a cura di Massimo Palozzi

Giugno 2023

IL DOMENICALE

ASM TORNA PUBBLICA (FORSE)

amministrazione, politica

 

di Massimo Palozzi - Lunedì il consiglio comunale di Rieti ha approvato la delibera per la pubblicizzazione di Asm. L’atto è stato votato dalla sola maggioranza di centrodestra e rappresenta la chiusura del cerchio dopo circa vent’anni dalla decisione di privatizzare in parte l’azienda. “Una società a capitale interamente pubblico garantirà a tutti gli operatori le massime tutele lavorative, la massima trasparenza nella gestione e la possibilità di crescita per l’azienda”, ha commentato il sindaco Daniele Sinibaldi. Non è detto però che il voto di inizio settimana abbia risolto definitivamente la pratica. Il ritorno al controllo interamente pubblico della multiutility cittadina deve infatti superare ancora il vaglio della Corte dei Conti e dell’Anac per l’iscrizione nell’elenco delle società in house. A prescindere da questi passaggi burocratici, rimane poi in piedi il contenzioso con Azimut, il socio privato detentore del 40% delle quote, estromesso l’anno scorso dalla compagine societaria. Il ricorso presentato davanti al tribunale delle imprese di Roma è tuttora pendente e come ha notato l’ex sindaco Paolo Bigliocchi, ora consigliere di opposizione con il Pd, “se il tribunale dovesse decidere a favore del privato, tutto ciò che è stato fatto nell’ultimo anno decadrebbe”.

Un altro ex sindaco ora all’opposizione, Simone Petrangeli, ha invece sottolineato la necessità di stipulare prima il contratto di servizio, perché in sua assenza non si potrà dire di aver effettivamente affidato i servizi di competenza dell’azienda. Che ora riguardano i rifiuti e il trasporto pubblico locale, dopo che nel 2021 erano state vendute le farmacie al termine di una contestatissima procedura decisa proprio allo scopo di reperire i fondi per liquidare il socio privato (il consulente nominato dal tribunale di Rieti ha stimato in 5 milioni di euro il valore delle azioni possedute da Azimut). A latere resterebbero i servizi pubblici a rete e quelli cimiteriali, gli scuolabus, il verde pubblico, i parcheggi e altri comparti minori

La storia di Asm e della sua ripubblicizzazione è ricca di colpi di scena anche di ordine politico. Il (quasi) definitivo passaggio consiliare è stato cavalcato dal centrodestra come un’importante conquista a conclusione di un iter avviato sotto la precedente giunta guidata da Antonio Cicchetti, con l’attuale primo cittadino nelle vesti di vice. Eppure nelle indicazioni contenute nelle linee programmatiche di inizio mandato sottoscritte dallo stesso Cicchetti nell’agosto del 2017 c’era scritto ben altro. Al capitolo società partecipate si leggeva infatti: “In merito all’Asm, conferma della società mista a prevalente capitale pubblico, con riserva di una quota di azioni per i dipendenti dell’azienda”.

Asm nasce nel 1974 come società detenuta integralmente dal Comune di Rieti. Nel maggio del 1996 viene costituita l’Azienda speciale A.S.M. Rieti che il 28 dicembre 2000 diventa società per azioni. Al 2002 risale la stipula con lo stesso Comune di distinti contratti di varia durata (per lo più decennale) per l’erogazione di diversi servizi. Il subentro nel 2005 della Azimut dell’imprenditore Otello Rinaldi la trasforma in una società mista pubblico-privata. La frazione inizialmente detenuta dal socio privato ammonta al 38%. Nel 2012 aumenta fino al 40% a seguito dell’acquisizione delle azioni riservate ai dipendenti dopo che nessuno di loro ha esercitato l’opzione. La cessione al privato di una partecipazione minoritaria avviene dunque sotto i due mandati del sindaco Giuseppe Emili e della coalizione di centrodestra che lo sostiene.

Con le amministrative del 2012 si produce tuttavia un netto cambio politico, l’unico finora nella storia amministrativa del comune capoluogo da quando c’è l’elezione diretta del sindaco. Il centrosinistra conquista Palazzo di Città e il neoeletto Simone Petrangeli prova subito a dare seguito all’impegno assunto in campagna elettorale di restituire alle partecipate una dimensione totalmente pubblica.

Tra una serie di proroghe delle attività svolte da Asm (che continueranno anche nel corso della consiliatura successiva) e la parziale modifica dell’orientamento programmatico, il 18 giugno 2014 il Consiglio approva una delibera di indirizzo per l’indizione di una gara a doppio oggetto, avente come scopo l’individuazione delle mansioni e la scelta del partner tecnico. In pratica, resterebbe la connotazione mista ma con un socio esterno scelto all’esito di una procedura ad evidenza pubblica. Da quel momento gli uffici si dedicano alla parte burocratica. La fase preliminare per la definizione degli atti per l’appalto, compreso il bando, si conclude a maggio 2016 con l’affidamento dell’incarico.

Le elezioni del giugno 2017 sanciscono però un nuovo ribaltone, con il ritorno sul filo di lana di Cicchetti che si fa propugnatore del mantenimento della società mista. Almeno in campagna elettorale. In breve l’orientamento del neosindaco e della sua maggioranza cambia infatti in maniera radicale, forse anche dietro la spinta dei sindacati che fin da subito hanno sostenuto il ritorno ad un regime pubblico. Cosicché, il 20 dicembre 2018 il Consiglio comunale revoca la delibera adottata quattro anni prima, proponendo la costituzione di una società interamente pubblica per la cura di igiene urbana e trasporto locale.

Il 20 agosto 2019 Azimut notifica al Comune la disponibilità a cedere le proprie quote e il 18 giugno dell’anno successivo il Consiglio delibera, ancora una volta con i soli voti del centrodestra, di dare mandato al sindaco di alienare le farmacie per reperire i soldi con cui pagare l’uscita del partner privato.

Il resto è storia di questi giorni. La maggioranza esulta con i sindacati per il risultato raggiunto, criticando la scelta astensionista del centrosinistra che, dal canto suo, incalza gli avversari proprio sull’atteggiamento ondivago tenuto in tutto questo tempo: “Dopo 20 anni”, scrivono i gruppi di opposizione, “il centrodestra ammette il grande errore di aver privatizzato l’Asm nel 2002 e cerca di porvi rimedio in modo approssimativo e poco chiaro, con la prospettiva di pagare 5 milioni di euro al privato con un Comune in predissesto”.

Schermaglie politiche a parte, la spada di Damocle che pende sulla ripubblicizzazione di Asm ricorda il fresco precedente del tentativo di recupero dell’ex Zuccherificio. Il 20 aprile dell’anno scorso, proprio sul finire della consiliatura, la massima assise cittadina approvò una controversa delibera per la definizione di interesse pubblico della proposta di Coop Centro Italia, sul presupposto che non fosse necessaria la Valutazione di impatto ambientale. Esaminati gli atti, la Regione ha invece imposto l’assoggettabilità a Via del progetto ritardandone come minimo la fattibilità. O, in caso di esito negativo, vanificando per intero tutta la lunga e defatigante procedura seguita fin qui.

 

04-06-2023

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