a cura di M. Antonietta DIONISI

Agosto 2018

LA BOTTEGA DELL'ARTE

L'ALTRA FACCIA DELLA VITA

artigianato

Eccomi qua, periodo intermedio un po' balordo anche per la creatività; si sta un po' sospesi tra le stagioni, tra il detto e quello che si dirà, tra il fatto e il come si farà. Così, girando in magazzino ho trovato un bellissimo calice di vetro, alto, enorme, non certo adatto per un brindisi; tempo fa ne avevo decorato uno miscelando varie tecniche ed era piaciuto molto, ma questo?

Lo giro, lo lucido, nella sua rotondità mi dilata il solito caos del laboratorio, forse meglio opacizzarlo; ma se lo opacizzo rischio il bis, proviamo con la tecnica shabby che ancora impera sovrana (e meno male), non mi convince. E' rimasta un po' di polvere lungo il gambo e sulla base, allora lo appoggio al contrario e provvedo. Un momento di osservazione e... perché no? Perché non lavorarlo al contrario di come tutti si aspettano?

Vediamo: il calice potrebbe essere una bella cappa trasparente a protezione di un  paesaggio o di una composizione, dal gambo potrebbero scendere tralci di fiori, o pizzi o altro, la base diventerebbe appoggio per qualche piccolo oggetto. Che idea peregrina, perché no? In fondo le cose che ci circondano sono come le vogliamo vedere, ognuna  può avere l'altra faccia, sconosciuta ai più, a chi nella routine quotidiana tira dritto senza mettere in discussione la realtà che lo circonda, ma fonte di ricerca e ispirazione per chi è stanco e oppresso dalla loro staticità.

Sì, allora lavorerò sul rovescio, assecondando il mio stato d'animo un po' inquieto, ribelle, a volte fuggente da un mondo che non mi piace, in cui non vedo più espressione di me stessa . Primo passo: inventare un paesaggio o altro da custodire sotto la coppa, bello ma tanto impegnativa la ricerca del soggetto e dei materiali, l'impostazione, l'asciugatura... insomma rifletto e osservo altri due giorni e poi via, classica decorazione shabby, comunque rivisitata, base giù, coppa su come da tradizione; non ce l'ho fatta a sfidare la quotidianità, una sconfitta per me, una provocazione non raccolta, un bell'oggetto da vetrina per chi si ferma ad osservare ma non era questo ciò che volevo.

Il pensiero creativo si è arreso di fronte alla difficoltà, ha ceduto il passo al quotidiano e non è un buon segno per me, non posso sentirmi fuori luogo nel mio laboratorio, cerco di attribuire il tutto a tanta stanchezza con la speranza che sia effettivamente così: mai smettere di cercare l'altra faccia della medaglia.

A cura di M. ANTONELLA DIONISI

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