di Massimo Palozzi - Ha ragione chi dice che il Terminillo non è solo neve. Le facili illusioni nutrite e ostentate da quei politici che un anno fa davano per conquistata una bella fetta di “turismo di prossimità” si sono però inevitabilmente rivelate per ciò che erano: gli effetti della bolla causata dal Covid e della conseguente impossibilità di affrontare le vacanze tradizionali.
Con il ritorno a un minimo di normalità gli indicatori in possesso degli agenti immobiliari fanno prevedere un calo del 20% delle presenze sul massiccio reatino. Una flessione tutto sommato non catastrofica, per quanto ridimensioni in modo rilevante il boom forzato vissuto l’estate scorsa.
Il dato dovrebbe in ogni caso spingere gli attori dello sviluppo montano a non rimettersi troppo al destino, peraltro tremendamente avverso e dunque non proprio auspicabile. Il progetto Tsm2, evocato come la panacea, è ancora di là da venire, sempre ammesso che vada in porto.
Nelle more, servono innovativi provvedimenti di sostanza per rendere il comprensorio competitivo e attraente sul serio.