(di M. Antonietta Dionisi) “Ma cos'è che ci fa andare avanti e dire che non è finita...” così cantava Claudio Baglioni parecchi anni fa e chissà perché, aperto questo foglio è la prima cosa che mi è venuta in mente. Forse sarà il fatto che mi ritrovo qui di nuovo davanti a voi dopo tanto tempo e temo di tediarvi con i soliti argomenti, o magari perché qualcuno che mi conosce bene o legge più tra le righe mi dice che suscito un certo pessimismo. Beh certo che in tredici anni è cambiato il mondo, figuriamoci se non lo è il mondo creativo, ma questo lo vedono tutti; è ovvio che cambi anche il modo di rapportarmi al mio lavoro e il mio tentativo di entrare discretamente nelle vostre case, nemmeno posso fingere di vivere nel paese della cuccagna, quindi alla fine ha senso la frase musa di questo dialogo. Eccomi qua, destinazione Roma , presentazione della nuova primavera, appuntamento ore 8,30, sento “...la strada far battere il mio cuore...”, arrivo in anticipo come mio solito, così scambio qualche momento con colleghi del centro-sud (questo evento è per noi). Un rapido sguardo, sì ci conosciamo tutti, forse ci sono molti più colleghi della Campania che del Lazio, che a conti fatti si riduce a Roma e dintorni, delle altre province ci sono solo io. E' di rito domandare come va, che non è la solita frase che ci si scambia incontrandosi per strada, dietro, ogni volta, c'è un mondo tutto nostro da condividere, un modo diverso di trasmettere al pubblico ciò che impariamo e proponiamo, chi più dall'alto chi più linearmente, comunque sempre con la speranza di far passare un messaggio creativo e positivo. Si apre la sala dello show-room: ahhhh un paradiso per gli occhi, un mondo fatato, cascate di fiori delicati, proposte per tutte le occasioni, l'immagine immediata è quella della mia vetrina vestita così, l'ansia di non riuscire a creare questo effetto anche nella mia bottega, il timore che questa atmosfera quasi magica sparisca appena usciremo da questo bellissimo hotel e sentiremo di nuovo l'aria non troppo fredda di una fine d'inverno romana riportarci alle nostre macchine con il nuovo bagaglio. Si inizia: due grandi tavoli attrezzati di tutto punto, i kit che non vediamo l'ora di aprire, come da liceale nei laboratori di scuola, ma vuoi mettere? L'odore della colla a caldo, il brusio delle forbici sulla stoffa, la voce delle “maestre” che fatica a farsi sentire, in fondo siamo tutti scolaretti e discoli; noto che non siamo solo donne e vedere un uomo che taglia e cuce mi conforta, tra la difficoltà di maneggiare strumenti piccoli con le manone e la precisione che li caratterizza nel loro operare, tutto mi avvolge e mi carica. Fine del primo progetto, una tenera coniglietta, pausa pranzo e due chiacchiere in più; poi, come quando finiva la ricreazione, tutti al nuovo progetto, una bella scatola romantica: petali ancora petali da modellare,come al solito non riusciremo a terminarlo. Lo finirò in negozio, magari sotto gli occhi di chi curiosa attraverso il vetro o insieme a qualcuno di voi che condisce la vita con spirito creativo. Vi aspetto nel mio piccolo regno.
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