a cura di Massimo PALOZZI

Giugno 2018

POLVERI SOTTILI

PASSEGGIANDO IN BICICLETTA

società

Torna la bella stagione e con essa la possibilità di fruire della città in maniera diversa e più a contatto con la natura. Non tutti gli sforzi fatti in questi ultimi anni dalle varie amministrazioni per favorire una mobilità alternativa all’automobile si sono però rivelati vincenti, come dimostra lo stato non proprio perfetto delle piste ciclabili e il sostanziale fallimento del bike sharing, quella pratica che consiste nel mettere a disposizione della gente biciclette in stalli posizionati in varie parti della città ad un costo di noleggio tutto sommato contenuto (5 euro al giorno, 25 per una settimana).

Il servizio aveva anche beneficiato tra il giugno 2016 e il luglio 2017 di un finanziamento regionale di 55mila euro, ma quello che il Comune ha incassato finora sono appena 235 euro, chiara dimostrazione dell’insuccesso dell’esperimento.

Non che altrove se la passino meglio. A febbraio, ad esempio, il colosso cinese di bike sharing Globee bike, dopo soli tre mesi ha abbandonato il progetto avviato a Torino, Firenze e Roma, ritenendo il business economicamente insostenibile, non solo per il numero esiguo di clienti, ma anche per i troppi furti e atti vandalici.

A Rieti si è tornati a riflettere sulla scarsa fortuna dell’iniziativa, partita sotto la precedente giunta di centrosinistra, con l’attuale assessore comunale all’Ambiente, Claudio Valentini, che ne ha individuato il difetto di origine nella poco intelligente collocazione delle rastrelliere, troppo a ridosso, a suo dire, di aree di parcheggio a pagamento. Premesso che Rieti è piccola e tutti hanno la propria bicicletta, il ragionamento per certi versi fila: sono in pochi infatti disposti a parcheggiare la macchina nelle strisce blu, per poi noleggiare una bici con raddoppio dei costi.

Ma è vero anche il contrario. Le biciclette sono piazzate nelle zone centrali della città perché in quelle aree sono maggiormente fruibili da parte degli utenti. Solo che tutta Rieti ha ormai quasi esclusivamente parcheggi a pagamento, per cui l’unica soluzione sarebbe spostarle a Foro Boario o a Campoloniano, dove però non troverebbero nemmeno un utente.

E’ la vecchia storia del cane che si morde la coda. Un film purtroppo già visto troppe volte dalle nostre parti.

 

Gratta gratta

Sempre a proposito di bella stagione, sono ripartite le campagne di derattizzazione e disinfestazione dagli insetti nocivi.

Visti i risultati degli anni passati, non sembra che si siano ottenuti grandi successi, stando almeno al numero e all’aggressività di zanzare, pappataci e affini che ormai da tempo affliggono le nostre giornate estive.

Sarà colpa del cambiamento climatico o delle mutazioni genetiche che rendono queste bestiacce dei serial killer in miniatura, sarà che non è (giustamente) possibile utilizzare prodotti nocivi, fatto sta che Rieti si è ormai trasformata nell’habitat ideale per ogni sorta di succhiasangue dotato di pungiglione, come una volta era prerogativa delle sole località di mare.

 

Fuori dal tunnel

Poi dice che uno diventa populista. La vicenda delle gallerie sulla Rieti-Terni chiuse dal 9 febbraio per motivi di sicurezza è una di quelle fatte apposta per fomentare l’odio del popolo contro le istituzioni.

Non si riesce infatti a comprendere come dopo anni di lavori e milioni di euro spesi, dalla volta dei due tunnel si scollino pezzi di soletta come se si trattasse di un traforo realizzato secoli fa e che invece è stato inaugurato solo il 10 dicembre 2013.

Anche l’originario sospetto di danni provocati dal terremoto del 2016 sembra allontanarsi dopo gli approfondimenti tecnici. Quel che è certo è che servirà un altro milione di euro e chissà quanto tempo per poter nuovamente andare a Terni senza passare per le forche caudine di Marmore.

condividi su: