a cura di Francesco Pasquetti

Dicembre 2018

L'AVVOCATO DEL DIAVOLO

“CHE I PIU' TIRANO I MENO E' VERITA'”

Con i parcheggi in via Cintia prosegue la restaurazione della giunta in materia di viabilità

rieti

(di Francesco Saverio Pasquetti) La dea “Reatinitas” miete un'altra vittima, nell'inarrestabile processo di restaurazione dell'”ancient regìme” veicolare che il suo Vate Comunale ed i fidi scudieri di palazzo di città portano avanti oramai implacabili, quasi ipnotizzati dalle fameliche voglie dell'insaziabile totem. Dopo il cambio sensi di marcia, la modifica radicale della ZTL e la realizzazione dei parcheggi in viale Matteucci, cade un altro simulacro storico della viabilità cittadina: il divieto di sosta e di fermata in via Cintia, nel tratto da porta Cintia all'Inps. Nulla da fare, dunque: la dea e con lei i i suoi adepti, va soddisfatta fino in fondo e così quella mai sopita voglia di parcheggiare il proprio veicolo sin quasi dentro l'esercizio commerciale da visitare – tipico tratto della reatinitas – ottiene un altro formidabile risultato. Manca solo di ripristinare la sosta in piazza, ormai, e riaprire al traffico via Roma. Dinanzi ad un uso/abuso mai realmente punito dalle forze di polizia municipale cittadina, da sempre caratteristica delle auto in sosta in quel tratto di via Cintia, arriva la nuova resa innanzi all'illegalità. Una valutazione “approfondita”, dicono dalla stanza dei bottoni comunale. Un sostegno al commercio, la risposta ad un'esigenza più volte segnalata dai cittadini. Poco importa se quell'esigenza confligge in modo stridente con le regole del codice della strada, già ampiamente violate con la realizzazione dei parcheggi in viale Matteucci e l'indebito restringimento di carreggiata poi verificatosi. E difatti così recita l'art. 2, comma III, lett D) che nel definire la strada urbana di scorrimento (ovvero viale Matteucci) così specifica: “strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia, ed una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici, banchina pavimentata a destra e marciapiedi, con le eventuali intersezioni a raso semaforizzate”. Eppoi, con chiarezza, aggiunge: “per la sosta sono previste apposite aree o fasce laterali esterne alla carreggiata, entrambe con immissioni ed uscite concentrate”. Ma anche per via Cintia il “popolo sovrano” ha sentenziato: “Non Gesù, ma Barabba!”  E parcheggio selvaggio sia, allora! Anche in questo caso, pur essendo la norma piuttosto sibillina, il codice della strada appare chiaramente violato. Se è pur vero che non si parla, nel codice, di misure minime della carreggiata per poter realizzare parcheggi in strade urbane a senso unico, è altrettanto chiara però la disposizione secondo cui “Nelle strade urbane a senso unico di marcia la sosta è consentita anche lungo il margine sinistro della carreggiata, purché rimanga spazio sufficiente al transito almeno di una fila di veicoli e comunque non inferiore a tre metri di larghezza”.(art. 157, c.4). E' evidente anche ai meno attenti che fra le auto di cui si è autorizzata la sosta ed il marciapiede sul lato opposto di via Cintia si è molto al di sotto dei tre metri. Ci si potrebbe allora obiettare che la norma si riferisce ad altra ipotesi, ovvero quando la strada è abbastanza ampia da consentire parcheggi su ambo i lati e, dunque, anche sulla sinistra, fatto salvo il limite evidenziato. Ma è proprio il Ministero dei trasporti, con una propria circolare dell'11/02/2010 - Prot. n. 12243 - “Sosta su senso unico”, a fare chiarezza: “A parere di questo Ufficio, tale condizione (quella del comma 4, n.d.r.) deve intendersi in senso estensivo, risultando incoerente che in caso di sosta solo sul lato destro possa residuare una larghezza inferiore al suddetto limitela sosta risulta dunque consentita, salvo diversa segnalazione, se la condizione è rispettata con una sola fila in sosta sul margine destro ovvero con una ulteriore fila in sosta sul margine sinistro”. Ma questo è niente, a quanto pare: ambienti della viabilità dicono che questa “ è solo una parte di una più ampia strategia di rivisitazione del flusso veicolare cittadino che proseguirà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”. C'è dunque da preoccuparsi, eccome!Viene allora in mente, riemerso dai lontani ricordi degli studi liceali, un singolare ma assai significativo sonetto del poeta toscano Giuseppe Giusti: “Che i più tirano i meno è verità, Posto che sia nei più senno e virtù; Ma i meno, caro mio, tirano i più, Se i più trattiene inerzia o asinità. Quando un intero popolo ti dà Sostegno di parole e nulla più, Non impedisce che ti butti giù Di pochi impronti la temerità. Fingi che quattro mi bastonin qui, E lì ci sien dulgento a dire: Ohibò! Senza scrollarsi o muoversi di lì; E poi sappimi dir come starò Con quattro indiavolati a far di sì Con dugento citrulli a dir di no.”

 

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