a cura di M. Antonietta DIONISI

Febbraio 2023

LA BOTTEGA DELL'ARTE

L’AMOR PROPRIO

arte, artigianato, società

 

di M. Antonietta Dionisi - A volte mi capita di pensare che le situazioni andrebbero vissute due volte, una per viverle ed una per rifletterle. Cosa c’entra questa frase forse banale con una rubrica di arte e creatività? C’entra perché analizzando gli effetti di un evento si potrebbero capire le ragioni dei risultati. Non sono impazzita eh, è che, intanto che scorre la stagionalità del mio lavoro, il Carnevale con i suoi frizzi e lazzi prende il posto del Natale, la festa di San Valentino anticipa quella della donna, ho la sensazione che tutto diventi sempre più standardizzato, una routine neanche troppo velata dove si agisce a compartimenti stagni. Un colore per ogni occasione, un oggetto per ogni ricorrenza dettato da ciò che ci viene proposto che non comporti tanto sforzo di fantasia, se non quello, ammirevole a questo punto, dei pochi che ancora riescono a proporre piccole idee ma dai grandi risultati mediatici. Ricollegandomi alla frase di partenza, solo ora, a distanza che a volte mi sembra abissale, vedo concretamente come siamo tutti cambiati dopo aver vissuto l’isolamento della pandemia, la difficoltà di rientrare nel contatto reale con le persone e le cose, togliersi di dosso l’abitudine di vivere dentro una scatola che ci parla, ci mostra, ci guida, ci apre mondi sconosciuti che poi non riusciamo a condensare  nel ventaglio di offerta quotidiana che un luogo o  un negozio ci possono dare. Quanto è difficile ritrovare quel gusto di fare come il cuore e la testa ci suggeriscono, partendo magari sì da un’idea suggeritaci ma calzandola nei nostri panni, con quello scatto di amor proprio che abbiamo sopito ma che dovrebbe gridarci: ”forza, esci fuori e fai tu con le tue risorse”. Mi rendo conto che ormai indietro non si torna più, ma mi piacerebbe toccare con mano che a tutto c’è un rimedio, che in fondo l’uomo singolo ha ancora la sua testa, le sue gambe per spostarsi e cercare, per fare a modo suo, per immergere le proprie mani in mille colori e stenderli su una tela senza disegno,  per prendere ago e filo e tramare a ruota libera unendo spicchi variopinti. Ciò non vuol dire perdere il contatto con la realtà, ma viverla su un piano diverso, quel piano per cui in questi giorni mi giro intorno pensando al tempo che verrà e a come poterlo interpretare tra le mura della mia bottega e del mio laboratorio, sbirciando comunque le proposte delle mie aziende con curiosità e qualche volta con un pizzico di nostalgia.

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