Sono stati scritti fiumi di parole e pubblicate serie infinite di fotografie che documentavano gli innumerevoli incendi divampati in tutta Italia in queste ultime settimane e non siamo qui ad aggiungere altro inchiostro per sottolineare la gravità di quanto accaduto, ovviamente sotto gli occhi di tutti; tuttavia ha colpito molto l'opinione pubblica, e quindi anche il sottoscritto, il fatto di sapere che in più di un'occasione, i responsabili della devastazione del nostro patrimonio naturale sono stati minorenni che hanno agito così, "tanto per vedere da vicino l'effetto che fa", o "per ingannare il tempo" e sconfiggere una noia che sa di morte dell'anima, prima ancora che dell'intelletto. Pensare a giovani così svuotati e privi di costrutto mi porta subito a pensare a quanto i relativi genitori siano (stati) presenti nel loro processo educativo e soprattutto siano in grado di analizzare in profondità le dinamiche che causano quel disagio subdolo, profondo e apparentemente inspiegabile dei propri figli: il nichilismo o, più semplicemente il "Nulla".
I nostri giovani stanno male e "vivacchiano" senza meta e senza stimoli, prigionieri di questa morsa che toglie loro forza, entusiasmo, creatività e obiettivi, in una società che invecchia velocemente, non offre prospettive concrete e basa la propria essenza su pseudo-valori totalmente alienanti quali l'aspetto fisico, il denaro, e il successo in genere, a scapito degli elementi etici, morali e culturali che dovrebbero fare degli uomini i veri "forgiatori" della società. I giovani non ricevono stimoli sensati, se non input e modelli televisivi fuorvianti, non ricevono cultura (né dalla famiglia, né dalla scuola), non sanno più riconoscere il limite tra bene/male, giusto/sbagliato e, soprattutto, non sanno più parlare, con il risultato che, non sapendo neanche denominare gli stati d'animo che li turbano, non comunicano più e avanzano in una piattezza disarmante, senza guida e senza, addirittura, la capacità di chiedere aiuto! Insomma un quadro decadente di cui i giovani sembrerebbero a prima vista gli autori ma di cui sono, in effetti, vittime allo sbando, con davanti un futuro difficile che non rappresenta più una promessa o una speranza ma soltanto una dura minaccia! Le colpe? Certamente del processo storico-sociale che ha portato gradualmente alla perdita di valori importanti che andavano, sì, ridiscussi e ridimensionati in base al corso dei tempi, ma assolutamente non demoliti come invece fu fatto negli anni successivi alla rivolta studentesca quando, a tutti i costi, furono spazzati via i concetti di autorità, sacrificio, merito e, di conseguenza, rispetto e senso civico. Per non parlare, poi, dell'effetto nefasto della tecnologia e della televisione in genere che, "ad usum Delphini"(per uso del Delfino), hanno via via cancellato i loro contenuti originari (ottimizzazione, formazione, informazione) riducendo questi potentissimi strumenti a mezzi di impoverimento culturale spaventosi; non sorprenda dunque l'analisi precedente, che è difficile riassumere in uno spazio così esiguo e meriterebbe più ampia rilevanza. Un fatto è certo: le soluzioni non sono facili perché troppi elementi esterni e concomitanti sono in gioco e, singolarmente, i poveri genitori possono fare ben poco, anche perché hanno commesso l'errore di ridurre il proprio rapporto con i figli a una semplice relazione contrattuale fino a perdere autorità e credibilità; rimane allora un solo modo, ovvero, ristabilire il "dialogo" e individuare chiaramente il nemico (il Nulla di cui sopra), per combatterlo alla pari e scoprire quanto sia bello e nobile innamorarsi del sé e "dare alla luce se stessi!"