a cura di Format

Agosto 2021

IMPIGLIATI NELLA RETE

IMPIGLIATI NELLA RETE - seconda puntata

Viaggio nelle insidie del WEB

prevenzione, sicurezza

Prosegue il nostro incontro formativo con il vice ispettore della Polizia di Stato in servizio alla Polizia Postale Marco Colantoni che ci condurrà tra le insidie della rete,  presentandoci reati e truffe e permettendoci di riconoscerne le modalità.

Grazie quindi al Ministero dell’Interno per avere concesso a Format questo privilegio.

Carlo ha solo 13 anni ed è lusingato dalle attenzioni che Giulia riserva al suo profilo Instagram. Inizia a conoscerla fin quando lei se ne esce con una richiesta strana: vuole una foto in boxer, in cambio ne invierà una sua. Rimane per un po’ interdetto ma la curiosità è molta ed alla fine cede ed invia un selfie. Il giorno dopo a scuola qualcosa è cambiato: nota un’attenzione particolare, strani bisbiglii e risolini alle sue spalle. Sarà Filippo, il suo amico, a confessargli che tutti hanno visto la sua foto in boxer pubblicata in una chat creata appositamente. Giulia non esiste, non è che un nome di fantasia scelto da una manciata di bulli. Riuscirà con grande fatica a raccontarlo ai suoi genitori che lo aiuteranno a parlarne con la polizia postale: la questione verrà risolta ma per smaltire la vergogna occorrerà molto tempo. 

Il cyberbullismo viene praticato attraverso varie forme, c’è sempre qualcuno però che attraverso un profilo fake estorce informazioni che si ritorceranno contro la vittima.

Come evitare accada?

“Non lasciare incustodito il tuo device e accedi attraverso una password, installa un anti malware, aggiorna il tuo sistema operativo, proteggi il router di casa. Fai attenzione al tuo profilo: chiudilo, non renderlo accessibile allo sguardo di chiunque, condividilo con quelli che io chiamo ‘contatti’ non ‘amici’ (stai attento alla mistificazione del linguaggio!). Non posso sapere chi c’è dall’altra parte: magari il profilo con cui mi sto rapportando è reale ma ha subìto una sostituzione di persona ed io non ne sono al corrente.” 

“L’aumento del tempo trascorso in rete in conseguenza dei lockdown nazionali disposti durante la pandemia da COVID-19 ha incrementato l’utenza sul web - ci spiega - La presenza in casa ha impedito una serie di reati tradizionali (ad esempio i furti in appartamento), ma ha fatto sì che il mondo del crimine si ‘industriasse’ nel perpetrarne altri, con lauti guadagni. In generale, oltre a verificarsi un aumento dei reati informatici, c’è stato un incremento delle truffe online e degli illeciti rivolti ai minori: adescamento online, trasmissione di contenuti protetti, pedopornografia . In questo ultimo caso il dato a livello nazionale ha registrato un + 121%. L’ esempio con cui abbiamo iniziato questa parte della nostra conversazione ha introdotto i fenomeni legati alla rete: cyber bullismo, phishing, sextortion sono comportamenti illegali per cui la legge prevede punizioni anche salate.”

Cos’è il sextortion?

La necessaria trasformazione di ogni tipo di rapporto interpersonale in comunicazione virtuale ha favorito l’incontro tra gli estorsori sessuali e le loro vittime, spesso minori (ma non solo!). Questo fenomeno raggruppa una serie di condotte estorsive, perpetrate attraverso la rete, caratterizzate dalla minaccia di diffondere immagini o video sessualmente espliciti che ritraggono la vittima, al fine di ottenere qualcosa da quest’ultima. Attraverso un’opera di seduzione si avanzeranno richieste (così come avvenuto a Carlo nella storia che vi abbiamo raccontato) stavolta però minacciando chiaramente la preda di pubblicare immagini qualora non si versino dei soldi, in un gioco al rialzo (ulteriore materiale pornografico autoprodotto). Trattandosi di un vero e proprio ricatto, comporta pesanti reazioni psicologiche e fisiche nella vittima e la vergogna frena ogni confidenza.

Cos’è il cyber bullismo?

“Il cyber bullismo è un disagio relazionale e prevaricazionale attraverso sms, mail, post, persino gruppi whatsapp, favorito dall’uso delle tecnologie e dai social poiché l’uso dei mezzi elettronici garantisce in qualche modo l’anonimato a chi lo perpetra. E’ incentivato da un indebolimento dei principi etici in quanto apparentemente, attraverso l’online, posso permettermi cose che nella vita reale non farei. A differenza di quanto accade nel bullismo, non c’è un limite spazio temporale: posso attuarlo qui prendendo di mira chi si trova a centinaia di chilometri. Le conseguenze sono pesanti: incide sull’autostima della vittima e sulla formazione dell’identità personale, quando va a colpire un minore o un adolescente nella fase della crescita, mettendone in luce i difetti con conseguenze sulla sfera socio-affettiva condizionandola nell’approccio e rendimento scolastico oltre che nelle relazioni. Non sempre sono i difetti a prestare il fianco ad un attacco, spesso sono anche le caratteristiche positive a provocarlo, ad esempio contro la ragazza più carina del gruppo o la migliore, la secchiona o la timida.”

Quali sono i suoi consigli?

“Ho un suggerimento da dare: la vittima deve evitare di reagire e se può contattare il moderatore, il web master della piattaforma, facendo notare che c’è un infrazione della policy ed inoltre parlarne con persone di fiducia (un insegnante, un genitore, un rappresentante della polizia postale). Mai tenerselo dentro: nessuno merita di subire prepotenze, l’unione fa la forza e una persona con maggiore capacità obiettiva, al di fuori della vicenda, può aiutarti a superare il problema”.

Come essere al fianco di quanti vivono una realtà di questo tipo?

“Difficile se non sono loro a parlarne e darci fiducia. Incontro periodicamente alunni di ogni fascia di età e percepisco un’attenzione particolare su questi argomenti. Spesso è accaduto che alla fine di un incontro qualcuno arrivasse alla scrivania e confidasse il suo dramma personale. Dobbiamo ripensare con attenzione il ruolo di genitori, insegnanti, sollecitando una capacità di ascolto e di relazione che sta venendo meno, dobbiamo ‘formare’ coloro che vivono a fianco dei minori e degli adolescenti per renderli all’altezza delle loro aspettative e fornire aiuto, nel caso ne avessero bisogno. Intanto possiamo sollecitare chiunque stia vivendo una condizione di disagio, subendo comportamenti illeciti, a rivolgersi alle forze di Polizia: troveranno personale preparato che li accoglierà astenendosi dal giudicarli”. Anche Format vuole fare la propria parte e rendersi disponibile: qualora le vittime volessero, potranno inviare una mail per raccontare il loro caso a rietiformat@gmail.com 

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