di Massimo Palozzi - Nelle settimane scorse è tornata a circolare la vicenda, in realtà risalente al 2016, del recupero della varietà di pomodoro “Varrone” messa a punto negli anni Dieci del Novecento dall’insigne genetista Nazareno Strampelli. Con i semi conservati presso l’Istituto Vavilov di San Pietroburgo, i ricercatori delle università delle Marche e di Sassari hanno riprodotto l’ortaggio che, sebbene oggi abbia perso molte delle sue qualità di resistenza contro gli agenti patogeni a causa delle loro mutazioni, rimane comunque un’importante testimonianza dei successi dello scienziato reatino d’adozione. Il bello è che il “Varrone” fu creato da Strampelli incrociando con alcune varietà italiane un pomodoro di origine anglo-indiana. Un ibrido, insomma, che migliorò la specie mescolando elementi locali con altri di provenienza esotica: una regola valida solo per i pomodori?
da Format sett-ott 23