Per la prima volta nella storia della maratona italiana sarà dato il via a 28mila maratoneti, lo scorso anno erano 18.300 iscritti, provenienti da ogni parte del mondo. Si ritroveranno davanti al Colosseo, pronti a vivere un’esperienza unica dalla linea di partenza di questa emozionante gara, frutto di mesi di preparazione. Ogni partecipante porta con sé una storia, un sogno, un obiettivo che va oltre il semplice traguardo.
Tra loro, un gruppo speciale: i “Senatori”, maratoneti che non hanno mai mancato un’edizione della Maratona di Roma, testimoni viventi della passione che li lega a questo evento sin dalla sua nascita. Felice Nucci è uno di loro. Il suo amore per la corsa è sbocciato quando ha sentito parlare della prima edizione della maratona romana. Da ciclista instancabile, abituato a scalare ogni giorno il Terminillo per recarsi al lavoro, ha deciso di cambiare prospettiva e mettersi in gioco sulla strada, questa volta di corsa.
“Ogni anno è più difficile – confida a Format – ma è l’entusiasmo delle prime volte a muovere le gambe.” Felice si allena camminando per ore, salendo da Vazia a Terminillo, dimenticando per un po’ la sua amatissima bici, oppure arrivando da Contigliano fino al centro di Rieti “Cammino sempre, poi quel giorno parto e corro più che posso”
Per Felice, come per tanti altri, la maratona è la metafora perfetta della vita lo ha ben raccontato in uno dei suoi libri “Correre una maratona, è come vivere tutta la propria vita in poco meno di una mezza giornata. La partenza è un po’ come quando veniamo al mondo: una gran festa. Il percorso all’inizio è agevole, freschi e riposati come siamo, ma a poco a poco si fa sempre più duro. E’ come nella vita, la scuola, il lavoro, le responsabilità, può capitare di pensare di non essere capaci, di non avere studiato abbastanza; nello stesso modo durante la corsa sorge il dubbio di non farcela, di non riuscire a giungere al traguardo. Quante volte nella vita ci si ritrova soli ma si riesce comunque a guardare oltre, a superare anche i nostri stessi limiti. Durante la strada si possono incontrare anime stanche, sul punto di ritirarsi, ma è bello fermarsi ad aspettarle, aiutarle e confortarle, per condividere la gioia di arrivare insieme al traguardo. Poi si giunge finalmente all’arrivo, stremati ma felici di avercela fatta, di essere riusciti a dare tutto quanto potessimo. All’arrivo c’è sempre qualcuno che ci vuole bene e che ci ha atteso con pazienza e amore per tutto il tempo della corsa”.
Felice partirà da Contigliano sabato 13 marzo in camper con la propria ‘personal trainer’ (sua moglie Franca!) diretto al Centro Maratona dell’Eur, al pomeriggio prenderà parte alla conferenza stampa in cui si presenta la gara, con un momento dedicato ai ‘senatori’: “A quella sporca dozzina che le ha fatte tutte!”
Un modo per ritrovarsi dopo un anno, seduti al solito tavolo di un buon ristorantino per poi trasferirsi in un parcheggio nei pressi del Colosseo, dormire poco o niente, e presentarsi all’alba alla partenza. Oltre 42 chilometri lo attenderanno: verranno completati nel tempo necessario, ogni anno un po’ di più, al termine del quale si toccherà il traguardo con gli occhi pieni di lacrime, una commozione immancabile, prima di gettarsi tra le braccia degli amici e fans che lo attenderanno per brindare. Il premio è quella ambita medaglia, la trentesima che ha già il suo gancio pronta ad accoglierla, accanto alle altre. Prima però stazionerà un anno in bella in cucina, per essere guardata ogni giorno, appesa davanti al calendario che conta il tempo che passa: monito e buon augurio per la prossima partenza, a ricordare che con sacrificio e determinazione si può compiere qualsiasi viaggio.