"Dobbiamo essere chiari, dire sempre no alle opportunità non è più sostenibile per la nostra economia e per la nostra crescita antropologica. Il nostro territorio è stato nel corso dei decenni passati, qualsiasi sia stato il colore delle amministrazioni comunali o provinciali, vittima di una chiusura studiata a tavolino - dichiara il consigliere provinciale Alessio Angelucci - Evitare l'emancipazione del Reatino, ha fatto sì, che più generazioni politiche potessero sopravvivere in uno spirito di autoconservazione. Meno il territorio si apre, più va in depressione, più va in depressione, più la politica diventa indispensabile per i piccoli e grandi piaceri di "sopravvivenza". Una perversa macchina del consenso elettorale. Quando c'è apertura ed emancipazione soprattutto economica, i cittadini/elettori sono meno "ricattabili" al momento del voto. Il tempio crematorio potrebbe essere una prima grande opportunità, per invertire questa rotta. Esistono poi motivi oggettivi a sostegno di questa esigenza specifica: la crescente domanda per mancanza di loculi cimiteriali, l'incremento di posti di lavoro che ne deriverà, la semplificazione delle pratiche e delle spese per le onoranze funebri locali, l'inevitabile indotto. Così hanno ragionato a Viterbo, a San Benedetto del Tronto, a Roma, dove intorno le cremazioni sono nati circuiti economici importanti. A Rieti come vogliamo ragionare?"
21_08_23
In foto Valenza (AL)