Aprile 2022

STORIE

“CARA PEPPINA…”

La storia di due innamorati si fonde con quella collettiva

libri, storia, storie

“L’inverno in Russia è molto rattristante, il cielo è sempre più cupo, la campagna è desolante e nevica… Gli Alpini nei giorni scorsi hanno guadagnato una medaglia d’oro. Quando si parla dell’Italia, un senso di commozione c invade tutti. Troppo bella è la nostra Patria. Lo spirito accorcia le distanze, ed allora rivalutiamo le persone più care. Il nostro cielo, ed i luoghi che ci hanno visto crescere. Fuori nevica… la primavera riscalderà i nostri cuori e sarà d’augurio per la nostra Vittoria. T’abbraccio e ti bacio fortemente, tuo  Costantino”.

Parole che arrivano da lontano ma che risultano oggi estremamente attuali, quelle riportate nel libro di Adonella Scopigno ‘Cara Peppina...’. Ogni momento di ogni vita è dato dall’unione di ordito e trama nella grande tela dell’universo, tutto ciò che esiste è collegato in questo immenso tessuto, che continua ad esistere anche quando i singoli fili si spezzano, perché in ogni momento fili nuovi vengono filati, misurati e intessuti insieme. Così la storia individuale di due innamorati si fonde con quella collettiva, così gli avvenimenti del passato tornano improvvisamente d’attualità.

Il giorno in cui Renato Buccioni, autore della copertina, consegna il suo bozzetto, sarà ricordato  come quello d’inizio della guerra d’Ucraina, la più vicina e preoccupante per l’Europa. L’immagine del soldato ferito che torna in patria, si scontra con il dolore di chi rimane a terra, sotto la neve. “Credevo di aver dimenticato ma questo lavoro ha riportato tutto a galla. Avevo sette anni quando bombardarono il Borgo...”.

Poco prima del 1941 entra nella vita di Costantino Iacoboni la donna che porterà l’amore. Peppina, nata a Rieti il 31 luglio del 1910, esperta maglierista. Ma il richiamo alle armi da lì a pochi mesi trasforma in impaziente rapporto epistolare la storia tra i due.

“Dovevo dare alle stampe questo libro per chiudere un cerchio - spiega l’autrice - lo dovevo a Peppina e alle mie figlie. Ho avuto il privilegio di ricevere  un tesoro, le lettere e i racconti, di cui mi ha fatto dono, confidenze a volte sconosciute ai suoi stessi figli. Le avevo promesso di prendermi cura di questa corrispondenza. Dispiace solo si sia trattato di un lungo lavoro, ritardato da una lunga selezione e dalla pandemia, e che oggi, ricorrenza del suo onomastico, lei non sia qui per gioirne.” Le parole di Costantino, che evita di riportare tra le righe ogni elemento che possa motivare l’intervento della censura militare così come omette alla famiglia e alla fidanzata tutto ciò che possa provocare preoccupazione, vengono intervallate da dei componimenti poetici di Adonella Scopigno, ispirati dai protagonisti e declamate da Vincenzo Parisi, Ivana Dominici, Massimiliano Tozzi, Elia Bucci. ”Il loro è un matrimonio di guerra – spiega Ileana Tozzi che ha punteggiato con intensità la micro e macro storia durante la presentazione – più volte rinviato per le difficoltà opposte dal Comando a concedere la licenza, ambito espediente per esorcizzare il conflitto, ingannare la morte sempre incombente nella precarietà della vita militare. Spesso la sua vita quotidiana lo porta a contatto con altri commilitoni che condividono le sue origini, e sentiamo riemergere cognomi di questa Città a cui si ridà memoria”.

“La storia minuti dei sentimenti del popolo, ci dimostra che anche tra le bombe, in sofferenza, in privazione, si ama si gioisce ci si ricorda di quelli a cui si vuole bene - ha detto il sindaco Antonio Cicchetti intervenuto in sala consiliare - Adonella riporta le testimonianze di una gioventù segnata dalla guerra. Le ragioni delle contrapposizioni forse non si spengono mai a sufficienza e i mercanti di morte continuano nelle loro attività ed hanno necessità di vendere. Sorrido quando mi chiedono di esporre la bandiera della Pace: perché invece non andate alla Breta a Brescia? Dove partono i carichi di armi a chiedere la riconversione di quelle fabbriche. Non basta la buona volontà o i desideri pii per fermare le guerre. Questa raccontata è una guerra con la quale si convive. Dalla quale emergono i buoni sentimenti l’amore, la fedeltà, il desiderio della ricongiunzione, esaltati. Anche l’inferno può avere degli sprazzi e delle lame di luce, anche dalla notte più oscura c’è un segnale di luce, la speranza in un domani migliore”.

Costantino torna a casa, può raccontarla questa storia a i suoi figli, ma non ai suoi nipoti. Dopo aver superato una prova così difficile, perderà purtroppo un’altra battaglia invisibile ma spietata, morendo a soli 53 anni. La commozione che Stelvio, suo figlio, non è riuscito ad arginare davanti alla numerosa platea, restituisce l’ abbraccio mancato.

ph M. D'Alessandro

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