Settembre 2023

EVENTI E MANIFESTAZIONI

IL TORO OSSEQUIOSO DI BACUGNO: LA FESTA E I SUOI RITI

eventi

I festeggiamenti in onore di “Santa Maria della Neve” si svolgono ogni anno i primi giorni di Agosto e culminano la mattina del 5 Agosto con la suggestiva cerimonia religiosa nella chiesa del paese. La manifestazione è nota anche come rito del “Toro Ossequioso”, questo perché al suo interno vi sono elementi rituali provenienti dalle culture italiche pre-romane che si sono intrecciati con i riti della religione cristiana. È per questo motivo se tale singolare tradizione millenaria non si è dissolta, ma è riuscita a integrarsi e a rafforzarsi con il tempo fino a giungere a noi, costituendo una sorta di stratificazione culturale che ha permesso la conservazione dei riti principali.
Il carattere autentico e sobrio delle celebrazioni emerge da quattro elementi rituali molto importanti e di grande valore spettacolare, di cui si compone la tradizione: il solco e la biffa, il toro ossequioso, il mannocchio e i “ciammellitti”.

Il solco e la biffa

Si tratta di un rito che celebra il lavoro campestre.
Nella notte tra il 3 e il 4 agosto, un gruppo di solcatori parte alla volta della cima del monte Boragine e all’alba inizia il taglio di un palo di faggio (la “biffa”) alto 20 metri che, trasportato a spalla sulla cima, è piantato come segnale per l’inizio della tracciatura del solco diritto, che da qui si dirige fino al paese in corrispondenza dell’entrata della chiesa dove è innalzata una seconda biffa.
Secondo la memoria degli anziani, l’impianto di due biffe (una sulla cima del monte e una dinanzi alla chiesa) oltre ad avere la funzione di orientamento, ha insito in sé un duplice significato: esso si ricollega all’atto della semina che accompagna l’aratura dei campi e rappresenta una sorta di dono dell’uomo alla natura per ricompensarla della ferita inferta dal tracciato del solco. I solcatori ridiscendono poi dal monte facendo una sosta nel paesino di Vetozza dove gli abitanti offrono loro un ristoro prima della ripresa del cammino verso Bacugno. Qui li accoglie il pranzo tradizionale e il suono delle musiche e balli tradizionali.

In passato, non sempre il solco era tracciato dal monte Boragine, ma erano scelti anche dei colli posti più in basso. Si preferì tuttavia tornare sul monte Boragine perché, ergendosi su tutte le montagne limitrofe, da esso sono ben visibili sia la biffa sia il solco e perché è considerato la montagna di Bacugno. Questa scelta però nel tempo ha portato a delle complicazioni: il solco è diventato troppo profondo a forza di tracciarlo con il piccone e a causa delle piogge torrenziali, per cui il Corpo Forestale dello Stato ha posto il divieto al proseguimento del rito della tracciatura. Di conseguenza, è venuto meno l’uso del piccone mentre quello del piombo (impiegato in passato per individuare la corretta direzione da seguire) è rimasto per valutare se la biffa si trovi nella giusta prospettiva della chiesa.

Ciò nonostante, ogni anno i preparativi sono caratterizzati da una fremente attesa e l’evento èsempre accolto da una calorosa e animata partecipazione, e nel  ripercorrere il rito rimane intatto e inviolato il senso puro della tradizione.

Il Toro Ossequioso

L’inginocchiamento dell’animale costituisce un retaggio del rito di ringraziamento agli dei e alla natura per la generosità mostrata verso le principali attività dell’uomo (l’agricoltura e la pastorizia).
Del resto alcuni studiosi fanno risalire le origini del rito all’era precristiana trovando dei punti di connessione con la celebrazione di culti agresti propria dei popoli sabini che, come noto, erano dediti alla pastorizia e all’allevamento. Il toro si presenta quindi come una forza della natura che si mette al servizio dell’uomo ed è un segno di ricchezza, di sicurezza e di prestigio sociale per gli allevatori. Non bisogna, tuttavia, dimenticare che il toro è prima di tutto simbolo della fertilità animale.

La mattina del 5 Agosto il toro è “bardato”, cioè vestito, con un’antica mantella sul dorso, nastri rossi (o rosa come nella tradizione sabina) sulle lunghe corna e un filo tra di esse lungo il quale sono inanellate una serie di monetine simbolo e auspicio di ricchezza e prosperità.

Il rosso è il colore prevalente nei paramenti del toro: questo perché il rosso è il colore della potenza e della forza. La “bronza” (il campano) è legata al collo dell’animale e la sua funzione è di richiamo dell’intera popolazione al ringraziamento collettivo.
Come la tradizione vuole, il toro deve avere il manto bianco (il bianco è il colore della luce che sopraggiunge al nero dell’inverno) e appartenere alla bellissima e possente razza maremmana.
Evento centrale del rito è comunque la triplice genuflessione del toro nel sagrato della chiesa di fronte alla statua della Vergine, un momento di profonda e silenziosa devozione seguita dal fragore degli applausi degli astanti.

Sul motivo per cui il toro si genufletta per ben tre volte, gli anziani del paese hanno pareri confusi e talora discordanti: secondo alcuni, esso s’inginocchia perché il suo gesto è essenzialmente rivolto alla SS. Trinità, secondo altri, il toro s’inginocchia la prima volta per il raccolto, la seconda volta per celebrare la festa e la terza volta, per onorare la Madonna.

Il Mannocchio

“Lu Manocchiu” (dal latino “manus – opus”) o “Mannocchio”, simbolo dell’abbondanza e della fertilità, è un grande covone di grano fatto di spighe, raccolte in piccoli mazzetti a una a una e inserite a mano in una grande intelaiatura di preparazione. Una volta terminata la lavorazione, avviene la “legatura” per ottenere la caratteristica forma arrotondata: nello specifico, affinché assuma la caratteristica forma, il covone è bagnato, per permettere l’ammorbidimento delle spighe, e “pettinato” con una pesante coperta di lana che è ruotata in senso orario, in modo tale da conferire il medesimo verso alle spighe.

Esso è cinto in seguito con una treccia di spighe e sormontato da una croce anch’essa di spighe.
Completate tutte le operazioni, è posto su una struttura di legno formata da una base centrale mentre ai due lati sono fissate due lunghe stanghe che facilitano il trasporto. Il 5 Agosto esso è trasportato a spalla da sedici persone per le vie del paese durante la processione fino alla chiesa di Santa Maria della Neve. Il Mannocchio entra nel sagrato della chiesa subito dopo la triplice genuflessione del toro e il suo ingresso coincide con il lancio del ciambello tradizionale nelle quattro direzioni cardinali (un gesto che richiama rituali di epoca romana) da parte di una ragazza in costume tradizionale, posta sopra il covone.

I “Ciammellitti”

I “ciammellitti” sono simbolo di festa e di buon auspicio: la loro produzione, infatti, rappresenta la celebrazione dell’abbondanza del raccolto, il ringraziamento e la condivisione pubblica del medesimo. Sono dei dolci tradizionali, realizzati dalle mani sapienti delle donne del paese e lanciati alla folla nel sagrato della chiesa in seguito all’ingresso del Mannocchio e del lancio del ciambello, completando così il quadro rituale dei festeggiamenti.

Il lancio dei “ciammellitti” da parte delle ragazze in costume tradizionale è un momento tanto atteso ed euforico nel quale tutti si dimenano per cercare di prendere quanti più dolcetti possibili e tornare a casa soddisfatti.

Il programma del fine settimana:

Sabato 5 Agosto
Ore 6:00: Risveglio della valle al suono dei colpi oscuri.
Ore 8:00: Saluto alle frazioni da parte della banda musicale di Cottanello.
Ore 9:30: Bardatura del Toro in località Picciame.
Ore 11:00: Sfilata del Mannocchio per le frazioni.
Ore 12:00: Incontro della processione con il Toro ed il Mannocchio in località Picciame.

Ore 12:30: Arrivo della processione in chiesa e di seguito:
-Triplice genuflessione del toro ossequioso,
-Introduzione nel sagrato del mannocchio e lancio del tradizionale ciambellone,
-Lancio dei ciambelletti da parte delle ragazze in costume tradizionale.
Ore 13:00: Solenne commemorazione dei caduti e deposizione della corona.
Ore 13:30: Batteria pirotecnica.
Ore 16:00: Intrattenimento ludico per i bambini presso Steccato con giochi e spettacoli. 
Ore 17:00: Proiezione del documentario “Il toro e la Madonna” a cura di Claudio Sagliocco e Gianni Nunno.
Ore 20:00: Apertura stand gastronomici con la tradizionale sagra del “Farrecillu” a Steccato, nel prato adiacente le ex scuolette.
Ore 21:00: Spettacolo musicale con la fantastica “Fabiana Conti”

Ore 22:00: Spettacolo musicale di “Gigi Vigliani”, la voce degli artisti!

Ore 24:00: SPETTACOLO PIROTECNICO A CURA DELLA DITTA “CASCIANI FIREWORKS”

Domenica 06 Agosto
Ore 9:30: Ritrovo per i partecipanti alla gara della ruzzica presso la località Picciame.
Ore 10:00: Gara della ruzzica.
Ore 12:30: Premiazione dei vincitori della gara della ruzzica.
Ore 13:00: Apertura degli stand gastronomici con la “sagra dei cannarozzitti” a Steccato, nel prato adiacente le ex scuolette.
Ore 16:00: Gara di briscola a Steccato, nel prato adiacente le ex scuolette.

Durante tutte le serate sarà presente lo stand della birra alla spina, vino e bevande varie.

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