀ PROCESSUALE

di Massimo Palozzi - Il versante giudiziario del terremoto del 2016 continua a riservare sorprese. Se non dolorosa come lo scempio di vite e cose provocato dal sisma, la sequela di processi aperti a conclusione delle indagini condotte dopo il sisma sparge sale su ferite ancora troppo difficili da rimarginare.

Il 28 settembre l’ex sindaco di Amatrice e attuale consigliere regionale della Lega Sergio Pirozzi è stato assolto dal tribunale di Rieti per le 7 persone rimaste sotto le macerie di una delle palazzine di piazza Sagnotti perché il fatto non sussiste. Con lui sono stati assolti gli altri cinque imputati.

Di segno opposto la sentenza emessa l’8 settembre 2020 nel primo processo per altre 18 vittime e 3 feriti causati dal crollo di altre due palazzine della stessa piazza. In quel caso sono stati condannati tutti e cinque gli imputati a pene variabili tra i 5 e i 9 anni di reclusione per i reati di omicidio colposo plurimo, crollo colposo, disastro e lesioni. Il processo di appello è in corso e il procuratore generale ha chiesto la conferma delle condanne.

La verità processuale va accettata anche quando presenta margini difficili da catalogare, soprattutto per i non esperti di diritto. Non va invece in alcun modo avallata l’inerzia della ricostruzione. Da quel maledetto 24 agosto sono passati più di sei anni e il livello di ripristino di Amatrice, Accumoli e degli altri centri brutalizzati dal terremoto che sconvolse il centro Italia non pare per niente all’altezza delle aspettative.

(da Format sett-ott 2022)

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