a cura di Francesco Pasquetti

Giugno 2021

L'AVVOCATO DEL DIAVOLO

PREVENIRE E MEGLIO CHE CURARE (E, SOPRATTUTTO… COSTA MENO!)

Il fiume Velino - ultima parte

ambiente, amministrazione

di Francesco Saverio Pasquetti - Si conclude il nostro excursus dedicato alle opere  funzionali al fiume Velino, cuore pulsante della  città. Della pista ciclabile, sorta nei pressi del fiume e per la gran parte di competenza della provincia, che la realizzò sotto la gestione Melilli, particolarmente frequentato è il tratto della cosiddetta “Giorlandina”, oggi lungotevere Don Giovanni Olivieri, a tutt'oggi strada comunale. All'inizio di essa, nei pressi della centrale del latte, si staglia il blocco in cemento armato del ponte dedicato a papa Giovanni XXIII: un monolite praticamente immutato nel corso di oltre quarant'anni se non fosse che, di recente, si è arricchito di una “chicca” dal sapore fortemente kitsch. I sapienti tecnici della Open Fiber, che già nel posizionare i capi della fibra ottica hanno discretamente sventrato numerose vie cittadine (poi solo parzialmente riasfaltate) hanno raggiunto nella parte “a valle” del ponte il loro vero capolavoro “artistico”. Dovendo difatti far transitare la fibra dalla “strabiliante potenza” (1000 mega! ma sarà poi vero? Chi l'ha acquistata ha ben altro parere...) dalla parte del ponte che dalla zona tribunale si dirige verso viale Sacchetti Sassetti, hanno ben pensato - senza subire controllo comunale alcuno - di posizionare i numerosi e grossi cavi, tutti di un bel blu elettrico (guarda un po'!), in bella vista nella parte esterna della ringhiera. Malamente raggruppati ed ancorati - non si sa con quali criteri di sicurezza - all'acciaio con semplici fascette nere di plastica. Un vero e proprio obbrobrio che, a quanto pare, nessuno ha notato ed ancor meno si è curato di far emendare: sarebbe stato sufficiente far transitare i cavi nella parte sottostante del ponte, ma a quanto pare l'opera appariva troppo faticosa e “complessa” e si è così optato per l'alternativa rabberciata, di dubbio gusto ma, soprattutto, assai più comoda! Andando avanti, poco oltre, ci si imbatte nella nuova centrale idroelettrica realizzata grazie ai finanziamenti di Rieti 2020. Nulla da dire sull'impatto zero della stessa, sapientemente nascosta dai progettisti. Ciò che resta un mistero è l'accesso alla passerella pedonale che la società appaltatrice aveva promesso in cambio della realizzazione della centrale, posta proprio sulle chiuse del consorzio di bonifica. Da tempo l'opera, soprattutto nella parte lato Consorzio, appare ampiamente completata. Mistero, tuttavia, sulla data in cui verrà consegnato alla città. Un po' come il fantomatico ascensore di piazza Cesare Battisti: ma di questo si parlerà in altra occasione. Infine, i frequentatissimi attrezzi ginnici lungo il fiume. Cosa occorrerà attendere per ripristinarli nella loro integrità? L'originaria funzionalità è oramai un lontano ricordo, privi come sono per la maggior parte di numerosi dei loro elementi. Si attenderà che decadano definitivamente, lasciando deluse così le aspettative dei tanti reatini (e delle tante scolaresche) che li frequentano assiduamente? Intanto ci si pavoneggia con magnificenti opere di intersezione viaria con la Salaria (in cui il comune nulla c'entra, essendo Anas) o di metanizzazione della piana (anch'essa di paternità diversa). Ma di queste piccole, grandi opere di manutenzione, dall'assessorato ai lavori pubblici nessuna traccia. Sic est

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