a cura di Rino PANETTI

Aprile 2018

MAGICAMENTE

SOGNI CHE RINCORRONO LA REALTA' E QUEL JOYSTICK

magia

Mancavano pochi giorni a Natale, lo scorso anno.

In quel periodo dedico sempre un po’ di tempo a pensare alle tre-quattro tappe più importanti sulle quali lavorare il prossimo anno, ricordandomi però di lasciare sempre la porta aperta ad altre eventuali opportunità che nel divenire dei mesi dovessero emergere inaspettate. Anzi, oramai da diverso tempo, includo in maniera fissa questo “promemoria” tra quelle tre-quattro tappe. Non posso correre il rischio di non afferrare treni che passano.
A proposito, voglio condividere con voi amici di Format un mio piccolo segreto: scrivo ciascuna delle tappe individuate su un distinto foglio, preceduta dalle parole: “Come potrei..?” Poi, sotto questa domanda, inserisco le azioni che intendo fare (e i relativi: tempi, contatti, difficoltà a cui porre attenzione) per portare in vita quella tappa.

Ma torniamo a noi: ero assorto dunque nei pensieri sulle tappe 2018.
Come potrei scrivere un articolo e, soprattutto, farlo pubblicaredalla più importante rivista italiana di management, ‘L’Impresa’, appartenente a Il Sole 24Ore?
Buttai giù una serie di azioni concrete da porre in essere, tutte in verità molto sfidanti e impegnative. Prevedevo di affrontarle a partire da giugno 2018. Intanto mi sarei concentrato sugli altri “Come potrei...”.
Tutto scorreva.

Poi, in pieno Burian (o Buran?), ricevo una chiamata iniziante per “02”.
Riconosco il numero di telefono di Franco Angeli, la casa editrice con cui ho pubblicato il mio ultimo libro.
“Qual buon vento?” rispondo, con un tono sorridente pensando alla tempesta meteorologica in atto. L’attimo di silenzio dall’altra parte del filo tradisce in realtà un sorriso trattenuto. Capita anche a voi di riconoscere certi silenzi?
Panetti, le consiglio di acquistare il numero di marzo de L’Impresa. Conosce la rivista?
Eccome se la conosco.
Auto. Edicola. Rivista. Auto. Casa. Divano. Cellophane rivista. Rivista.
Compio tutte queste azioni come in preda a riflessi condizionati che mi guidano da lontano. Movimenti di una macchina comandata da un Joystick in remoto.

Sfoglio con lentezza e arrivo a un’immagine familiare. Bastano pochi istanti per riconoscere la copertina del mio libro. Gli occhi sembrano ora andare più veloci dei miei comandi mentali. Deve essere ancora quel joystick in remoto, focalizzatosi ora sugli occhi.
Risalgo così alla pagina precedente, al titolo dell’articolo. Parla di futuro, come viverlo da protagonisti, esserne attori e non spettatori.

L’articolo presenta tre libri utilissimi a tal fine: due di questi libri sono di autorevoli esperti stranieri. Sono in realtà due best sellers mondiali. Il terzo libro è il mio.

Ora mi guardo da fuori, e sembra che riesca a vedermi, vedere i miei pensieri. Ancora quel benedetto joystick, non deve esserci altra spiegazione.
Mi vedo da fuori, dicevo, e mi scopro a ripensare al mio “Come potrei...” di dicembre e a vivere una felicità tanto piena da restare soffocata.
Gli occhi divorano l’articolo. Le parole che gli occhi vedono (sì, perché non sono io a vederle, ma gli occhi. Io osservo solo gli occhi che stanno leggendo...ancora il joystick) sono così lusinghiere da non permettermi di riconoscere i pensieri che mi attraversano scorrendole.

E’ allora che ho capito una cosa basilare: il joystick non sempre funziona.

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