a cura di Manuela MARINELLI

Febbraio 2019

CARATTERI ORIGINALI

L’OPULENZA CHE GENERA MORTE

società

(di Manuela Marinelli) Anoressia e bulimia vennero definite “il suicidio differito” dallo psichiatra, psicologo e filosofo parigino Jacques Lacan. Erano gli anni ’60/’70 e il problema ancora non era diffuso come oggi.

Il 15 marzo 2011 è stata istituita la Giornata nazionale di sensibilizzazione sui disturbi alimentari, per iniziativa di un padre che ha visto morire la figlia di 17 anni a causa della bulimia.

Perché la nostra società genera morte? È un problema individuale o è il frutto “dell’aria del tempo”, come suggerisce la psicanalista Marisa Fiumanò, che vede nei problemi clinici lo specchio del sociale?

I disordini alimentari sarebbero da ricondurre a una forma di “masochismo ordinario” determinato da una società che rincorre un impossibile godimento infinito, caratterizzato da un consumismo compulsivo che vanifica ogni ideale, ogni relazione, ogni valore e che vaneggia una produzione illimitata, in un mondo limitato e finito. L’irrazionalità di questa logica produce, secondo Marisa Fiumanò, due risultati: la sacralizzazione della Madre e la Frustrazione.

La Madre diventa la figura del soccorso opposta alla figura del Padre, il cui declino corrisponde al tramonto della legge normativa delle relazioni.In questo modo la Madre diviene detentrice di un potere che relega il soggetto nell’isolamento e nell’inettitudine da cui scaturisce la Frustrazione.

La Frustrazione dunque si origina dal principio di soccorso personale, opposto al principio di autorità,fondato sul Diritto. Il soccorso personale,garantito dalla Madre, non mette, però al riparo dalle difficoltà della vita e non riempie d’amore, anzi isola ed esclude l’oggetto d’amore dal rapporto con l’altro, rinchiudendolo in una asfittica gabbia egoica.

Non tutti i disordini alimentari si originano dalle stesse cause, ma tutti sembrano avere in comune difficoltà di relazione con l’altro. Massimo Recalcati sostiene che: “Il rapporto con il cibo è il rapporto con l’altro, è un messaggio, uno scambio, un dono ricevuto o rivolto all’altro”. Uno dei tratti delle società post industriali consiste proprio nella perdita di relazioni significative, nel rifiuto dell’altro, sostituito “dall’offerta illimitata di oggetti di godimento, partner inumani, a portata di mano e di bocca, sempre a disposizione, i quali hanno rimpiazzato la contingenza imprevedibile che caratterizza invece l’incontro con l’Altro”. Sempre Recalcati sottolinea che: “L’anoressia e la bulimia sono patologie endemiche del capitalismo avanzato, nell’Africa povera, dove il cibo è raro, non esistono. Sono i miti dell’immagine e del consumo, assieme alla scarsa attenzione prestata al valore affettivo delle relazioni, a generare questi disturbi”.

Così, mentre nel mondo occidentale si muore per fame d’amore, nel resto del mondo si muore per fame di cibo. Forse tutto questo è il contrappasso che paghiamo per aver costruito l’opulenza del nostro mondo sulla rapina, la devastazione della natura e dei mondi altrui. 

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