Da alcuni post dei giorni precedenti, sapevamo che sabato 18 novembre Leonardo Panetti (reatino, 17 anni) avrebbe debuttato con un nuovo numero a Pescara, nella XXXIII edizione de La Notte Magica, ideata da Ivo Farinaccia. Avevamo intuito anche la particolarità di questa esibizione, con tutte le insidie di una “prima”, così eccoci ora a fare due chiacchiere con lui e il papà, in un caffè della città.
Insomma, com’è andata e come mai quei timori, che avevamo letto alcuni giorni fa su alcuni post?
“In effetti stavolta c’era più paura del solito – inizia con lo slancio del diciassettenne Leo, mentre Rino, il papà, resta silente - Oltre al timore di una prima, questa volta c’erano tutte le difficoltà di questo nuovo numero.”
Come è nato?
“A fine maggio abbiamo deciso di creare una evoluzione del precedente, che avesse determinate caratteristiche. Volevamo che la magia delle mani si sposasse con una storia più chiara, con un personaggio più marcato, e magari anche con un messaggio particolare. Il tutto è iniziato a chiarirsi quando abbiamo delineato il personaggio: uno studente d’arte alla fermata dell’autobus. Ora è facile dirlo, ma arrivarci è stato un cammino lungo. A quel punto, è venuto a cascata tutto il resto: il muro che il giovane studente colora con la magia. Ogni oggetto doveva acquisire un senso. E qual è lo street artist più famoso al mondo? Il misterioso Banksy, di cui ancora non si conosce l’identità.”
Banksy è l’artista che ha disseminato – spesso nei luoghi più controversi (come a Gaza, in Ucraina, nel Bataclan) – le sue opere, sempre con messaggi forti ed evocativi e provocatori
"Infatti a giugno decidemmo di ispirarci all’opera di Banksy sul muro di Gaza… senonché a inizio ottobre, ecco la guerra tra Hamas e Israele. A quel punto il timore che il numero fosse mal interpretato o strumentalizzato, ci ha costretto a rivedere tutta l’impostazione. In un mese dovevamo ricominciare da capo, praticamente. Alla fine siamo giunti a una soluzione che ci sembra valida: la protagonista sul muro è una bambina. Le donne, i bambini e l’arte, ci salveranno. Questo diventava il messaggio.”
E’ stato davvero così complicato?
“Sì, molto. Non possiamo ovviamente entrare nei dettagli, ma considera che la progettazione e la realizzazione si sono concluse solo una settimana prima del debutto. Restava una settimana per provare il tutto, studiare i movimenti, la sincronia con la musica, le luci… insomma, possiamo dire che siamo arrivati a Pescara ancora con la vernice fresca sul muro. Ma era importante debuttare per capire come sarebbe stato l’impatto e la reazione del pubblico e degli altri maghi. Sapevo che non ero al massimo, che rischiavo di essere ‘sporco’ in alcuni passaggi, ma dovevo provare. Ed è stata la scelta migliore, anche se fino alla mattina prima ero in dubbio su cosa presentare”
Come si lavora, per arrivare a costruire un numero di magia?
“E’ un lavoro di squadra. Da giugno a novembre con Vittorio Marino – regista e autore della scenografia – abbiamo lavorato continuamente, proseguendo un lavoro iniziato da 3 anni. Inoltre, il confronto con una star mondiale della magia, Jeff McBride, è stato prezioso (e già a partire dalla prossima settimana avremo altri incontri con lui… lui online da Las Vegas). Ad esempio, la chiave del personaggio è emersa grazie a lui. Ma è solo un esempio. Ugualmente importante è quella che considero la mia famiglia magica, il Club Magico Italiano Roma, a cui appartengo da 5 anni e dove ho maestri e amici preziosi. Ogni volta che vado, imparo qualcosa. E poi, le conferenze, gli spettacoli, gli eventi che si organizzano di danno la spinta per non fermarti.”
Leonardo prova a fare un elenco di nomi, poi si ferma perché si accorge che sarebbero tanti quelli da citare. Ricorda allora – per tutti – i due presidenti Riccardo Bramati prima e Davide Spada dopo. Ma si capisce che questa comunità è preziosa.
“E poi voglio ricordare altri due gruppi per me importanti, in cui ho trovato persone speciali: il College del Club Magico Italiano e l’ItaTeam, ossia la nazionale italiana di magia. Con loro ci aspettano due anni impegnativi. Ho molto da imparare, e farlo anche in questi ambienti è un’occasione e una fortuna”.
Usiamo una frase di Rino, detta a metà caffè, ma che forse può valere come una conclusione “Penso che la magia – come qualsiasi passione – possa dare molto ai giovani, se sanno viverla con lo spirito giusto: umiltà, piacere di condividere, rispetto per tutti, sacrificio. Compito di noi adulti a far crescere i giovani in un ambiente sano, positivo.”
19_11_23
ph Pietro Nissi