a cura di Rino PANETTI

Dicembre 2018

MAGICAMENTE

NATALE, ANNO 3XA28

(di Rino Panetti) Fu il cambio di colore del dispositivo di connessione a dare il via al periodo natalizio. Avveniva così da almeno 60 anni, in modo automatico e coordinato in tutto il pianeta. Dovette riconoscere che funzionava.
Il figlio, 8 anni, non attendeva altro: si ritrovarono tutti e tre nella grande sala al centro della casa; c’era da rovistare tra decorazioni, nastri, pupazzi, stelle, palline. La preparazione dell’albero.
L’anziana donna, anche quest’anno, rimase in disparte. Non che non padroneggiasse gli strumenti per quella ricerca, anzi. Nel pieno della sua carriera, quando aveva solo 27 anni, le fu assegnato il massimo riconoscimento per il contributo esclusivo dato allo sviluppo del sistema Starsteel 327. Una luminare di fama mondiale. Un idolo. Solo... era il suo cuore che mal sopportava quel momento; solo...erano i suoi occhi che mal sostenevano la vista di quella ricerca; solo...era la sua memoria che ricordava ben altre ricerche tra decorazioni, nastri, pupazzi, stelle palline; solo... erano le sue mani che conservavano la memoria di quelle sensazioni tattili. Preferiva allora arretrare nella sua stanza. Una delle poche nel pianeta che ribolliva di libri di carta. L’orologio di suo nipote, da solo, conteneva l’equivalente di mille stanze di libri così.
Ma in quella stanza la memoria sapeva cosa risvegliare, i suoi occhi dove andare, le sue mani cosa toccare, il cuore come riempirsi.
Scelse un libro, come ogni anno. Lo aprì dove sapeva, quasi a colpo sicuro, esattamente nell’istante in cui dalla grande sala giunsero grida soddisfatte.
Sì, di là doveva essersi concluso il rovistare tra i files nella directory “Decorazioni Natale”. Immaginò suo nipote dare ora il click finale. E infatti, un attimo dopo l’albero di Natale si illuminò, sgargiante, nei PC della grande community mondiale; insieme a tutti gli altri - accesi nello stesso istante - riscaldava ora gli schermi dei dispositivi FTI.
Come ogni anno, non dimenticò allora di socchiudere la porta. Un istante dopo, come ogni anno, suo nipote vi entrò. Era il loro piccolo segreto. In un angolo, tra tre libri a capanna, cinque statuine, una mangiatoia.
Come ogni anno le si sedette vicino per ascoltare parole sussurrate, provenienti da un passato così lontano: “... e tra mille anni la gente correrà a seimila km l'ora su macchine a razzo superatomico e per far cosa? Per arrivare in fondo all'anno e rimanere a bocca aperta davanti allo stesso bambinello di gesso che, una di queste sere, il compagno Peppone ha ripitturato col pennellino" (Giovanni Guareschi - 'Mondo piccolo').
Era il loro piccolo segreto. Almeno così credevano.
Una cosa non potevano sapere: dietro quella porta, un uomo e una donna porgevano l’ascolto; un silenzio in punta di piedi. I loro sguardi persi nel richiamo della grande parete di vetro: il santuario bianco in bilico nella roccia sembrava potersi toccare solo allungando la mano. Ascoltavano abbracciati, come ogni anno; la memoria rincorreva immagini di racconti: lì, la piana sotto, Greccio di fianco, Francesco...il primo presepe...erano parte di quel Tutto, connessi nel presente con il passato e il futuro.

***
Questo racconto è nato da un sussulto creativo: un processo, più che un istinto.
Cogliere l’ispirazione dal vedere una anziana scienziata in TV, mettere in connessione due fatti molto distanti - uno alto (la frase di Guareschi) e uno basso (gli alberi di Natale pubblicati su Facebook ogni anno)   - e poi seguire con le mani la mente e con la mente il cuore e con il cuore le mani e fondere tutto in un unico gesto, su un unico foglio...

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