a cura di Francesco Pasquetti

Gennaio 2020

L'AVVOCATO DEL DIAVOLO

CABARET ITALIA: LA POLITICA E' SERVITA!

politica

(di Francesco Saverio Pasquetti) E' davvero singolare, per chi ha più di cinquant'anni, assistere alla mirabolante evoluzione che ha conosciuto la dialettica politica dalla cosiddetta “prima repubblica” sino ai tempi nostri. Dalle austere e disciplinatissime Tribune Elettorali Rai, condotte magistralmente dall'indimenticato Ugo Zatterin e contraddistinte da un contraddittorio rispettoso dell'avversario e dei tempi televisivi, si era passati in men che non si dica – nel ventennio berlusconiano – al battibecco sguaiato, all'insulto, al talk show con tanto di applauso programmato e sempre teso ad accendere la mischia ed accalorare gli animi. Oggi, nell'era della “terza repubblica” - segnata dall'avvento dei “giacobini” pentastellati e dei leghisti nazionalisti (e non più bossian – separatisti) – la comunicazione e la dialettica politica vira in modo mirabolante verso l'ironia, il sarcasmo, la battuta al vetriolo, la gag da rivista anni '50. Nell'era dei social, dove ognuno – anche il meno attrezzato culturalmente e politicamente – ha la chance di dire la sua, commentando a spron battuto ( e, quasi sempre, con spro...loqui!) i post altrui e ciò anche se insalutato ospite, l'arte degli “ipocrites” (ὑποκριτής, "colui che risponde" in greco antico, ovvero gli attori della tragedia che andava in scena nei teatri dell'Ellade) è tornata improvvisamente alla ribalta. Un'evoluzione che non ha risparmiato la classe politica “nostrana” che, sia a destra che a sinistra, ha campioni inarrivati in materia. Al primo posto del podio, con largo distacco sui rivali, si erge l'assessore ai lavori pubblici in comune, Antonio Emili. Degno erede dello zio ex sindaco, già contraddistintosi negli anni del suo mandato con comunicati spesso coloriti e pieni zeppi di ironia e sarcasmo (famoso quello successivo all'elezione in provincia di Melilli: dopo il bagno dei vittoriosi nella fontana di piazza del comune, dichiarò che l'avrebbe fatta disinfettare!) l'esponente della destra cittadina unisce alla classica retorica della sua estrazione politica la verve forbita e ficcante delle aule di tribunale (essendo, nella vita, avvocato) ed il risultato è spesso davvero esplosivo. Dietro di lui, appaiati a pari merito, gli ex assessori Mezzetti (PD) ed Ubertini (PSI): dopo la sconfitta sul filo di lana alle elezioni del 2017, tornati all'opposizione hanno ingaggiato una feroce battaglia dialettica a colpi di figure retoriche proprio con lo stesso Emili e con altri esponenti della sua giunta, sindaco incluso. Polemiche che non hanno risparmiato nessuna delle tematiche cronicamente irrisolte della città che – seppur oggetto di (spesso) graffianti comunicati emessi senza esclusione di colpi “da cabaret” - sia prima (Petrangeli) che dopo (Cicchetti) sono rimasti laconicamente irrisolti. Menzione speciale ma “hors catégorie” (cioè fuori categoria, come dicono i francesi per le asperità peggiori del tour de France) per Alessio Angelucci. Lui, si sa, parte avvantaggiato, vista la passione per il simpaticissimo teatro dialettale di cui è autore ed esecutore. Memorabile il commento, nell'estate 2018, all'inaugurazione della piscina comunale....senz'acqua. La stampa nazionale scomodo il ragionier Ugo Fantozzi, lui, con l'opposizione, commentò: “più che il secondo tragico Fantozzi qui siamo al terzo tragico Cicchetti!”. Ma chi irrompe oggi sulla scena del sarcasmo locale – dimostrandosi outsider inaspettato ma dalle prospettive assai promettenti – è il vice presidente della provincia Andrea Sebastiani. Nato e cresciuto nell'ambiente del cattolicesimo locale e poi improvvisamente convertitosi – sulla via di Damasco – al leghismo Salviniano, il nostro ha dato improvvisa e validissima prova di grandi capacità in materia con la sua brillante lettera dedicata al presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti. Immaginando il segretario nazionale PD in una sorta di viaggio “riflessivo” sulla Salaria mentre si recava alla convention di San Pastore, ha snocciolato con verve le molte magagne che affliggono la nostra amata terra, attribuendone le responsabilità esclusivamente al “malgoverno” zingarettiano. In punta di fioretto, s'intenda! Peccato che il nostro, nel suo brillante percorso dialettico, abbia dimenticato – certo in perfetta buona fede – i predecessori del fratello del “commissario Montalbano” televisivo. Lo sconquasso delle finanze regionali avvenuto sotto Storace. La voragine infinita della sanità laziale con le amministrazioni di centro destra. La drammatica esperienza di Renata Polverini, con lo scandalo dei rimborsi dati a larghe mani a “er Batman” e compagni, tanto da costringerla a dimettersi. Ma al battutismo su queste indimenticate circostanze – che nulla hanno, ahinoi, di comico ed esilarante – non mancheranno i politici della sponda opposta, ne siamo certi. Anzi, già si notano le prime avvisaglie: “la Lega reatina sembra si diverta a fare avanspettacolo sulla due giorni organizzato dal Partito democratico” già scrive il PD, che rincara la dose, andando in zona “DSM”:  “Comprendiamo che un pizzico di schizofrenia sia necessaria per far parte di un partito che ha sempre insultato gli italiani delle regioni centromeridionali”. E così, sempre più dimentichi di quella compostezza  - un po' triste, certo – ed austera dei politici di un tempo, i nostri derivano sempre più verso l'avanspettacolo. Fra poco, magari scimmiottando gli immortali Alberto Sordi e Monica Vitti, li sentiremo cantare in coro: “ ma 'ndo vai se la banana non ce l'hai?

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