Il provvedimento restrittivo è stato emesso dall’Autorità Giudiziaria sulla base dei gravi indizi di colpevolezza raccolti dai militari dell’Arma nell’ambito delle indagini avviate in seguito alla rapina avvenuta il 4 febbraio scorso, presso l’ufficio Poste Italiane di Rieti – sede di viale Matteucci.
In quella circostanza, un uomo con il volto travisato aveva fatto irruzione all’interno dell’ufficio postale e, minacciando i dipendenti, si era fatto consegnare del denaro davanti agli occhi terrorizzati dei clienti presenti.
A causa dello shock, alcune persone avevano accusato dei malori ed erano state trasportate d’urgenza al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Rieti.
I Carabinieri, allertati da una segnalazione, giunta tramite Numero Unico di Emergenza 112, di un cliente, che, nell’occorso, era riuscito a utilizzare il cellulare per chiedere aiuto, sono immediatamente giunti sul posto dando avvio alle indagini volte al rintraccio dell’autore della rapina, nel frattempo dileguatosi.
Grazie a un’articolata attività d’indagine, condotta anche attraverso l’analisi dei filmati di videosorveglianza presenti lungo il percorso di fuga, i militari sono riusciti a ricostruire i movimenti dell’uomo. Questi, mentre si allontanava dall’ufficio postale, aveva anche cambiato giacca nel tentativo di depistare eventuali inseguitori, sfruttando i vicoli del centro storico.
Nonostante tali accorgimenti, i Carabinieri sono riusciti a risalire alla sua identità, raccogliendo gravi elementi indiziari che hanno portato l’Autorità Giudiziaria a disporne il fermo.
L’uomo, da anni irreperibile sul territorio nazionale, era giunto a Rieti il giorno precedente alla rapina e aveva lasciato la città la mattina successiva con destinazione Portogallo, dove risultava domiciliato.
Il provvedimento di fermo è stato eseguito dai militari dell’Arma di Rieti all’aeroporto di Fiumicino, all’uscita dei voli internazionali, dove l’uomo era arrivato pochi minuti prima a bordo di un aereo proveniente dal Portogallo e da dove, di lì a poco, avrebbe dovuto imbarcarsi su un volo diretto in Albania.
Al termine delle formalità di rito, l’indagato è stato associato presso la Casa Circondariale di Civitavecchia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Si dà atto, come di consueto, che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che eventuali responsabilità penali saranno valutate dall’Autorità Giudiziaria.