a cura di Ileana TOZZI

Dicembre 2018

STRADA FACENDO

SACCHETTI SASSETTI CI CONDUCE

rieti, storia

(di Ileana Tozzi) Dove ci condurranno i nostri passi lungo le antiche strade, nelle brumose giornate con cui un lungo, stravagante autunno prende congedo per cedere all’inverno?

Cerchiamo di sfuggire alle lusinghe delle luci argentate che da Santa Barbara fino all’Epifania attraversano il cielo terso della sera, sospese da un cornicione all’altro dei palazzi del centro, regalando bagliori a una piazza troppo spesso abbandonata a sé stessa.

È proprio vero, non c’è più la festosa atmosfera del Natale della giovinezza. Eppure, che senso ha lamentarsi, rifugiarsi in sterili rimpianti? Troppe cose sono cambiate, e non in meglio, così come siamo cambiati noi stessi.
Ma quest’anno potremo trovare una guida inaspettata al nostro cammino, alla ricerca del Natale perduto.

Trascorsi i cinquant’anni stabiliti nelle sue volontà testamentarie dal professor Angelo Sacchetti Sassetti, è finalmente accessibile il suo archivio privato, scrigno prezioso di memorie fino ad oggi gelosamente custodito presso l’Archivio di Stato che egli stesso contribuì a fondare.

Tra le cento e cento carte manoscritte, tra le mille schede minuziosamente compilate c’è un inedito di straordinario interesse dedicato alle Chiese di Rieti, inedito ancora per poco.

Immergiamoci nella lettura, poi intabarriamoci e usciamo di casa per riconoscere pietra su pietra, scorcio su scorcio, ciò che resta della Rieti che custodiamo nel cuore.

E, a proposito del Natale di un tempo, il professore ci condurrà sul sagrato della chiesa di San Nicola e ce ne racconterà la storia. Grazie a lui, ricorderemo che l’origine della chiesa che oggi riconosciamo intitolata al Vescovo di Mira è ben altra, trattandosi della sede della confraternita della Madonna del Pianto presso la quale il vescovo Camarda trasferì titolo e sede parrocchiale il 27 luglio 1751. Alla primitiva intitolazione mariana si dovette la decorazione degli interni, finanziata dai devoti confratelli ed affidata a Lorenzo Torresani da Verona che nel 1525 vi dipinse a fresco la scena di un Presepio, andato perduto nei secoli a venire. Questo ce ne racconta Angelo Sacchetti Sassetti: A destra dell’altare di S. Carlo, sopra la piletta dell’acquasanta, trovasi incastrato nel muro un frammento di affresco, rappresentante la Vergine e proveniente senza dubbio, dal demolito presepio di Lorenzo Torresani.Non alimentiamo rimpianti, ma custodiamo ricordi.

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