(di Rino Panetti) “Mabbè, 150mila euru! E quanno li fa a Rieti. Co' le capocce che ce retroamo.”
“E poi, cosa si è messo in testa, questo Cattani? E' una cosa che nessuno ha mai tentato, in realtà simili alla nostra”.
Così poteva capitare di sentir bisbigliare due ipotetici reatini - uno più acculturato, l'altro meno - parlando dell’idea “folle” di Cattani (presidente della squadra di basket di Serie A2 NPC Rieti) di dare vita a una raccolta di fondi in città (“crowdfunding” per chi mastica l’inglese) volta ad acquistare un pullman da usare per portare le eccellenze reatine e il nome di Rieti nei luoghi d’Italia in cui la squadra avrebbe disputato le sue partite di campionato: 145mila euro da trovare in tre mesi scarsi. Folle!
Ci sono due atteggiamenti verso la costruzione del futuro: coloro che vedono il futuro come mera proiezione in avanti del passato (e, pertanto, può funzionare solo ciò che ha funzionato in passato) e coloro che invece iniziano il sogno guardando il futuro da realizzare e poi tornando al presente, per ricercarvi quei semi utili a spostare la realtà corrente verso la visione.
I primi normalmente sono quelli che vedono sempre i punti deboli, le difficoltà, le minacce; anche i pochi punti di forza che riconoscono, non sono in grado di indirizzarli verso qualcosa (ossia, di metterli “a sistema”) perché manca loro una visione.
I secondi sono quelli connessi con un futuro emergente, quelli che – partendo da lì – sanno dove cercare nel presente.
Fortunatamente Giuseppe Cattani appartiene a quest’ultima categoria. Certamente non sempre le cose riescono, ma un innovatore sa che, quando si parla di cambiamento, la quantità è qualità.
Come diceva un mio Maestro “Va bene sbagliare quasi sempre, se qualche volta hai Veramente Ragione!” Ovviamente per fare questa cosa bene occorrono i giusti approcci (ma non è questa ora la sede per addentrarci).
Diciamolo allora chiaramente: la NPC ha fatto qualcosa di unico, considerata la situazione della città non paragonabile minimamente al ricco centro-nord, ad esempio.
Ma ora la mia raccomandazione è: pensiamo strano! Questo è un risultato che va capitalizzato ben al di là della semplice disponibilità di un pullman e dei suoi futuri contenuti a marchio “Rieti”.
Deve infatti iniziare ora la successiva fase, quella del rilancio per ottenere il massimo raccolto: questo risultato va comunicato su scala nazionale!
Personalmente, considero il pullman non l’obiettivo ma un mezzo, un mezzo di comunicazione che non viaggia su quelle ruote, ma viaggia nei media, nelle testate giornalistiche, nel passaparola a livelli importanti, affinché l'Italia si accorga di quanto accaduto in questa cittadina.
Per far questo non ci sono “Sì però...” che tengano, né possono dar fastidio quelli che ci mettono la faccia e i complimenti sempre e solo a posteriori (far buon viso a cattivo gioco). Perché questo è il momento del rilanciare.
Detto ciò, tuttavia, è anche il momento di dare il giusto onore a un imprenditore reatino e al suo staff.
Un imprenditore dalla razza pura si riconosce perché il più delle volte parla e agisce con concetti e gesti che i più non comprendono, perché provengono direttamente dal futuro (e, se sei a capo di una squadra sportiva, questo si porta spesso il codazzo di commenti qualunquisti dei tanti che non troverebbero la strada neanche per arrivare a Piazza Tacito).
Un vero imprenditore fa bene quattro cose: Sogna, Pianifica, Agisce e Celebra (quello che io chiamo “SPAC”), quindi complimenti Peppe, complimenti NPC!