Sala dei Cordari gremita ieri a Rieti per la presentazione del libro di Goffredo Bettini "A sinistra. Da capo". Il pubblico ha sembrato apprezzare l'occasione offerta per discutere ed approfondire il tema del rapporto tra la vita delle persone e la politica. "Se vogliamo rimettere in campo la sinistra - ha commentato l'ex sindaco Simone Petrangeli, organizzatore dell'evento con il movimento politico Rieti Città Futura - non è più rinviabile l'elaborazione di una nuova visione del mondo capace di mobilitare le coscienze e l'azione delle persone. Dobbiamo ricostruire un campo, quello delle forze del cambiamento e della trasformazione. La politica deve tornare ad essere strumento utile al cambiamento, altrimenti diventa mero esercizio del potere. Ringraziamo gli autorevoli ospiti che hanno raccolto l'invito ad una riflessione a tutto tondo sul senso profondo della politica e della sinistra". "Dopo il triennio decisivo 1989-1992, quando si è squadernata di fronte a noi la fine del Novecento e dei grandi partiti di massa, abbiamo pensato a costruire un nuovo soggetto politico, diverso nelle forme ma capace di svolgere quel ruolo di collegamento tra potere e popolo che hanno avuto i grandi partiti di massa? No, non lo abbiamo fatto - ha osservato Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, esprimendosi sul congresso dem e sulle prospettive del centrosinistra - Abbiamo scelto la via del governo. Governo, governo e o solo governo. Al Governo abbiamo fatto anche cose importanti, abbiamo salvato il Paese, abbiamo salvato la democrazia. Ma dal governo hai una visione aerea, non attraversi i micro-processi della società che si stava decomponendo a causa dell'azione dei nostri avversari. Ho tanto difeso l'incontro con i 5Stelle, anche prendendomi critiche del tutto ingiuste. Come quella sulla frase "Conte punto di riferimento dei progressisti". Ho detto una banalità, perché se tu fai un Governo all'interno del quale ci sono tutti i progressisti italiani e come Presidente del Consiglio c'è Conte, è un fatto oggettivo che egli sia il punto di riferimento. Non ho mai detto "capo dei progressisti", ma "punto di riferimento". Ma ormai la profondità dei significati viene totalmente tralasciata dalla invettiva demagogica e ideologica.
Oppure - questa è quella che mi ha fatto più male - sul fatto che avrei portato il Pd a essere subalterno al Movimento. Ma come? Quando abbiamo governato insieme al Movimento, loro faticavano e hanno avuto una fase di grande difficoltà eppure hanno tenuto fino a Draghi. Appena si è rotto il rapporto unitario tra noi e il M5s, loro sono saliti e noi siamo crollati.
Abbiamo perso le elezioni perché abbiamo immediatamente detto 'no' a qualsiasi tipo di collaborazione con il Movimento.
Il congresso si è dilungato troppo sulle modalità di voto, sul comitato dei valori dove le uniche due persone che stanno suscitando un dibattito (Castagnetti e il sottoscritto) non sono tra le cento che ne fanno parte.
Abbiamo bisogno di scelte politiche, ma queste scelte derivano da una incertezza di visione del mondo. Purtroppo la segreteria di Renzi, che pure aveva acceso delle speranze, ha portato dentro al Pd una contraddizione identitaria. Perché si è costruita dentro al nostro partito una visione, del tutto legittima, apologetica di quello che c'è. C'è invece ancora una parte notevole del partito, non ben organizzata riguardo alle candidature per il congresso, che invece sostiene una visione critica. Non sono per la separazione, sono per la chiarezza: perché la "mezzadria dell'anima" non funziona. Chi perde non si ingrugna. Noi siamo per un "oltre" rispetto al presente oppure siamo satolli rispetto a quello che c'è?
Questo è il vero tema del congresso, non ne vedo altri.
Ho parlato di riformare il capitalismo... sono diventato un nostalgico.
Dobbiamo avere misura, combattere per la pienezza di vita delle persone contro la sopraffazione, facendo;
non smettendo mai di fare.
Perché in questo caso onoriamo la nostra esistenza e onoriamo la nostra parte politica". Ha concluso Bettini durante la presentazione del suo libro. Presentazione che ha richiamato attenzione anche per la presenza di Fausto Bertinotti (ex presidente della Camera) fortemente lucido e critico nei confronti del 'fallimento delle sinistre d'Italia' ed Enrico Gasbarra (ex parlamentare europeo) insieme a quella di Massimiliano Smeriglio (parlamentare europeo), Alessandra Maiorino (vicepresidente del Movimento 5Stelle al Senato), Jasmine Cristallo (attivista politica e sociale) e Daniela Preziosi (giornalista), a suscitare interesse soprattutto in virtù delle prossime elezioni regionali e dell'attuale momento di necessità di ricostruzione della sinistra.
La registrazione video dell'incontro QUI
15_01_23
ph M. D'Alessandro