Sono arrivati in questura tra le 14.45 e le 15.40 Valerio Cipriani con sua moglie Tamara e Bruno Cingolani il cercatore di funghi che lo scorso settembre ritrovò nel bosco di Montenero l’auto della postina scomparsa lo scorso luglio. Sono stati tutti convocati dagli inquirenti per procedere alle operazioni di prelievo di campioni di DNA ed impronte digitali utili ad individuare la verità sulla morte di Silvia. Marito e moglie, attesi come sempre da un nugolo di giornalisti, sono arrivati a bordo di un auto blu facendo ingresso da un’entrata laterale. Prolungata la permanenza del cercatore di funghi negli uffici di Largo Graziosi: l’ipotesi è che l’uomo sia stato riascoltato dagli agenti, come già avvenuto nei giorni scorsi con lo zio Leonino e il cugino Francesco.
L’avvocato Luca Conti ha spiegato: “Lo scopo di questa attività è quella di escludere che le impronte capillari e le impronte biologiche trovate nell’auto, non corrispondano alle persone che sono state già ascoltate. Valerio ha risposto ad un invito oggi al quale avrebbe potuto anche sottrarsi, ma ha deciso di non farlo" Ai giornalisti che lo incalzavano su possibili scenari ha risposto "Non è possibile avere un’idea di quanto accaduto se prima non viene accertato se si tratti o meno di omicidio”
“Gli inquirenti sperano che da questi accertamenti si possa arrivare alla verità di ciò che è accaduto a Silvia - ha aggiunto l'avvocato Domenico Orsini - Come prima ipotesi resta l’incidente dovuto ad un malore, ma il ritrovamento dei resti ha aperto ad altre ipotesi, poiché non è facile spiegarsi come Silvia sia arrivata in quel luogo”