L’estate è finita ed è cominciato il nuovo anno scolastico. Tutto secondo copione, se non fosse per quella strana sensazione di qualcosa che non va. Nello specifico, il contrasto tra l’assoluto rigore nel vietare manifestazioni e spettacoli all’aperto dopo i fatti di Torino dello scorso giugno e la maggior tolleranza nel considerare sicuri gli edifici scolastici nonostante i danni provocati dal terremoto.
Il provvedimento del ministero dell’Interno che ha fermato sagre e feste di paese in tutta Italia e che a Rieti ha avuto come vittima piu’ illustre il concerto che Fabio Concato avrebbe dovuto tenere a piazza San Francesco a conclusione delle celebrazioni antoniane, nasce a seguito della sanguinosa ressa causata da un falso allarme bomba durante la finale di Champions League tra la Juventus e il Real Madrid, che lo scorso 3 giugno provocò la morte di una donna e decine di feriti in piazza San Carlo, dove migliaia di persone erano assiepate davanti ad un maxischermo.
Da allora, per eventi di questo genere sono obbligatorie misure rigorosissime, come vie di fuga, uscite di sicurezza, divisione degli spettatori in settori delimitati da corridoi, ammissione di persone solo entro limiti predeterminati di capienza del sito dove si svolge l’evento.
Per le scuole si è scelta invece la mano leggera. In verità, a gennaio una prima ordinanza dell’allora commissario al sisma Errani prevedeva la ricostruzione degli istituti troppo danneggiati e interventi di ripristino per quelli che avevano subito danni più lievi. Verificato che la cosa avrebbe comportato tempi lunghi, incompatibili con l’avvio del nuovo anno scolastico, a luglio è intervenuta una nuova ordinanza commissariale che ha invece consentito anche l’utilizzo degli edifici in condizioni un po’ più precarie.
E’ così che oggi quasi tutte le scuole reatine sono in funzione nelle loro vecchie sedi, anche se interessate da futuri interventi di ristrutturazione, con l’eccezione del plesso di Villa Reatina che sarà invece completamente ricostruito.
Il tutto in un quadro normativo perfetto, anche se più di qualche genitore ha storto il naso.
Queste due vicende, per certi versi sovrapponibili, dimostrano come i limiti imposti dall’uomo siano spesso delle convenzioni tarate principalmente su esigenze contingenti e non basate su criteri oggettivi e come il tanto evocato principio di precauzione sia così labile da poter essere alla fine superato da semplici interpretazioni.
Vengo anch’io, no tu no
Sempre a proposito di interpretazioni, il neosindaco Cicchetti ha dichiarato che non procederà all’assunzione dei 18 vincitori del concorso bandito dalla precedente amministrazione perché sono figure che non servono e i relativi costi sarebbero solo parzialmente coperti.
Questa storia sembra uscita da una canzone di Jannacci, ma gli interrogativi che suscita sono davvero inquietanti. Perché delle due l’una: o la giunta Petrangeli ha preso un abbaglio gigantesco sprecando un sacco di soldi per far svolgere un concorso inutile e mal fatto, illudendo le oltre duemila persone che vi hanno partecipato e, soprattutto, i vincitori che aspirano ad entrare in ruolo, oppure l’attuale governo cittadino sottostima clamorosamente le esigenze dell’ente, unendo il danno (servizi ai cittadini di minore qualità) alla beffa nei confronti sia dei vincitori che non vengono assunti sia degli idonei che non possono essere presi in considerazione da altre amministrazioni pubbliche.