Ahhh, questo maestrale, che prelude alla stagione fredda e mi fa volteggiare intorno le foglie dei miei fratelli alberi, mi immerge di colpo nel calore delle lane, dei feltri, del luccichio prenatalizio. Appena tornata da quella che ormai è una tappa fondamentale del mio pellegrinaggio creativo, la fiera “Abilmente” di Vicenza, anni e anni ormai, alla ricerca di che? Di qualcosa che non vi annoi, che vi dia ancora la spinta a leggermi senza sbadigliare, sapeste quante volte, quando poggio le dita sulla tastiera, mi assale la paura di non riuscire più a dire niente di nuovo, ma anche stavolta porto nel cuore un episodio, anzi una tappa che mi ha folgorato. Una mia azienda sponsorizzava la Fiera regalando braccialetti con su scritto quale tipo di creativi si pensa di essere, io non ho potuto scegliere altro che “romantico”, sarò anacronistica, ma sono così, con il bel nastro legato al braccio, sono arrivata all'esposizione di quilt (pannelli realizzati con la tecnica del patchwork) a tema “la Via Francigena”. Come si può interpretare un argomento con pezze e punti? Sono entrata in un tunnel di composizioni incredibili, siamo abituati a pennelli e colori, difficile immaginare che si può dipingere anche con l'ago! Alla fine del mio piccolo cammino, guardando in fondo, ho sentito come una forza magnetica che mi attraeva, mi sono ritrovata dentro un sentiero di alberi spogli ma non tristi, riflessi in un ruscello di acqua incolore, due viandanti così veri nelle loro vesti sdrucite, nelle garze sfumate a mano, pesanti ma trasparenti allo stesso momento, i loro bastoni nodosi con vortici di punti a sottolinearne la ruvidezza, il muschio sulle cortecce con stoffe lanose sfilacciate, gli sguardi protesi verso una meta spirituale invisibile ai miei occhi, ma tangibile nell'insieme. La fatica del viaggio trapuntata nelle loro calzature pesanti, scarponi usurati che veniva voglia di toglierli e fare un massaggio ai loro piedi. Solitamente queste opere sono cornici complete nei quattro lati, questa invece era stata lasciata aperta in fondo, con i piedi, il bastone, il ruscello senza delimitazione... in cammino, proprio come un invito ad entrare nel quadro ed aggiungersi a loro. Ho sentito la forza di quella creazione rapirmi, per un attimo ho camminato con loro, non potendo staccare lo sguardo, dentro quel capolavoro, ho cercato di immaginare quale animo creativo si celasse dietro, sicuramente di una persona che riesce a trasporre le propria vita sulla “tela”, una “pellegrina” alla ricerca di serenità e pace interiore. Ha dato serenità anche a me e ora me la porto dentro, tra le mie cose, nel mio laboratorio.
LA VIA FRANCIGENA

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