Ottobre 2021

LIBRI

IL MONTE DI CARTA E DI FRUMENTO

Oggetti e denaro tra necessità e speranze | Il caso Rieti

storia

di Stefania Santoprete - E’ stata presentata in questi giorni una nuova pubblicazione dal tema ad oggi assolutamente inedito che consente di disegnare un interessantissimo spaccato della storia, lunga più di mezzo millennio, legata all’istituzione dei monti di pietà e frumentari a partire dal Medioevo e di cui ci parla la giornalista autrice Alessandra Pasqualotto.

“La curiosità per questo argomento ha radici antiche. Fu il mio professore di diritto canonico all’università a portarmi a conoscenza dell’esistenza a Rieti di un Monte di Pietà tra i primi e più importanti d’Italia, tanto da ispirare la mia tesi di laurea. Nel tempo non ho mai abbandonato questa ricerca tra documenti, libri e interviste a persone coinvolte. Secondo in Italia, dopo quello di Perugia, nasce nel 1489 istituito da Bernardino da Feltre, il francescano che predicava contro la piaga dei banchi feneratizi degli ebrei, la cui attività era resa fiorente persino dagli stessi Municipi che vi facevano ricorso.  Il discorso dell’usura è quindi antichissimo e mai debellato”:

Sembra quasi un paradosso pensare che siano stati proprio i francescani a sostenere attraverso le loro predicazioni diffuse e convinte la costituzione dei monti di pietà: un intreccio tra religione, politica ed economia.

“Attraverso i documenti d’archivio scritti in latino medievale (non in latino classico) ai manoscritti relativi ai Monti di Pietà, si riesce a risalire alla storia del tempo, all’organizzazione della società, all’economia, vale anche per la nostra Città: è questo l’aspetto ancora più interessante”.

Un’operazione di consultazione certamente non facile.

“Oltre all’interpretazione del latino medievale, la complessità della ricerca è spesso rappresentata dallo stato in cui si trovano i documenti. Lo statuto che si trova all’Archivio di Stato è trattato come un vero e proprio gioiello: conservato dentro una teca, rivestito di velluto, non può essere toccato per non sciuparlo. Al contrario, alcuni manoscritti dei moltissimi presenti all’Archivio vescovile di Rieti sono rovinati dal tempo, sbiaditi dall’umidità, mancanti di parti. Diverso è il discorso dell’Archivio di San Michele Arcangelo, ben conservato. Il mio sogno è che queste carte, testimoni della storia di questo Istituto, che attraversa quella locale per seicento anni, vengano esposte in una mostra a cura della Fondazione o dello stesso Archivio di Stato, sarebbe edificante”.

Nel 1489 a Rieti nascono anche i monti frumentari, a beneficio della parte più povera degli agricoltori.

“13 furono i monti di pietà della nostra provincia a testimonianza di quanto bisogno ci fosse di liquidità immediata, mentre nei monti frumentari l’equivalente del denaro è il grano a favore dei contadini  che restituiranno i pegni attraverso il raccolto – spiega Alessandra Pasqualotto - All’inizio entrambi nascono per differenziarsi dai banchi ebraici e non avere alcuna forma di interesse sul prestito, ma l’organizzazione per il loro funzionamento impone del personale da stipendiare, costo difficile da sostenere a lungo. Terminati i contributi e le donazioni iniziali, anche per i monti di pietà ci fu la necessità di un minimo interesse trasformandoli così nei precursori dei primi istituti di credito”.

Il libro si arricchisce dell’introduzione del professore Tersilio Leggio storico medievista, autore di numerosi saggi sulla Sabina e il Reatino che in sede di presentazione ha offerto un interessante lezione sul contesto storico in cui queste due realtà caritatevoli prendono vita, sottolineando aspetti inediti di una città in cui purtroppo, con l’emergere di nuove famiglie legate al papato, mutano prospettive di sviluppo manifatturiero, incentrate in modo particolare sulla produzione di pannilana di media qualità, di ferriere i cui chiodi contribuirono alla realizzazione di San Pietro, di esportazione di  guado, di floridi commerci con Venezia. Due i contributi dei fratelli Marinelli, da sempre studiosi della città e del territorio. Il professore Roberto Marinelli presenta le confraternite e l’istituzione del monte frumentario a San Michele Arcangelo avvenuta nel 1662. “Se i monti di pietà dapprima sono in capo al Comune, vengono poi infatti assorbiti dalle confraternite di carità, fino a confluire direttamente negli istituti bancari, nel nostro caso nell’ex Cassa di Risparmio di Rieti il cui patrimonio iconografico e documentale è ora alla Fondazione Varrone”. Basti pensare all’esempio della banca ritenuta la più antica al mondo e nata come ‘Monte Pio’, Monte dei Paschi di Siena. 

La professoressa Manuela Marinelli da parte sua prende in esame l’affresco presente sotto l’arco del seminario, dove ora è visibile la saracinesca di un’ex rivendita di materiale elettrico.

“E’ stato sempre un mio ‘pallino’ - sottolinea l’autrice -  Avevo denunciato dalle pagine de ‘Il Tempo’ su cui scrivevo all’epoca, la presenza di questo affresco che indicava il locale destinato al monte frumentario. In una sorta di lunetta è stato ritratto un angelo benedicente con una spiga di grano ed una candela in mano. Sollevo attraverso questa opera quindi, non solo il problema della conservazione del patrimonio iconografico e delle carte, ma anche di ciò che ci circonda. E’ un bellissimo dipinto ma nessuno se ne è mai occupato, oggi credo ormai irrecuperabile”.

La pubblicazione ha trovato accoglienza nell’associazione Domenico Petrini che lo ha voluto, incarnandone perfettamente gli scopi di ricerca e recupero storico, dell’impegno del segretario Trento Scanzani, della presidente Daniela Acuti e di Pietro Nelli che ne ha curato l’introduzione.

 

“Il Monte di carta e di frumento” di Alessandra Pasqualotto (pag. 132, Ristampa, 2021, € 15,00)

ph M. D'Alessandro

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