(di Manuela Marinelli) - I radicali cambiamenti previsti da Format per il 2021 non contemplano più la rubrica Caratteri Originali che, iniziata nel 2004, finisce qui. Ringrazio i lettori che hanno avuto la pazienza e la gentilezza di seguire i miei testi.
L’ambizione della rubrica era quella di rintracciare le peculiarità di un territorio che, rimasto fedele a se stesso per lunghi anni, ha poi iniziato a modificarsi, inseguendo una modernità che spesso si è rivelata, qui, come nel mondo, una deludente chimera.
Ai primi accenni della globalizzazione si tentò di affermare il concetto di “Glocal”. Il motto era: la testa nel mondo, i piedi nel territorio locale.
All’epoca Einaudi pubblicò la “Storia d’Italia”, un’imponente collana il cui primo volume si intitolava “I caratteri originali” che indicava le particolarità che rendono l’Italia unica, irripetibile e straordinaria. Purtroppo la frenetica avanzata del capitalismo consumistico, delocalizzato e spersonalizzato, ha travolto l’Italia e il pianeta, sottomettendo tradizioni, culture, economie e identità nazionali ad un Pensiero Unico omologante, mosso dal solo scopo del profitto illimitato. L’illimitatezza, in un mondo limitato e finito è follia. Il prezzo altissimo pagato è costituito dalla perdita dell’identità culturale, dalla rinuncia a una economia sostenibile e dalla devastazione ambientale. Tutto questo senza avere ottenuto in cambio ricchezza e opportunità per tutti, ma solo per pochi, con la conseguente divaricazione fra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri.
Accanto a questo la globalizzazione ha prodotto un incremento inedito delle conoscenze e la più grande diffusione del sapere che l’umanità abbia mai conosciuto, sviluppando un’informazione capillare, vasta e facilmente fruibile. Ma questa conquista straordinaria, assoggettata al profitto, invece di favorire maggior benessere e istruzione, ha incrementato l’industria del pettegolezzo digitale che alimenta una visione anacronistica, preistorica e superstiziosa del sapere in generale e della scienza in particolare, concepita da grandi masse di illetterati, alternativamente come magia e come inganno.
Di questo si è occupato l’unico intellettuale di riferimento mondiale rimasto: papa Francesco che, dopo le encicliche “Laudato si” e “Fratelli tutti”, ha invitato il mondo al rinsavimento globale promuovendo il convegno “The Economy of Francesco”.
L’ambizione di questa rubrica, gentilmente ospitata da Format, a cui volentieri ho prestato il mio lavoro volontario e gratuito, era dunque quella di rintracciare i caratteri originali del nostro territorio, prima che il diluvio spazzasse via il buono rimasto. Sono ancora pervicacemente dell’idea che la via da percorrere sia quella individuata nella visione Glocal e ora indicata dalla “Laudato si”. Avanzare verso il nuovo ma senza sbarazzarsi del vecchio, delle tradizioni e dei valori che ci hanno guidati per millenni, ricordando che la tradizione è innovazione che ha avuto successo.