Il Rieti Lazio Pride è stato un evento che ha rappresentato uno spartiacque, soprattutto per le tante persone che hanno colorato la città di Rieti, dove per mesi ha avuto voce una stratificazione di pregiudizi e stereotipi. Format ha ascoltato la voce dei presenti...
ECCOMI, SONO ANNA
E’ lui che porta a spasso il suo corpo provocatoriamente “Ho deciso di presentarmi vestito in drag, cioè da donna, in realtà è semplicemente una forma artistica, però Anna è nata grazie ai reatini. Essendo stato sempre bullizzato, sin da bambino, avendo vissuto sulla mia pelle insulti costanti “Femmina!” “Gallina strozzata!” mi dicevano oltre a tante altre espressioni colorite, ho imparato ad essere molto forte, ho saputo mettere da parte le offese che mi hanno riservato ma oggi, per la prima volta nella mia vita, ho deciso di uscire completamente in drag e di presentare alla città ‘Anna’.”
E come si sta in questi panni?
“Mi sento stranamente libero, decisamente. Sono contento che i reatini, non quelli che sono in questa piazza, ma coloro che incontrerò proseguendo la mia manifestazione personale in mezzo alla città vedano cosa hanno fatto nascere. Invece di buttarmi giù, di chiudermi in me stesso, ho deciso di aprirmi come una farfalla, ed eccomi qui”.
Poi, nella vita di tutti i giorni come concili questa voglia di essere altro?
“Per me è una forma artistica. Nella vita mi sta bene essere Luca ma il mio alter ego Anna, ogni tanto necessita di uscire di casa per essere vista ed applaudita perché principalmente vuole fare spettacolo.”
Qual è la tua inclinazione artistica?
“Vorrei fare l’attore, frequentare un’accademia”.
In questo caso la necessità di essere altro è facilitata dal trasformarti nelle vesti di attore. Ma cosa vuol dire essere al pride? Quando hai fatto i conti con la difficoltà di manifestarti per quello che sentivi?
“Sin da piccolo. Ho scoperto da molto giovane di essere omosessuale. Io qui, oggi in questa piazza, mi sento me stesso al 100 per cento, ma la mia presenza serve a dire altro cioè che i miei diritti valgono quanto quelli degli altri: non voglio più stare sempre un passo indietro, come non esistessi… sono stufo, veramente stufo.”
I tuoi?
“Stanno imparando ed è molto positivo. Non lo nego: è stato molto difficile. Sono stato sempre molto femminile e non ho mai nascosto quello che ero, ma tra il ‘non nasconderlo’ e il ‘dirlo’ c’è un enorme differenza. Non dovrebbe accadere, io non dovrei ‘dichiararmi’, dovrebbe essere normale.”
Quale messaggio vuoi dare alle famiglie e ai ragazzi che ci leggeranno?
“Di non spaventarsi se vedono qualcosa che non conoscono. Vale in generale: documentatevi e tentate di conoscere, poi capirete e forse comprenderete”.
CIN CIN A NOI!
“Io vivo a Roma ma sono svedese, provengo da una piccola realtà in cui è comunque difficile vivere una vita da omosessuale o transessuale rispetto ad una metropoli.”
Indossi alcuni monili, hai le unghie dipinte, lo fai normalmente o hai scelto di caratterizzarti per questa occasione?
“Ormai lo faccio sempre, all’inizio solo in occasioni particolari, andando a ballare. Con il tempo mi sono abituato alle reazioni delle persone che, sinceramente, sono anche meno di quanto si possa immaginare. Lo smalto lo metto anche per recarmi al lavoro e non penso più sia sinonimo di mancanza di professionalità, come mi accadeva prima”.
Una sorte di micro rivoluzione attraverso piccoli particolari con cui riaffermi te stesso?
“Lo faccio perché lo trovo bello e come atto politico, fregandomene di chi non approva. Fa parte di questo anche il camminare mano nella mano con mio marito”.
Sei sposato dove?
“In Puglia sei giorni fa! Un matrimonio riconosciuto come unione civile”.
Come è andata?
“La sua famiglia l’ha presa molto bene. Un suo parente si è presentato a noi nel giorno della cerimonia confidandoci di avere avuto molti pregiudizi sulla nostra unione ma che quell’evento gli aveva fatto cambiare idea “vedendo voi e i vostri amici mi sento cambiato” ci ha detto”.
Quando hai fatto i conti con te stesso?
“A 18 anni ne ho avuto consapevolezza, tre anni dopo l’ho condiviso. L’ho vissuto meglio di come avessi immaginato, temevo i commenti dei parenti, amici, ed invece è stata solo per me una liberazione.
Eccolo! Vi presento mio marito, possiamo baciarci?”
da Format sett-ott 2021