di Massimo Palozzi - Questa settimana si è aperta e chiusa con due inaugurazioni di segno opposto. Lunedì è entrato infatti in funzione l’autovelox sulla bretella che collega Villa Reatina alla superstrada Rieti-Terni. Venerdì è invece partito dopo anni di attesa l’ascensore in centro tra via San Pietro Martire e piazza Cesare Battisti. Si tratta chiaramente di due eventi del tutto scollegati tra loro ma in qualche misura accomunati da un’idea di regolamentazione e sviluppo dei trasporti urbani. Ovviamente all’accensione dell’autovelox non c’era alcuna autorità. Niente fasce tricolori da esibire né discorsi celebrativi. L’assessore Oreste De Santis ci ha anzi tenuto a sottolineare che la messa in esercizio del rilevatore di velocità è stata stabilita con i vertici della Polizia locale, quasi a volerne dirottare la responsabilità su un organo tecnico, evitando così di rivendicare una decisione politica peraltro concordata con la Prefettura. Che poi, in fondo, non ci sarebbe nulla di male. Come è stato ripetutamente osservato, verrà monitorato un tratto di strada molto pericoloso, con il limite di velocità di 70 chilometri orari.
Le preoccupazioni per le preoccupazioni degli automobilisti sono comprensibili. In questi tempi di magra ci mancano solo le multe a pesare sulle economie familiari. Però c’è la sicurezza da salvaguardare. La risposta a chi si lamenta sarebbe dunque semplice: basta rispettare i limiti per evitare costose sanzioni e disastrosi incidenti. Vero. Ma è altrettanto vero che spesso gli enti locali approfittano degli autovelox per fare cassa. Lo ha ricordato la Uil a proposito del nuovo autovelox di Villa Reatina ma nemmeno sarebbe servito, solo a guardare dove sono posizionati gli altri sul territorio, ad esempio sulla Salaria per Roma: tutti in posti che sanno un po’ di agguato.
Va detto che il Comune aveva preparato in anticipo la campagna informativa su calendario e modalità dell’avvio dello strumento. Dunque nessuna sorpresa. La finalità rimane del resto la tutela dell’incolumità degli utenti della strada, quindi troppe lamentele stonerebbero pure. Magari la scelta della data non è stata delle migliori. Lunedì sono infatti ricominciate le scuole. Una coincidenza che poteva essere evitata, in considerazione della concitazione della giornata.
Ben altro scenario è stato invece allestito per l’inaugurazione l’altro giorno dell’ascensore in centro con tanto di taglio del nastro. Lì le autorità non sono mancate, in carica e del passato, reatine e romane. In effetti l’occasione meritava una celebrazione in pompa magna, se non fosse per il gigantesco ritardo con il quale un’opera tutto sommato minore viene consegnata alla città. In questi casi vale sempre il detto meglio tardi che mai, però davvero non si può dimenticare che i lavori per l’elevatore erano stati inseriti nei progetti Plus sotto la sindacatura Petrangeli, con data di chiusura del cantiere 12 novembre 2014.
A voler dare una visione romantica all’accaduto, la (tardiva) attivazione dell’ascensore arriva come un ideale accompagnamento all’uscita del vescovo Domenico Pompili che proprio da lì, all’esterno della cattedrale lato piazza Cesare Battisti, la scorsa settimana ha salutato Rieti prima di insediarsi a Verona il primo ottobre.
Tornando a questioni più prosaiche, l’accensione dell’autovelox di Villa Reatina ha coinciso con le solite file create sulla Salaria dalla rotatoria di Borgo Santa Maria. Non siamo ancora ai ritardi record registrati dall’ascensore, ma di tempo ne è già trascorso da quando a maggio Fabio Melilli si trovò costretto a scrivere una lettera al Commissario straordinario Fulvio Soccodato sulla scia delle veementi proteste degli automobilisti (soprattutto pendolari, ma anche vacanzieri del week end) intrappolati in file lunghissime a causa della inadeguatezza della rotonda.
“È veramente paradossale – scriveva il deputato Pd quattro mesi fa – che la realizzazione della angusta rotatoria di Borgo Santa Maria invece di migliorare il transito lo rallenti, vanificando il prezioso lavoro della rotatoria di Passo Corese. Ti prego di occuparti della questione al fine di individuare tutte le soluzioni possibili, anche di modifica dell’opera, utilizzando tutti gli strumenti a tua disposizione”.
Da Soccodato erano immediatamente arrivate parole di conforto e la promessa di un pronto intervento che però non si sono ancora tradotte in provvedimenti concreti. Le settimane passate dall’apertura della rotonda sono relativamente poche (soprattutto per i tempi di reazione della burocrazia italiana), ci sono state di mezzo le vacanze estive e certo la caduta del governo e la conseguente campagna elettorale non ha facilitato i meccanismi operativi. Fatto sta che un’infrastruttura pensata per snellire il traffico è riuscita nella mirabolante impresa di produrre l’effetto opposto, senza che nessuno si sia ancora peritato di metterci una pezza.
Il lavoro di ammodernamento della Salaria è un fatto. Così come i numerosi interventi per riabilitare le disastrate strade cittadine. Forse per questo l’effetto paradosso risulta più insopportabile: possibile mai che le (poche) opere pubbliche che si riescono a concretizzare debbano sempre soffrire di qualche effetto collaterale, siano essi ritardi ingiustificabili o esiti tecnicamente inadatti? Tutti gli esponenti politici arrivati a Rieti per la campagna elettorale hanno sperimentato di persona lo stato inaccettabile delle infrastrutture viarie della provincia. Il problema è che questi disagi sono gli stessi lamentati dai loro predecessori in ognuna delle precedenti tornate elettorali, e sebbene qualcosa si stia muovendo (vedasi pure alla voce ferrovia con il recente finanziamento dello studio di fattibilità di quella dei Due Mari) non vanno mai sottaciute le lentezze e la non eccelsa qualità dei lavori effettuati.
Speriamo che almeno quelli fatti sulle scuole non debbano soffrire gli stessi mali. Proprio in occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico, lunedì è stato inaugurato l’ampliamento della scuola elementare “Cirese” a Madonna del Cuore con tre aule aggiuntive, uno spazio per la refezione e nuovi servizi, mentre proseguono gli interventi per l’adeguamento sismico dell’istituto.
“Il tema dell’edilizia scolastica è prioritario per la nostra amministrazione e stiamo già mettendo in campo vari interventi”, hanno commentato nell’occasione l’assessore comunale ai Lavori pubblici Claudia Chiarinelli e la collega alla Scuola Letizia Rosati. Non c’è dubbio che un’appropriata cornice infrastrutturale sia una precondizione indispensabile per una buona didattica, tanto più dopo gli anni difficilissimi della Dad imposta dalla pandemia.
Martedì il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha rivelato che in questi ultimi due anni scolastici il paese ha perso quasi trecentomila studenti. In provincia di Rieti lunedì ne sono entrati in classe 18.510, 328 in meno rispetto allo scorso anno. Secondo il Provveditorato agli studi, sono 2.536 i bambini iscritti alle scuole per l’infanzia, 5.225 alla primaria, 3.668 i ragazzi alle medie e 7.081 alle superiori. A un calo del numero degli alunni corrisponde un aumento di quello dei docenti, passati dai 2.596 del 2021/2022 ai 2.771 del 2022/2023. Dati da leggere con molto attenzione, perché la scuola resta comunque uno dei primari presidi sociali.
18–09-2022