a cura di Manuela MARINELLI

Aprile 2018

CARATTERI ORIGINALI

LA STORIA INFINITA

turismo

Un lungo elenco di “incompiute”, dovute a motivazioni e responsabilità di vario genere, si snocciola sotto gli occhi di tutti noi.

Non si comprende se un oscuro sortilegio, indolenza, insipienza o iattura si siano abbattuti su questo territorio, trasformandolo in una landa desolata e agonizzante. Appellarsi alla contingenza economica nazionale e internazionale è una lamentatio stucchevole che offende l’intelligenza di chi è costretto a subirla. Proprio perché si sta attraversando un periodo di crisi, sarebbe indispensabile operare con lungimiranza ed accortezza, risparmiando sui fondi e tutelando tutto ciò che abbiamo ereditato dalle trascorse generazioni. Invece si sperpera il denaro pubblico in investimenti inutili e spesso dannosi, si continuano a erigere cattedrali nel deserto che restano incompiute e fatiscenti.

La storia di Terminillo, tanto per cominciare, risulta emblematica: è infinita e parte da lontano. Ma guardando solo agli ultimi anni è da ricordare quando Settimio Perelli cominciò a prendersi cura delle piste di sci di fondo che, sempre perfettamente battute,divennero punto di riferimento per tutto il centro Italia. Per migliorare la situazione servivano poche cose: un parcheggio e gli spogliatoi. Invece si è costruito il campo d’altura, rimasto senza tribuna per gli spettatori e con un parcheggio che può ospitare solo una quindicina di automobili. Ad esso è astato affiancato un edificio mai ultimato che oggi versa in stato di totale degrado. Per la pista di fondo si è in compenso realizzato l’impianto di illuminazione notturna, vera perla di superfluità. E che dire dei famosissimi cannoni per la neve, inutilizzabili per le temperature inidonee e soprattutto senz’acqua. L’acqua del resto non sta neanche nella piscina della Valletta che in compenso ha trasformato il luogo in una discarica, là dove invece c’era il parco giochi, la pista per miniquad, i campi di calcetto e il tennis. L’elenco potrebbe continuare: la storica e frequentatissima pista di pattinaggio è tutta una buca, gli impianti di risalita ormai vecchi e inadeguati, il centro per le malattie respiratorie abbandonato, a Campoforogna scheletri di interventi insensati e mai completati, il parcheggio per i camper realizzato su terreno cedevole, il tutto immerso in una cornice di strade dissestate e edifici fatiscenti. Però si continuano a ipotizzare interventi faraonici.

Il danno maggiore non è il costo esorbitante degli interventi. Ma il fatto che non si tiene conto delle esigenze reali espresse dal territorio. È una sorta di malignità perversa quella che guida chi fa realizzare opere inutili e inservibili, distruggendo l’esistente. Ma forse la responsabilità maggiore non è degli amministratori, ma dei cittadini che non agiscono di conseguenza.

Recita un antico detto: “non si può essere stupidi e ricchi per più di due generazioni”. Siamo ben oltre la terza generazione e i risultati si vedono.

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