(di Stefania Santoprete) Riccardo lancia un segnale?
Non avremmo attributo tale nome a questa rubrica se non credessimo nel non razionale, nella possibilità dell’esistenza di un’enigma, un segreto… Diretta discendente di altri appuntamenti dedicati al paranormale, la Rieti Misteriosa ci ha spesso condotto lungo sentieri particolari, in cui la coincidenza ha un ruolo fondamentale. Tra queste righe abbiamo lasciato il ricordo di Riccardo, appassionato di Templari, scomparso prima che potesse consegnarci il suo immenso sapere. Riccardone che ci aveva condotto per mano a guardare Rieti scoprendone simboli e croci nascoste, perché furono loro a edificare i ‘libri di pietra’, capaci di palare solo a chi fosse in grado di ‘leggerli’. Recupereremo presto quelle puntate del 2016 e le depositeremo nel nostro sito formatrieti.it, insieme agli interventi del prof. Luciano Tribiani sempre sull’argomento. Potevamo rimanere quindi indifferenti quando lo stesso tema è stato ripreso da Guido Carlucci? Sembrava quasi qualcuno volesse riallacciare il filo del discorso. Ma cosa c’entra un pittore materico con la ricerca templare? Ma Carlucci non è poi quello del ‘Codice Da Vinci’? Cerchiamo di capire…
Guido Carlucci e il codice leonardesco
Lasciamo da parte ogni sorta di diffidenza, la ricerca parte da presupposti a volte assurdi e noi siamo qui per ascoltarli sospendendo, come nello stile di questo spazio, ogni giudizio. A voi le considerazioni finali. Guido, attraverso un lavoro certosino, animato da una sete di conoscenza e di entusiasmo, si ‘tuffa’ nella vita e nelle opere di Leonardo da Vinci fino a scoprire che ovunque il Maestro ha disseminato indizi: icone in miniatura, rimandi ad oggetti e luoghi, una numerologia che dà vita ad un vero e proprio ‘codice leonardesco’. Lo fa tenendo conto ad esempio degli studi di Da Vinci sulla rifrazione e la riflessione luminosa, di cui Carlucci si ricorda rimanendo in osservazione di uno dei dipinti naturalistici più belli, il disegno 8P. Secondo quanti lo hanno finora osservato rappresenterebbe una veduta dall’alto di un paesaggio pluviale, ovvero la Valle dell’Arno. La teoria dell’artista reatino rovescia le carta in tavola, mentre ruota dapprima a sinistra di 90°, poi a destra ed infine a 180, il disegno stesso. Troppo semplice? Non dimentichiamo che Leonardo era uno studioso di geometria ed attento conoscitore di filosofia. Voleva racchiudere e trasmettere il suo sapere attraverso un codice incomprensibile ai più? Carlucci afferma che la datazione del disegno sembrerebbe ricondurre al viaggio del Maestro da Firenze a Roma. Durante questo viaggio, il genio, avrebbe visitato i luoghi di Cantalice e pernottato presso una bottega di cui oggi il nostro è proprietario.
Leonardo sulle orme di Francesco e dei Templari?
Leonardo rimane colpito dalla spiritualità dei luoghi in cui San Francesco impresse la sua orma? Quindi sono i nostri luoghi quelli ritratti?
“Io credo si tratti di Poggio Bustone con le cinque torri del 500 e di tutta la Valle Santa: osservando diversamente il paesaggio appare al contempo Greccio ed una serie di simboli quali scudo templare, calice, un angelo, un monaco…”
Ma cosa dice dunque tale messaggio cifrato?
Indicherebbe la via della conoscenza, la stessa di cui ci parlò Riccardo, custodita dall’Ordine dei Templari. Fu così che il nostro ricercatore attuale, sposando appieno la tesi di Dan Brown, collega ed unisce a doppio filo uno dei più grandi geni dell’umanità ai Cavalieri, mossi nelle loro azioni da una potente spiritualità e da una profonda sapienza. Il loro primo simbolo, ovvero il segno Tau, abbraccia totalmente a 360° le dimensioni dell’universo; diffuso presso gruppi cavallereschi dall’inizio del XIII secolo e giunto notoriamente a noi attraverso il tratto autografo dello stesso san Francesco d’Assisi. Eh sì, perché come in questa rubrica già scrivemmo, in molti sono convinti che Francesco fosse attratto dall’ideale dei Templari, al punto che il suo ordine sembrerebbe modellato su quello templare. La stessa sua madre era nativa dell’Occitania, la patria dei càtari, cristiani “eretici” perché dualisti.
Quindi Templari - San Francesco - Leonardo Da Vinci, uniti in qualche modo e pronti a riemergere dall’al di là per lanciare un segnale a chi sa interpretarlo?
“Ho iniziato a ricercare - spiega Carlucci- la presenza dei Templari in questa zona, ed ho trovato tracce ovunque, come improvvisamente riuscissi a ‘intuirle’ prima ancora di scoprirle. Imbattendomi dapprima con lo stemma e la presenza a Poggio Bustone di Tommaso Berardi, pensate un po’? L’unico Gran maestro Templare italiano” Guido è convinto che a lui si faccia riferimento quando i poiani definiscono la rocca ‘di Berardone’. “Al Sacro Speco ho trovato una croce templare intagliata, così come a Cantalice (nel centro storico) dove abbiamo anche un fiore templare, e poi a Labro, ad Antrodoco, e in tantissimi altri paesi della nostra provincia”.
Sono segni di presenza reali? L’artista reatino afferma di avere ormai un gruppo di studio sull’argomento, avvalendosi di una storica dell’arte, di un epigrafista medievale e di un sacerdote del Vaticano.
“Se alcuni ‘scienziati’ reatini mi dessero un po’ di fiducia, potremmo veramente fare del bene al nostro territorio, ponendo in luce aspetti ed approfondendo una ricerca che richiamerebbe un’attenzione mediatica e turistica di riguardo. A novembre partirà ‘Il cammino dei Templari’, con cavalieri che giungeranno da ogni parte d’Italia e parteciperanno ad una conferenza sull’argomento.”.
Quanto c’è di fondato in queste affermazioni? Quanto emerge anche da un giro in internet e quanto è invece inedito sull’argomento?
A pochi passi da noi abbiamo l’Aquila che si pensa costruita sulla pianta di Gerusalemme, la Chiesa di Santa Giusta sarebbe rappresentazione del Monte del Tempio, la Basilica di Collemaggio forse costruita tenendo conto delle stelle per non parlare delle reliquie custodite all’interno. Già in una puntata precedente il prof. Tribiani aveva rivelato come “Rieti avesse dei legami con grandi responsabili dell’Ordine - facendo riferimento a - fra’ Uguccione da Vercelli, responsabile dei Templari di tutta la Penisola, al seguito di Bonifacio VIII”.