Negli ambienti politici (ma non solo) è una regola aurea: quando non si sa cosa fare, si organizza un convegno. Se questa è la premessa, la settimana appena trascorsa potrebbe essere ricordata come quella che ha sancito l’irrimediabile incapacità di dare un futuro concreto alle speranze di ripresa di Rieti.Fuor di paradosso, nel giro di pochi giorni si è concentrata una serie di iniziative (un paio persino nella stessa giornata) da lasciare smarriti per quantità e qualità. Così tante da farsi addirittura “concorrenza” tra loro. Premettiamolo: chi si impegna a livello pubblico merita il massimo rispetto e anche una buona dose di incoraggiamento. Il problema è la mancanza di coordinamento. Le analisi, le proiezioni, la descrizione di scenari sono appassionanti a livello concettuale ma non sempre riescono a fornire contributi realmente applicabili senza una visione d’insieme che sappia come metterle a sistema.
Lunedì si è registrato un mezzo ingorgo, tra il seminario “Nuovi strumenti per il turismo”, che per l’intera giornata ha visto gli interventi di fior di oratori presso il Polo culturale di Santa Lucia, e la presentazione pomeridiana alla Camera di Commercio dell’edizione 2019 della Carta dei Servizi di Legacoop Lazio. Come suggerisce il titolo, nel primo caso si è trattato di un evento finalizzato alla promozione di un asset strategico. Grazie alla sinergia tra Confcommercio Lazio Nord e Federalberghi Rieti, l’EBTL (Ente Bilaterale del Turismo del Lazio) ha allestito per la prima volta nel Reatino un percorso formativo rivolto agli operatori del settore, con lo scopo di migliorare l’offerta turistica provinciale e la sua attrattività in un contesto non solo nazionale. Contemporaneamente, nel pomeriggio di quello stesso giorno Legacoop Lazio ha illustrato l’ultima edizione della sua Carta dei Servizi, pensata per offrire uno strumento di crescita insieme alle istituzioni territoriali, a seguito dei catastrofici terremoti del 2016 che hanno contribuito a piegare un’economia già in crisi. I principali temi trattati hanno riguardato le mosse della Regione per il rilancio delle attività economiche nelle aree del sisma, le opportunità offerte dalle Cooperative di Comunità e i Piani di Sviluppo Locale dei GAL Sabino e Vette Reatine (i GAL, Gruppi di Azione Locale, sono un insieme di soggetti pubblici e privati che gestiscono fondi comunitari mirati alla realizzazione di specifici progetti). Martedì ha invece ufficialmente preso il via “Vivaio”, un’idea della durata di un anno, promossa tra le polemiche dalla Fondazione Varrone e affidata a una società privata per offrire in forma gratuita ai nuovi imprenditori consulenze personalizzate su come affrontare l’avvio dell’avventura aziendale. Ieri si è poi conclusa la tre giorni di NEXT RI-GENERATION, evento di cui è stato partner scientifico NextRieti con capofila l’Istituto “Rosatelli” e la partecipazione delle istituzioni scolastiche del circondario, che ha convogliato a Rieti 200 studenti da tutta Italia iscritti alla prima maratona digitale dedicata a sismicità e sviluppo delle aree interne. In concomitanza con le attività principali ha avuto luogo anche la terza edizione della “Fiera di primavera”, concorso conclusivo del progetto “Impresa in azione”, che ha coinvolto un centinaio di studenti impegnati a contendersi nella cornice della chiesa di San Domenico la medaglia di miglior team di impresa locale nell’ambito di un programma di educazione imprenditoriale dedicato alle scuole superiori, con il sostegno della Fondazione Varrone e la collaborazione della Diocesi e della Scuola Interforze per la Difesa NBC.
Ciliegina sulla torta, anche se a celebrazione della Giornata della Legalità e dunque non proprio attinente ai temi economici, giovedì si è tenuta nel piazzale antistante il centro commerciale Perseo la manifestazione “Rieti Città della Giustizia”, con il patrocinio di Comune e Provincia e l’intervento di militari e forze dell’ordine, per promuovere i valori della legalità e del rispetto dell’operato degli uomini e delle donne in divisa. L’evento ha fatto da prologo all’iniziativa di ieri organizzata in Tribunale dalla sottosezione reatina dell’Associazione Nazionale Magistrati in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati, incentrata sulla risposta dello Stato di fronte alle devastazioni del terremoto sia nella fase emergenziale sia in quella della ricostruzione. Insomma, una bella overdose di appuntamenti (per citare solo quelli svoltisi in città), tutti concentrati nella stessa settimana e accomunati dal nobilissimo intento di fornire elementi di comprensione dei fenomeni di più stringente attualità per affrontare le sfide di questa particolare contingenza socio-economica. Ribadito il sincero apprezzamento per chi ha inteso dedicare tempo ed energie a queste manifestazioni, non si può però evitare di notare come il loro accavallarsi rischi di polverizzarne la portata, mettendo per l’ennesima volta in evidenza l’estrema difficoltà di fare sistema a Rieti. Si potrebbe obiettare che il corso di aggiornamento per gli operatori turistici non ha niente a che vedere con il progetto educativo dedicato agli studenti o con le iniziative di Legacoop, ma si commetterebbe un errore. L’epoca degli egoismi identitari dovrebbe ormai essere definitivamente tramontata. Semmai è complicato selezionare un soggetto in grado di fare sintesi e pianificare azioni coordinate per il migliore utilizzo delle risorse e il potenziamento di programmi e strategie. In un comprensorio contenuto come il nostro questa difficoltà potrebbe comunque essere superata mettendo intorno a un tavolo tutti gli attori istituzionali e quelli portatori di interessi collettivi maggiormente rappresentativi per stilare almeno una scaletta di interventi che non veda più ammassarsi, se non addirittura sovrapporsi, le singole manifestazioni in momenti limitati, lasciando poi scoperti ampi periodi dell’anno. Soprattutto, occorrerebbe che l’entità incaricata di questa regia si accollasse anche l’onere di seguire l’evoluzione delle varie iniziative per cercare di renderle funzionali le une alle altre o intervenire in caso di debolezze, carenze o scarsa efficienza sul piano operativo. È davvero una semplice questione di buona volontà, peraltro a costi prossimi allo zero e che sarebbero comunque ben ripagati se solo si riuscisse ad evitare la frammentazione delle idee e la dispersione dei risultati, come purtroppo continua ad accadere.