Ottobre 2018

RIETI MISTERIOSA

IL TAMBURELLO e FRANCESCO

Quanti simboli in una tradizione

spiritualità

(di Romeo Battisti) Quando da bambini, il rullio del tamburo lacerava il silenzio, cercavamo rifugio nel letto caldo e rassicurante dei genitori. Sapevamo che una di quelle notti sarebbe successo qualcosa di speciale, ma non facevamo domande, una sorta di timoroso rispetto placava la curiosità infantile.
Nella notte del 4 ottobre, il rullio del tamburo risuona ancora per le vie del paese, e ad ogni famiglia è rivolto il “ Buon Giorno Buona Gente “. La tradizione vuole infatti che San Francesco, arrivando a Poggio Bustone nell'anno 1208, abbia rivolto sommessamente questo saluto ai suoi abitanti. Il mattino seguente qualcuno raccontò di aver udito il saluto, fu così che scoprirono di aver sentito tutti, nel sonno, la stessa voce e le stesse parole. Il resto è storia, il Santo con alcuni discepoli condusse una vita di ritiro e preghiera presso un eremitaggio sovrastante il poggio. 
Le lunghe fenditure che attraversano la roccia sembrano ferite nel cuore della montagna, la vegetazione che vi si è abbarbicata sembra volerne lenire il dolore ed estrarne l'essenza che vi trovò il Santo. Il dolore per i peccati suoi e del mondo. 
Questo eremo ha un’importanza fondamentale nell’ascesi di Francesco, qui, infatti, gli furono rimessi i peccati. 
Chissà cosa pensavano i compaesani incontrando un personaggio tanto singolare. Chissà se qualcuno, ignoto alla storia, incontrando Francesco su questi sentieri, avrà, suo malgrado, sollevato il velo su orizzonti insospettati? Forse che un uomo, seppur incolto, può, nel fortuito incontro con gli occhi di un Santo, portarsi in un sol balzo, negli spazi infiniti dell’essere? Può essere che, quando non ci è lasciato il tempo di pensare, siamo rivelati a noi stessi nella nostra natura divina? Non potremo mai sapere se ciò sia successo, ma se lo crediamo ci si aprono possibilità che rendono meno angusta la vita. 
Tutto dipende da noi, correre o fermarsi? Credere che tutto sia movimento e azione oppure credere che movimento e azione scaturiscano da un centro di quiete e di silenzio? E’ importante intuire la direzione, se si sbaglia a questo bivio ci ritroveremo alla periferia di noi stessi! Con la preghiera, la meditazione la discriminazione, possiamo attraversare gli strati più grossolani ed inoltrarci in quelli più sottili, ri-creandoci dal di dentro per la semplice aderenza alla nostra più intima realtà.
Nella vita, ancor più nella vita di un santo, nulla avviene per caso. Arriva di notte Francesco…E’ un simbolo puntuale e bellissimo: è sempre notte nella vita dell’uomo che non frequenta l’Essere, la coscienza di Sé. Non c’è mai luce in una vita così, si vive il proprio tempo immersi nelle attività quotidiane senza mai alzare gli occhi al cielo, oscurando la coscienza di ciò che realmente siamo. 
Mentre saliva verso il paese Francesco mormorò “ Buon Giorno Buona Gente “ . Anche questo è un simbolo stupendo. Le parole di un uomo della statura spirituale di Francesco sono leggibili a molteplici livelli. Per alcuni è un semplice buongiorno, il buona gente un atto di cortesia. Per altri è l’alba della coscienza, la fiamma dello spirito che mette fine all’oscura notte degli uomini. Una fiammella è sufficiente ad accenderne mille altre ma il processo non è rapido né indolore. 
In presenza di uomini come Francesco si intuisce di poter bruciare la propria vita in un fuoco spirituale che non lascia più traccia di sé. E’ una decisione virile, eroica, senza riserve, ne compromessi; bisogna essere disposti a bruciare completamente! E’ questa la rinuncia. L’umiltà. Il ” Chi perde se stesso lo troverà “. 
Infine, il tamburo che ci sveglia di notte è un’allusione così chiara al sonno della coscienza, che c’è da chiedersi per quali vie abbia avuto inizio questa tradizione…Viene a ricordarci che c’è un’armonia nell’universo, un ritmo al quale dobbiamo accordare il quello del cuore, del respiro, della nostra vita. Mettersi in ascolto di questo ritmo è umiltà, preghiera. Facendo meno rumore possiamo ascoltarlo.
Francesco poi migrò per altri lidi lasciando tracce indelebili del suo passaggio.
Il cielo e la terra di Poggio Bustone non furono più gli stessi!
Tale la potenza dello spirito.
Ora, quando di notte risuona il rullio del tamburo, e la voce chiama il TUO nome, dove andrai a rifugiarti? 
Il letto è diventato troppo piccolo e il calore di altri corpi non è, che tu lo sappia o no, il fuoco che da sempre vai cercando. Un’altra voce infine ci chiamerà, e non avremo tempo per far ancora finta di non aver sentito.

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