a cura di Francesco Pasquetti

Febbraio 2019

L'AVVOCATO DEL DIAVOLO

HISTORIA MAGISTRA VITA (QUASI SEMPRE)

lavoro, politica, rieti

(di Francesco Saverio Pasquetti) “Peccato per loro che la nostra storia parli chiaro e che la Città sappia bene che a noi interessano soltanto i risultati e il merito”: parola di Antonio Cicchetti. La vicenda, stavolta, è quella dell'Asm. Licenziamenti, assunzioni, deficit: e si riaccende lo scontro. E' tuttavia singolare dover constatare che tali affermazioni, rafforzate dal nuovo (nuovo?) presidente Regnini, provengano da personaggi che, di nuovo, non hanno assolutamente nulla e che oramai da decenni navigano nelle acque perigliose della politica e degli incarichi. Da chi è al suo terzo mandato da sindaco. Da chi per lunghi anni ha diretto la camera di commercio.
Qual è la città che costoro hanno consegnato, con i loro ruoli – chiave nei meccanismi politici, amministrativi ed economici - alle nuove generazioni? Vent'anni o quasi di governo della destra, con gli sfaceli ben noti e certificati dalla corte dei conti nella oramai arcinota sentenza. Non è necessario entrare nei particolari: la città che esce dalla parabola 1994 - 2019 è esangue, oramai sfiancata, priva di slancio e di speranze. E non può certo aver influito in maniera decisiva il quinquennio di centro sinistra, seppur sbiadito della giunta guidata dal “sindaco per caso”, su di una situazione conclamata ed incancrenita e nella quale hanno contato ben altro che “i risultati” ed “il merito”. Siamo abituati ai proclami, infarciti da terminologie stentoree e pseudo - nostalgiche: ma dinanzi ai fatti di una realtà come quella che si vive ogni giorno, piena zeppa di difficoltà, figlia di scelte spesso infelici, autoreferenziali e prive di prospettiva, nasce dall'interno un senso profondo di disagio.

Alimentato in modo evidente da una giunta che poco o nulla, sinora, ha realizzato dei propri roboanti proclami elettorali. Sono stati tanti, forse troppi, i passi indietro che questa città ha fatto negli ultimi due anni, innanzi tutto di mentalità. I segnali dell'insediamento, del “finalmente siamo tornati a casa nostra!” manifestatisi dopo il successo - con tanto di foto sullo scalone comunale e spogli violenti di bandiere da ammainare prontamente - sono diventati realtà.

Un regresso evidente, assoluto: una sorta di Restaurazione in piena regola. Con una politica per la scuola piena di proclami ma povera di contenuti, con i comitati dei genitori tanto attivi sotto la giunta Petrangeli quanto (stranamente) silenti sotto quella Cicchetti. Una gestione della viabilità - l'unico vero settore in cui si è messo mano, per il resto il nulla assoluto - che ha ripiombato indietro la città di almeno vent'anni. E così ancora le politiche sociali. Però, nei proclami, la giunta è imbattibile: “la nostra storia parla chiaro!”. Sarebbe opportuno capirlo, di quale storia si tratta anche se, fra quella recente e quella passata, c'è solo l'imbarazzo della scelta. O una scelta imbarazzante?

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