(di Maria Antonietta Dionisi*) Seduta alla mia postazione, sabato pomeriggio silenzioso e sornione, atmosfera tipicamente estiva, di un'estate scoppiata all'improvviso, quando sembrava che non arrivasse mai: condizioni ideali per fare il punto ancora una volta e allo stesso tempo sentire che così, nel silenzio, è più facile anche concentrarsi. Forse ora comincio a prendere coscienza del mio lento e prolungato letargo fisico e mentale in cui la malattia mi aveva calato pian piano, ora che sento tanta energia e voglia di prendere a pugni un mondo sempre più alla deriva, ora che vorrei gridare a tutti che sono stanca di questo annaspare nella melma in cui sembra che tutti nuotino fingendo acqua pulita. Sarà lo scintillio e l'esplosione di colori che mi circonda, in spazi ridisegnati e rinnovati qui in laboratorio a darmi una scossa ancora più forte, che mi carica. Eh sì, ora il mio “topino di laboratorio” è veramente cresciuto, ha bisogno di una sua dimensione, di uscire dalla sua “soffitta” e creare “en plein air”, di dare spazi concreti e visibili alla sua creatività; così ora il laboratorio è condiviso, anzi direi diviso, letteralmente, in due; il ronzio delle macchine da cucire che accompagnava i miei sonni, ora scandisce le mie giornate. “Largo ai giovani”, è il mio motto che purtroppo noi “grandi” spesso dimentichiamo: diamogli, per quanto possibile, l'opportunità di sbagliare, di tentare, di mettersi in gioco, non basta quello che può essere l'aiuto economico, più difficile è il sostegno morale, senza giudizi, lasciandoli pensare con la loro testa, prima delle contaminazioni esterne. Se poi il “topino” mi critica cercando la perfezione anche in quello che faccio io, se in un primo momento mi fa sentire un po' incapace, è invece uno stimolo a fare di più e meglio; è difficile accettare una critica ma forse la “vecchiaia” mi sta facendo brutti scherzi, rendendomi più docile, più disposta ad imparare ancora e ancora. Sarà ancora più importante perché non sarà facile affrontare il tempo che verrà. Hai voglia a dire che tutto si sta riprendendo, ma che? Siamo sinceri, guardiamoci attorno: si vola basso anche nel mondo creativo, come vola basso il quotidiano corrente; ci si accontenta, cercando il massimo con il minimo sforzo economico, all'insegna del “bisogna fare qualcosa che costi poco, altrimenti chi lo compra”. La qualità ormai è per pochi, si cerca l'idea e poi la si sfrutta al minimo di impegno, così bisogna rivolgersi ad un pubblico diverso, un pubblico che lavora per sé, per un regalo, per una piccola cerchia. La produzione di massa va in un'altra direzione ed è difficile seguirne l'andazzo. Sono tornata finalmente a partecipare a corsi e aggiornamenti, guardo sul bancone un albero di Natale frutto dell'ultimo corso: colori delicatissimi, tecnica semplice ma lunga da applicare, materiali made in Italy come tubolari nuovi e velluti stampati, so già che saranno per pochi. Ma per sopravvivere credo che questa sia la strada, poco ma diverso. Intanto si è fatta sera, alzo lo sguardo e il nuovo luccichio in laboratorio fa brillare la vetrina, mi lascio prendere dai sogni: domani sarà un nuovo luminoso giorno.
*Decorare con - Via Cavour 14 Rieti