di Massimo Palozzi - Forse è una coincidenza, ma la settimana che si chiude oggi ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica un numero statisticamente spropositato di notizie legate al mondo dello spaccio, incentrate su varie operazioni antidroga di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza e con il contorno di un’inedita mobilitazione degli abitanti del rione San Francesco.
La segnalazione-denuncia dei residenti di via Pellicceria e via San Francesco è stata raccolta e rilanciata dalla stampa dopo che gli appelli alle istituzioni erano rimasti a loro dire inascoltati. Le persone si sentono ostaggio degli spacciatori, costrette a vivere quotidianamente una situazione di disagio e pericolo che minaccia di peggiorare ogni giorno. Difficile in effetti dare torto a chi si vede accerchiato dal degrado e vittima della progressiva regressione della qualità della vita in quello spicchio di città diventato terra di conquista.
“Fra la via Emilia e il West” è il titolo di un famoso album dal vivo del 1984 di Francesco Guccini. Il verso è tratto dalla canzone “Piccola città” del 1972 contenuta nella raccolta, in cui il cantautore parla di Modena tagliata in due dalla strada: da una parte la città abitata, dall’altra il “west”, per l’appunto, fatto di ampi campi di periferia che si trasformavano in praterie americane nell’immaginario fanciullesco diviso tra l’ingenuo e il sognatore.
Parafrasando Guccini si avverte la sgradevole sensazione di una parte di Rieti sottratta ai suoi abitanti, di un’area ridefinibile “fra il Velino e il Bronx” nella quale tutto sembra poter accadere. Se non impunemente, quasi. Le operazioni di polizia susseguitesi negli ultimi anni sono ormai diverse. L’attenzione della magistratura e degli investigatori è altissima. Non si può quindi dire che il fenomeno sia sottovalutato. E però tutto questo sembra non bastare: invece di regredire sotto i colpi delle forze dell’ordine, il raggio d’azione dei trafficanti si sta espandendo a macchia d’olio con il chiaro intento di puntare al controllo dell’intero centro storico da destinare a base direzionale per lo sviluppo del business.
La notizia diffusa mercoledì è in questo senso tanto indicativa quanto preoccupante. La Polizia ha messo sotto sequestro preventivo un appartamento a piazza della Repubblica, al Borgo, perché luogo di ripetute occasioni di spaccio ad opera di cittadini di nazionalità nigeriana. È il primo caso di sequestro preventivo per reati di droga autorizzato a Rieti dal Gip del tribunale, a conferma dell’innalzamento del livello di pericolosità delle attività delinquenziali legate al commercio di sostanze.
Le indagini della Squadra mobile della Questura hanno evidenziato frequenti e reiterate condotte illecite all’interno dell’appartamento. Gli agenti della Polizia di Stato in un lungo lasso di tempo hanno identificato numerosi cittadini nigeriani che lo frequentavano, la maggior parte dei quali non residenti a Rieti e gravati da precedenti penali e pregiudizi di polizia per aver commesso reati proprio in materia di stupefacenti. Solo nell’ultimo anno quel covo è stato teatro di diverse operazioni. A gennaio vi era stato tratto in arresto un altro nigeriano destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere sempre per reati in materia di stupefacenti. Ad agosto, in due distinti episodi, la Polizia aveva dapprima arrestato in flagranza di reato l’ennesimo nigeriano, anch’esso non residente nel capoluogo, ma evidentemente abituale frequentatore del giro, sorpreso con dosi di cocaina ed eroina pronte per la vendita. Pochi giorni dopo altri quattro cittadini nigeriani erano stati denunciati all’esito di una perquisizione domiciliare perché in possesso di alcuni grammi di marijuana.
In considerazione di tutti gli elementi raccolti dalla Polizia, il magistrato ha ritenuto che tra l’immobile di Porta Romana e le attività criminose poste in essere dal variegato sodalizio di cittadini africani vi fosse una precisa correlazione ed ha perciò emesso il decreto di sequestro preventivo. Non bastasse, durante l’esecuzione del provvedimento gli stessi agenti hanno trovato all’interno dell’appartamento due nigeriani, uno dei quali già arrestato e denunciato varie volte per reati connessi agli stupefacenti.
Tempo un giorno e la scena si è ripetuta. L’unica differenza il colore delle divise degli operatori. Giovedì i Carabinieri hanno infatti reso noto di aver arrestato tre cittadini nigeriani in flagranza di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso di un servizio mirato nel centro storico, i militari sono intervenuti per stroncare una cessione di cocaina, durante la quale un carabiniere ha rimediato pure contusioni a un braccio e a un ginocchio.
La perquisizione estesa all’abitazione che l’arrestato condivideva con altri due connazionali ha permesso di scoprire e sequestrare varie quantità di cocaina ed eroina, sostanze da taglio e materiale per il confezionamento delle dosi. Sequestrati anche mille euro ritenuti provento dello smercio, mentre i tre nigeriani sono finiti in carcere in attesa di giudizio.
Gli stessi Carabinieri lunedì avevano arrestato, sempre nel centro storico, un nigeriano e un italiano, fornitore il primo e acquirente il secondo, fermato per aver dato un pugno e un morso a uno dei militari. La perquisizione personale ha permesso di rinvenire addosso allo straniero nove dosi di eroina, mentre il compratore è stato pure trovato in possesso di un coltello a serramanico.
A questo festival della droga non poteva mancare la Guardia di Finanza. Ancora una volta i controlli messi in atto nel centro storico di Rieti durante lo scorso fine settimana hanno permesso di arrestare un ventitreenne albanese, beccato con 2.400 euro in contanti frutto della vendita di cocaina (50 euro al grammo il prezzo ricostruito dalle Fiamme gialle). La sera successiva, ulteriori controlli operati dai finanzieri hanno consentito di individuare due assuntori di cocaina e di sequestrare altrettante dosi di sostanza stupefacente.
E qui veniamo al punto. Le leggi di mercato sono ferree. Se c’è così tanta offerta significa che il livello della domanda è del pari elevato. A Rieti, come nel resto del mondo, la droga è sempre girata. Assuntori e spacciatori (figure spesso coincidenti) hanno popolato nei decenni fasce di società trasversali, a volte elevando a veri personaggi i protagonisti di vicende al confine tra malavita e disagio esistenziale.
Ora non è più così. Quella dimensione è stata definitivamente superata. Lo spaccio viene gestito in maniera assai più professionale da bande criminali capaci di eliminare ogni concorrenza grazie a una rete di supporto fitta e ben congegnata e a un efficace potere intimidatorio.
Il singolare incrocio di operazioni antidroga e di mobilitazione popolare che ha caratterizzato la settimana dimostra come il livello di guardia sia stato superato da tempo. In queste storie da cronaca nera colpisce soprattutto la sfrontatezza con cui i pusher operano. I resoconti degli esiti delle operazioni di polizia giudiziaria suscitano quindi reazioni contrastanti: da una parte la rassicurante sensazione di una presenza attiva ed efficace dello Stato sul territorio. Dall’altra un fortissimo allarme sociale per un’escalation destinata all’apparenza a non fermarsi. La questione cruciale diventa allora quale delle due sia destinata a prevalere corroborata dai fatti.
09–10-2022