Gennaio 2022

STORIE

INCENDIO DI LISCIANO, LA FAMIGLIA "GRAZIE AL CUORE DEI REATINI: ECCO DI COSA AVREMMO BISOGNO"

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“Non posso credere a ciò che sta accadendo in queste ore. Il cuore dei reatini e la loro solidarietà ci sta lasciando senza parole” è quanto confida alla nostra redazione Luisa che in pochi secondi ha visto andare a fuoco la sua abitazione a Lisciano e tutto ciò che conteneva. E’ piena notte, suo marito come al solito si allontana per affrontare il proprio lavoro di magazziniere, mentre nel loro letto continuano a dormire mamma e figlio. “Alle 4 vengo svegliata dal rumore degli scoppi e dal fumo che mi prendeva alla gola, impedendomi  di respirare. Istintivamente corro ad aprire le finestre, procurando ancora maggior danno. Non si trattava di solo fumo come credevo, la canna fumaria stava implodendo, scoppiando all’interno. Ho caricato con difficoltà sulle spalle mio figlio di 8 anni e l’ho portato giù per le scale in cerca di aria. Giunta all’aperto ho messo nelle mani di Davide il telefonino pregandolo di chiamare aiuto e sono corsa di nuovo nel nostro alloggio, posto  nel sottotetto, dove nel frattempo parquet e soffitto stavano andando a fuoco. Mi sono rovesciata addosso un secchio d’acqua sperando di poter almeno salvare denaro e documenti presa dalla disperazione di perdere tutto ed invece sono rimasta bloccata all’interno, senza riuscire ad orientarmi. I vigili del fuoco mi hanno soccorso poiché nel frattempo mio figlio aveva chiamato ogni numero gli venisse in mente.” Luisa piange mentre racconta, psicologicamente provata “Mi hanno trasportato in ospedale, attaccandomi alla bombola dell’ossigeno per aiutarmi a respirare e poi somministrandomi molte gocce di calmante perché cominciavo a dare i numeri. Ero in preda alla disperazione sapendo di avere perso qualunque cosa. Non l’ho ancora superata, ho incubi, così come mio figlio che ieri sera parlava nel sonno. Non è facile… Serve un supporto psicologico immediato. Io fortunatamente l’ho avuto. Al De Lellis sono stati incredibili. Nonostante le problematiche cha hanno da affrontare giornalmente hanno avuto nei nostri confronti una dedizione particolare. Mi dispiace in questo momento non ricordare i loro nomi ma li porto nel cuore”. La famiglia attualmente vive in una stanza dell’albergo Miramonti ed è in attesa di un’ordinanza per l’assegnazione di un alloggio “Ci hanno detto che si tratterà di un appartamento vuoto – precisa il marito – forse provvederanno a dotarla di una cucina. Dovremmo poi provvedere a tutti gli allacci e ai tempi di attesa conseguenti. Per il resto abbiamo accanto tanti cittadini che ci stanno telefonando mettendo a disposizione ogni cosa. Li abbiamo pregati di attendere, di poterci rendere effettivamente conto degli spazi a disposizione per puntualizzare le richieste ed i bisogni”

“Siamo usciti così come ci trovavamo, in pantofole e pigiama. Purtroppo gli stessi nostri parenti in questo momento possono darci un aiuto limitato anche se prezioso, poichè in quarantena per il covid. Quindi ci arrangiamo come possiamo. Se dovessimo pensare a qualche richiesta immediata ed urgente direi biancheria intima, saponi, pigiami, vestiti e scarpe”

Puntualizziamo quindi le diverse taglie per l’abbigliamento di tutta la famiglia (è presente anche un’altra figlia fortunatamente a casa di una sorella al momento dell’incendio):

Davide (8 anni) indossa una taglia 12/13 anni e calza scarpe n° 36

Sua sorella (21 anni) indossa taglia M o 42/44 scarpe n° 40

Luisa (52 anni) indossa taglia 48/50 e scarpe n° 40

Stefano indossa taglia 52/54 scarpe n° 45

Solo in caso di comunicazioni indispensabili chiamare il 335.6720659. Le telefonate purtroppo arrivano ad ogni ora del giorno e della notte, e i protagonisti di questa triste vicenda hanno bisogno di serenità per potersi riprendere. I capi d'abbigliamento possono comunque essere consegnati alla parrocchia di Vazia.

Ciò di cui questa famiglia avrebbe poi bisogno è poter contare su un’ulteriore entrata oltre quella dovuta allo stipendio dell’uomo. Luisa lavorava in un’impresa di pulizie fino al gennaio del 2020 e sua figlia ha solo un’esperienza come barista. Chissà che tanta generosità scaturita da un fatto di cronaca non renda possibile, dopo aver perso veramente tutto, l’esaudirsi di un grande desiderio.

 

29_01_22

 

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