La percorriamo regolarmente, distrattamente. Dimentichiamo di alzare gli occhi alla ricerca di particolari interessanti e di individuare i tanti palazzi che famiglie anche nobili abitarono nel tempo che fu; ci accorgiamo forse di una vetrina spenta, di una nuova insegna ma stentiamo a ricostruirne la geografia umana. Si rivelerà essere quindi un interessante contributo alla storia degli uomini e delle donne di questa Città, il libro che Luigi Bernardinetti si accinge a pubblicare, protagonista Via Roma, anticamente nota come via di ponte, una delle principali vie del centro storico di Rieti. Sei anni di lavoro, più di mille interviste bussando porta a porta a commercianti, artigiani, professionisti e relativi familiari e collaboratori, ricerche compiute tra l’archivio di Stato di Rieti e di Roma, così come nelle rispettive biblioteche, negli uffici Anagrafe, Annona, Urbanistica del Comune di Rieti, al Catasto, alla Camera di Commercio, alla Confartigianato o attraverso i vecchi elenchi telefonici. E poi migliaia di immagini fotografiche scattate all’esterno e all’interno delle attività di via Roma e nelle strade laterali ad essa confluenti, un centinaio di documenti antichi, circa 30 disegni raffiguranti i mestieri del passato. Ma come nasce la passione per questo argomento? “Dall’idea iniziale di una mostra fotografica con l’allora Presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio Antonella Torda. Volevamo movimentare e rendere attrattiva quella via, ma l’iniziativa non ci sembrava abbastanza efficace da realizzarla. A quel punto iniziai ad accarezzare, autonomamente, la possibilità di realizzare un volume”. Una ricerca che si è sviluppata partendo addirittura dal IV sec a.C., tentando di mettere in luce le capacità, la caparbietà, lo spirito che animavano gli antenati degli attuali commercianti di via Roma in un confronto che fosse il più costruttivo possibile per le nuove generazioni. “Parto da lontano, da quel ponte che è parte integrante di via Roma, iniziando dalla storia della sua costruzione, attraverso i disegni dei secoli precedenti, grazie ai miei bisnonni e nonni (*) ho un archivio prezioso, con due foto originali del 1887, due anni prima che venisse demolita la Torre del Cassero. Le foto erano state utilizzate da un ragazzo in gamba quale è Giacomo Nicolò per la propria tesi di laurea, ed è stato sempre lui, presidente della associazione ‘Riattivati’, ad avvalersi di questo materiale e studiarne l’impiego per la ricostruzione in 3D che oggi permette la visita, tramite visore virtual,e dell’antico ponte e di via Roma.” Luigi
Bernardinetti ci mostra le bozze del libro “Via Roma e dintorni – historia labora et opera”, ora in correzione ed impaginazione, soffermandosi sulla presenza di botteghe sul ponte reatino, così come a Firenze, o su Porta Romana inizialmente posta a metà di via Roma (demolita nel 1540), o sulla prima torre costruita sul viadotto. Nel secondo capitolo protagonisti sono gli edifici più rilevanti e la loro storia accompagnata dalle foto originali “Sapete che la numerazione della via inizia dal civico 10? – incalza - Perché prima esistevano altri edifici, poi demoliti, come quello di Fiordeponti” Spunta un registro parrocchiale dell’ottocento, reperto storico, sul dorso riporta la dicitura “Storia delle anime”, vi è indicato il nome del capofamiglia e la ‘di lui moglie’ con il solo nome di battesimo, senza alcuna indicazione per il cognome della donna, di nessuna rilevanza in quell’epoca. E la narrazione viene punteggiata dal racconto delle famiglie che lì vivevano, lavoravano, amavano. Vivevano all’inizio di via San Francesco due giovani, il cui rapporto contrastato ebbe come tragico epilogo la morte della ragazza nelle fredde acque del Velino, lì dove in molti trovarono pace. In quel fiume in cui, bambina, cadde Marisa Franceschini: una storia che parve uno dei miracoli legati a Sant’Antonio e che Format raccontò per la prima volta anni fa. Attraverso le immagini del libro i Palazzi che da secoli sono sotto i nostri occhi cambiano prospettiva, e grazie all’elaborazione digitale ci appaiono frontalmente, nella loro maestosità, permettendoci di apprezzarne ogni aspetto. All’interno alcune residenze private, rinnovate valorizzandone gli affreschi, l’architettura, possibili da ammirare grazie a questo libro, la cui stesura ha messo l’autore in condizione di entrare, perlustrare, fotografare parti altrimenti precluse al pubblico.
Alcuni particolari del racconto, assenti per mancanza di foto, vengono restituite al lettore dagli ottimi disegni evocativi di Matilde Fallerini (uno di Eleonora Tesei). Il terzo e il quarto capitolo ci conducono tra l’elenco dei mestieri e gli avvenimenti di questa via. Dal tratteggio delle gran belle figure del passato e del presente come Crispino il vetturino, Gigino Laureti il postino, Benito Rosati, Luca Natali, a momenti storici quali: l’arrivo di Mussolini, la visita del cardinale Nicola, del cardinale Federico Tedeschini, il corteo per la morte di Miss Italia Marcella Mariani, ma anche tra i delitti insoluti ed impuniti. Antonio Rosati Colarieti fu trovato nel 1912 colpito da 23 coltellate, inizialmente responsabile fu ritenuto A.F. ma dopo un anno e mezzo di carcere qualcuno arriva a scagionarlo. In che modo lo troverete nel racconto all’interno di questo volume composto da ben 800 pagine che attraverso il quinto capitolo raggiunge lo scopo iniziale: il racconto di circa 800 tra artigiani e commercianti che lì operarono “Interpellati porta a porta, negozio per negozio, bottega per bottega, tutti (ad eccezione di tre) hanno compreso il valore storico di quest’opera, collaborando e mettendosi a disposizione con i propri racconti”. Ed ecco i Grandi Magazzini Fermani: la storia del punto vendita a partire dal 1900 con Luigi, del confettificio del 1947, della vicenda commerciale di Franco con i nomi dei suoi dipendenti, dell’evoluzione possibile ipotizzata per la Rinascente-Upim i cui disegni approvati dal Comune avrebbero interessato il Palazzo di Ritz a Porta. L’UPIM Unico Prezzo Italiano Milano vendeva tutto a 2, 3, 4 lire e si trovava in via Roma 38 dove venne inaugurato il 15 giugno 1942. Ma, a seguire, lungo la via, ecco tutte le altre attività che la resero viva e pulsante, partendo dai nomi attuali e procedendo a ritroso, ricordando, raccontando… Nove persone hanno scritto la prefazione di questo lavoro: Maurizio Aluffi (Confartigianato), Paolo Di Lorenzo e Paolo Festuccia (giornalisti), Sergio Madonna (docente dell’Università della Tuscia), Cristina Maria Napoleoni (avvocato), Pietro Nelli (studioso di storia della Sabina), Angela Metro Radesi (magistrato), Letizia Rosati (docente ed assessore alla cultura Comune di Rieti), Leonardo Tosti (vice presidente della Camera di Commercio Rieti-Viterbo e presidente Confcommercio Rieti). In prossimità della Pasqua il libro verrà presentato presso il Polo Culturale di Santa Lucia, ma chiunque vorrà prenotare quest’opera potrà già farlo scrivendo a luiberny@gmail.com sarà certamente un tassello prezioso per la memoria storica di questa Città e dei suoi abitanti.
(*) L’archivio di Luigi Bernardinetti è composto da fotografie originali del padre Aldo, fotografo professionista dal 1934 al 2014, del nonno materno Luigi Fallerini, fotografo professionista dal 1900 al 1952, nonché fotografo personale di Benito Mussolini e di Casa Savoia (per gli eventi che riguardavano Rieti e il suo territorio). Il nonno materno, a sua volta era figlio e nipote dei Fratelli Fallerini, fotografi professionisti dal 1852 alla fine del 1800 stesso. L’intero archivio, oltre ad essere formato da molte migliaia di antiche immagini, comprende anche oltre 100 macchine fotografiche, tutte analogiche, alcune costruite manualmente, poiché nelle epoche trascorse non esistevano le grandi industrie della fotografia come la Kodak, l’Agfa o l’italiana Ferrania, quindi i fotografi, in quasi tutta la seconda metà dell’Ottocento dovevano essere bravi artigiani e realizzare tutto con le proprie mani.
S. Santoprete