Settembre 2022

ELEZIONI

ELEZIONI POLITICHE, GUIDA AL VOTO

politica

Domenica prossima, 25 settembre, si terranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento. In virtù della riforma costituzionale del 18 ottobre 2021 sono ammessi al voto tutti i maggiorenni sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica (prima poteva votare per il Senato chi aveva compiuto 25 anni).

Le urne resteranno aperte nella sola giornata di domenica, dalle 7 alle 23. L’utilizzo della mascherina non è obbligatorio. L’indirizzo del seggio e il numero della sezione sono indicati sulla tessera elettorale. In caso di esaurimento degli spazi, di smarrimento o di deterioramento è possibile richiederla al proprio Comune di residenza fino all’ultimo momento utile per votare. Oltre alla tessera elettorale, al seggio occorre esibire un valido documento d’identità. Lo spoglio inizierà immediatamente dopo la chiusura delle urne.

L’elettore riceverà due schede, una gialla per il Senato e una rosa per la Camera, insieme a una matita copiativa. Una volta espresso il voto, le schede dovranno essere riconsegnate al presidente del seggio cui spetta il compito di staccare il tagliando antifrode. Non è quindi possibile inserirle direttamente nell’urna.

All’interno delle schede sono raffigurati vari rettangoli con i simboli dei partiti, da soli o raggruppati per coalizione (due, centrodestra e centrosinistra). Accanto si trovano stampati i nomi dei candidati nei collegi plurinominali nell’ordine scelto dai partiti. Ogni rettangolo è sormontato da un riquadro dove invece è indicato, a caratteri più grandi, il nome del candidato al collegio uninominale. In ogni caso non si esprimono preferenze.

L’attuale legge elettorale (il cosiddetto Rosatellum) prevede infatti che i seggi vengano assegnati per poco più di un terzo sulla base di collegi uninominali e per quasi due terzi sulla base di collegi plurinominali. Dopo la riduzione del numero dei parlamentari decisa nel 2020 e confermata dal susseguente referendum, i seggi da assegnare sono 400 alla Camera (dagli originari 630) e 200 al Senato (dagli originari 315). Di questi sono eletti in Italia 392 deputati e 196 senatori. Altri 8 deputati e 4 senatori vengono eletti dagli italiani all’estero con metodo proporzionale e le preferenze (prima erano rispettivamente 12 a Montecitorio e 6 a Palazzo Madama).

Dei 392 deputati, 147 sono attribuiti con il sistema maggioritario dei collegi uninominali e 245 con il sistema proporzionale dei collegi plurinominali a listino bloccato. Al Senato, 74 seggi sono attribuiti con il sistema maggioritario dei collegi uninominali e 122 con quello proporzionale dei collegi plurinominali.

All’uninominale (così chiamato perché si elegge un solo rappresentante) risulterà eletto il candidato della lista o coalizione che avrà preso più voti.

I seggi dei collegi plurinominali si assegnano invece con metodo proporzionale, distribuiti tra i partiti in base ai voti ottenuti.

Per votare occorre tracciare un segno (generalmente una X) sul simbolo del partito prescelto. In questo caso il voto andrà sia ai candidati al plurinominale dello stesso partito sia al candidato corrispondente dell’uninominale che, nel caso di coalizione, può anche essere espressione di un’altra forza politica.

Altrimenti, si può barrare il nome del candidato all’uninominale (quello scritto più in grande): in questo caso il voto viene ripartito tra i partiti che lo sostengono.

È inoltre consentito apporre la croce sia sul simbolo sia sul relativo candidato all’uninominale.

Il voto è valido pure se si traccia la X sull’elenco dei nomi dei candidati al plurinominale, sempre però tenendo presente che non si possono esprimere preferenze né il voto disgiunto (come invece ammesso per le amministrative). Se si dovesse segnare il simbolo di un partito e il candidato all’uninominale o il gruppo di candidati al plurinominale di un partito di cui non sono espressione o non appartengono alla stessa coalizione, il voto sarà nullo.

Per le coalizioni la soglia di sbarramento nei collegi plurinominali è fissata al 10% nazionale. I singoli partiti devono invece raggiungere il 3%, sia che corrano da soli sia che partecipino a una coalizione. All’interno delle coalizioni i voti dei partiti sotto il 3%, ma che ottengano almeno l’1%, sono distribuiti proporzionalmente agli alleati. Nel caso restino sotto questa soglia i loro voti andranno dispersi e non saranno assegnati a nessuno.

In conseguenza del taglio dei parlamentari sono stati ridisegnati i collegi elettorali. Per quanto riguarda Rieti occorre fare riferimento alla mappa delle nuove circoscrizioni che li contengono.

Per la Camera, il Lazio è stato suddiviso in due circoscrizioni. La provincia di Rieti fa parte della circoscrizione Lazio 2 insieme alle province di Viterbo, Latina e Frosinone e a 36 comuni dell’area metropolitana di Roma Capitale. Alla circoscrizione Lazio 2 sono assegnati 12 seggi, 5 dei quali attribuiti in collegi uninominali. Il collegio uninominale n. 2 (Rieti) interessa 115 comuni: tutti i 73 della provincia di Rieti, 12 della provincia di Viterbo (tra cui il principale è Civita Castellana) e 30 della città metropolitana romana, il più popoloso dei quali è Monterotondo.

Per il Senato al Lazio sono assegnati 18 seggi, di cui 6 attribuiti in altrettanti collegi uninominali. Il collegio uninominale n. 1 (Viterbo) ricomprende il territorio dei collegi uninominali 1 e 2 della circoscrizione Lazio 2 della Camera più ulteriori 36 dell’area nord della città metropolitana di Roma, per un totale di 169 comuni. Rieti ne fa parte insieme all’intera provincia di Viterbo.

 

ph. M. D'Alessandro

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