Oltre la cattedrale due sono state le chiese coinvolte per la cerimonia di questa mattina, destinate ad ospitare più persone possibili considerando la parziale disponibilità della Cattedrale di Santa Maria a causa dei lavori in corso. La Basilica di Sant'Agostino si è così aperta all'accoglienza delle persone arrivate con sette pullman e diverse macchine dai luoghi di provenienza di don Vito Piccinonna, Molfetta, Modugno, Terlizzi, Bitonto e Bari. Persone di ogni età compresi tanti bambini e soprattutto ragazzi, muniti anche di chitarra, hanno seguito su grande schermo l'ordinazione episcopale di quel parroco di Santi Medici a Bitonto, di 45 anni: un vescovo giovanissimo che rappresenta un'eccezione nelle nomine del Vaticano. La Chiesa di San Domenico era invece riservata ai quattrocento reatini che avevano scelto di seguire la diretta, sempre su maxischermo, e i i cui biglietti per accedere erano stati distribuiti dapprima dagli Uffici Visit Rieti e poi rimessi a disposizione per i posti rimasti vuoti. Troppe in questo caso le sedie non occupate, a causa forse delle temperature rigide che hanno caratterizzato la mattinata o al timore da parte dei reatini di non avere più possibilità di accesso. Entrambi i luoghi sono stati comunque raggiunti dal vescovo Vito. "Non so bene ancora cosa sia successo, avrò tutta la vita per capirlo" ha esordito accolto dal fragoroso applauso della sua gente, ringraziadoli per essersi disturbati ed aver affrontato un lungo viaggio "Tante persone che hanno un posto particolare nel mio cuore e lì resteranno anche a distanza. Ci sarà almeno una preghiera al giorno per voi, per le vostre vite e le vostre famiglie" Tra un selfie ed un bacio si è poi trasferito nella Chiesa di San Domenico sempre accompagnato da don Fabrizio Borrello, a conoscere quanti lo attendevano per un benvenuto, soffermandosi a salutare uno alla volta tutti i malati presenti. Prezioso anche in questo caso il contributo offerto dai tantissimi volontari all’opera in tanti servizi esterni ed interni ai luoghi di culto, in assistenza preziosa alle forze dell'ordine (100 circa gli uomini in campo tra Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza anche provenienti da Roma), alle locali associazioni di Carabinieri e Vigili del fuoco, alla Protezione Civile e alla Croce Rossa. La Mensa di Santa Chiara ha fornito a quanti più partecipanti possibili un pranzo al sacchetto, con un panino una bottiglia d'acqua e delle ciambelline realizzate ieri sera in gran quantità sempre dalle squadre dei propri volontari, mentre il Ristorante Roma ha realizzato nel cortile adiacente l'episcopato un'amatriciana per tutti i Vescovi, le autorità e ovviamente i familiari presenti. Ad assistere alla cerimonia c'erano infatti il papà Giuseppe, la mamma Maria, i fratelli Savio e Benedetto con le rispettive mogli, oltre agli adorati quattro nipotini. Encomiabile e particolarmente pensante il lavoro svolto da tutti gli organizzatori.
21_01_23
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