Costini (Indipendenza) “Perché Rocca vuole uccidere la medicina territoriale”

15/02/2025 | Notizie in evidenza, Sanità

chicco costini

Prosegue il dibattito che Format ha ospitato in questi giorni sulla possibile riforma dei medici di famiglia leggi qui

“L’attacco scomposto e mendace del presidente Rocca ai medici di famiglia viene smentito e ridicolizzato dagli stessi cittadini che dovrebbe rappresentare – scrive Felice Costini Vice presidente nazionale Movimento Indipendenza, Medico di famiglia – Se non bastasse il fatto che le affermazioni sulle carenze dei medici di famiglia, del presidente del Lazio, siano oggettivamente false, ora anche il sondaggio indipendente dell’associazione Altroconsumo, dimostra che i cittadini promuovono la medicina di base, bocciando altresì senza appello i servizi delle ASL degli ospedali, degli ambulatori per finire con i pronto soccorsi e l’assistenza domiciliare.

Le dichiarazioni dell’ex presidente della Croce Rossa italiana, rilasciate ai giornali negli ultimi giorni, lasciano basiti: se da una parte quanto affermato viene smentito dagli stessi dati rilasciati dalla Regione Lazio ( ad esempio sulla percentuale di vaccinati negli ambulatori di medicina di base), il sondaggio premia con il 75% di gradimento dei cittadini il lavoro dei medici di famiglia, dimostrando che l’on. Rocca non ha alcuna consapevolezza della realtà sul territorio.

L’impressione è che l’esponente del centrodestra, il cui successo elettorale è dipeso in gran parte proprio dalla rabbia dei cittadini per la pessima gestione della sanità da parte del suo predecessore, consapevole del proprio fallimento in questo ambito, dove dopo due anni nulla è cambiato, cerchi di scaricare la responsabilità su una categoria, che non essendo dipendente, è meno protetta dalle congreghe sindacali.

La posizione di Rocca è figlia della visione ragionieristica della sanità, che da sempre contraddistingue dirigenti e burocrati regionali, personaggi che il centrodestra oggi al governo nel Lazio non ha avuto il coraggio di toccare, permettendo a questi oscuri funzionari, responsabili di protocolli astrusi, procedure insensate, tra i maggiori responsabili del disastro avvenuto durante la pandemia, di mantenere salde le proprie laute poltrone.

Ed è proprio da questa visione ragionieristica, che mette al centro le procedure e non la salute dei cittadini, che derivano buona parte dei danni al sistema sanitario, costringendo i cittadini sempre più a doversi rivolgere al privato per doversi curare.

Cercare di smantellare l’ultimo vero presidio pubblico sembra muoversi nella direzione di far diventare la privatizzazione della sanità unica strada per garantire la salute.

E’ sconcertante che il presidente della Regione non abbia contezza del lavoro reale che viene svolto dai medici di famiglia, dimostrando per l’ennesima volta la distanza tra politica e realtà.

Contabilizzare l’orario di lavoro solo nel tempo di apertura degli studi, tra l’altro stabilito dalla convenzione voluta proprio dalla stessa regione, significa disconoscere l’impegno quotidiano dei professionisti impegnati in questo ambito: telefonate, visite domiciliari, compilazione di inutili certificati.

Ai medici di famiglia viene finanche richiesto di richiedere la riparazione del motore e il cambio dei pneumatici, degli ausili per i pazienti che non possono deambulare autonomamente!!!!

Ma ancora più assurdo è immaginare di fare una riforma della medicina territoriale senza dialogare con chi la fa.

L’unico interesse della Regione Lazio sembra essere quella di poter controllare in modo asfissiante il lavoro dei medici, imponendo protocolli privi di senso, cancellando definitivamente il rapporto medico paziente a favore di una burocratizzazione esasperata, utile solo a compilare report a fine anno, che permettano a funzionari e dirigenti di poter accedere ai premi produzione.

Il medico non è un impiegato. L’aver trasformato in burocrati medici delle ASL, in ragionieri i colleghi ospedalieri, è la causa principale dei danni che stiamo vedendo e che ogni giorno dobbiamo registrare.

Non è importante aver salvato la vita ad un paziente, è importante unicamente aver seguito pedissequamente il protocollo imposto, dimenticando che ogni paziente è un caso a sé.

Si continua ad accusare i medici di famiglia di non fare il proprio lavoro, provocando il sovraffollamento dei pronto soccorsi, dimenticandosi di dire che la causa principale dell’aver trasformato quello che dovrebbe essere il luogo dell’emergenza per eccellenza in un girone infernale, non sta nei pazienti che non trovando il medico di famiglia vanno in ospedale, ma nella carenza di posti letto, che non permettono il ricovero di quanti ne necessitano, e che ha  fatto diventare le astanterie dei pronto soccorso reparti di lungo degenza, snaturando il lavoro di quanti sono costretti a rimanerci.

Invece di attaccare i medici di famiglia, Rocca si preoccupi di capire perché i concorsi per lavorare nel pubblico sono oramai deserti, perché i medici ospedalieri se ne vanno, disgustati da una medicina che non ha più la salute del paziente al centro.

I medici di famiglia non hanno bisogno di diventare gli ennesimi burocrati, che passano le loro giornate a fare il calcolo dei centesimi del costo di un catetere.

I medici di famiglia hanno bisogno di essere lasciati liberi di lavorare, di poter avere il tempo di visitare, di poter parlare con il paziente, senza essere distratti da codicilli e note.

Ma la domanda vera è : a Rocca interessa veramente che la sanità pubblica funzioni?

Ai dirigenti regionali interessa che la gente non si ammali, che le cure siano adeguate, o il loro unico interesse è quello di poter compilare i report a fine anno?

Uccidere la medicina territoriale, come avverrebbe con la dipendenza e la pagliacciata delle case della comunità, significa uccidere la medicina pubblica, favorendo unicamente gli speculatori e le multinazionali, le assicurazioni ed i fondi che giorno dopo giorno aumentano i loro investimenti sulla sanità privata.

Ma forse questo è il motivo principale di quello che sta avvenendo”.

 

altroconsumo

 

Format Rieti Marzo-Aprile 2025

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