a cura di Riccardo DI GENOVA

Dicembre 2019

IL PROFESSOR ARISTIDE

“HISTORIATESTIS TEMPORUM, LUX VERITATIS, VITA MEMORIAE, MAGISTRA VITAE.”

società

(La Storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita)
(Cicerone – De Oratore. Lib. II, cap. 9)

(di Riccardo Di Genova) 

“Ma come? Ha l’Alzheimer?”... è sempre sconvolgente scoprire che una persona, dall’oggi al domani non è più la stessa, non ricorda più nulla di sé e di chi la circonda; roba da non credere, restiamo senza parole. Non c’è cosa peggiore di perdere il contatto con la propria vita, perdere i legami con il proprio passato e brancolare nel buio nel proprio presente in cui il paziente, fino a ieri attore del proprio vissuto, si ritrova a vivere passivamente, demandando - gioco forza - la sua vita ad altri che penseranno, decideranno e agiranno in sua vece. Da questa banale riflessione, prendo lo spunto per parlare di un’altra, analoga malattia, stavolta sociale, che consiste nella perdita della memoria storica e della capacità analitica da parte di un popolo; una dinamica, questa, pericolosa per il nostro Paese che, senza ombra di dubbio, è molto malato sotto questo profilo, essendo ormai avvolto da una atmosfera cupa, pesante, cattiva, malsana, “odiosa”. Certo, questa brutta aria è tutta figlia di un presente arido in cui le classi politiche succedutesi negli ultimi decenni raccolgono i frutti di una perfida strategia dell’Ignoranza diffusa a macchia d’olio e, parlando direttamente alle pance delle masse, riescono ad ottenere consensi smisurati e a soddisfare la loro sete di Potere senza colpo ferire. L’Italia, che ha saputo rinascere dalle ceneri dell’ultima guerra raggiungendo dopo neanche vent’anni livelli degni di una nazione civile, ricca di valori, benessere, speranze, ottimismo, si ritrova oggi ad essere un paese in cui serpeggiano tristezza e pessimismo, in cui invece di affermare il principio de “l’unione fa la forza”, trionfa l’individualismo più cattivo e aggressivo. Un paese ormai forte solo nell’affermare pseudo-valori che sembravano superati e che invece oggi rappresentano lo specchio di un preoccupante imbarbarimento. Invece di progredire verso la civiltà e l’armonia, verso l’apertura e lo “spaziare”, torna in auge il rinchiudersi nel proprio orticello: prima noi, poi loro; porte aperte, porti chiusi, muri, intolleranza, inciviltà, menzogne, disonestà… insomma, una triste e pericolosa giungla. Un fenomeno tutto da analizzare, e non metabolizzare, che richiede una spiegazione razionale. Preoccupa la passività e l’asservimento a questa obsoleta filosofia da parte di una marea di persone che trovano più comodo affidarsi a “guide” esterne, presunte salvatrici della Patria, piuttosto che usare la propria autonomia intellettuale e cercare di riaffermare la propria voce libera. Ergo, non è tanto la presenza sul campo di personaggi improvvisatisi statisti, ormai sparsi ovunque, quanto l’assoluta mancanza di memoria storica da parte di chi a questi personaggi si affida passivamente. Se solo si studiasse a fondo il passato recente, almeno di Italia ed Europa, si avrebbe una maggiore apertura mentale e maggior consapevolezza dei rischi della “tirannide”. Noi sappiamo bene dove cattiveria, odio, intolleranza hanno portato il mondo negli ultimi cento anni, ma alzi la mano chi, a scuola, ha studiato la Storia italiana più recente e contemporanea! Il problema è che, mentre la nostra generazione è cresciuta grazie ai nonni autori, e diffusori, in prima persona della storia italiana, i quarantenni di oggi, e a scendere fino ai neo maggiorenni, si ritrovano, salvo qualche eccezione, a digiuno di informazione e, per di più, anche senza “nonni storici”. Da qui l’abbrutimento e l’imbarbarimento attuale da ascrivere essenzialmente alla profonda ignoranza costruita, consapevolmente o meno, da chi non ha riformato la scuola in modo serio, trascurando per decenni la formazione storica degli studenti succedutisi nel tempo, fino a portare al trionfo del menefreghismo e dell’astensionismo. Triste e preoccupante, soprattutto per loro, ma come diceva il mitico Maestro Alberto Manzi: “Non è mai troppo tardi”, con l’augurio che, oggi più che mai, questo Natale possa davvero significare un bella Rinascita per tutti... ne abbiamo proprio bisogno!

 

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